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Napoleone ladro d’arte e le spoliazioni in Italia e la nascita del Louvre ne parliamo con Giorgio Enrico Cavallo

Posted by on Dic 22, 2022

Napoleone ladro d’arte e le spoliazioni in Italia e la nascita del Louvre ne parliamo con Giorgio Enrico Cavallo

La rivoluzione francese da cui nasce lo stato moderno, è il mito dei nazionalisti e se una volta era il punto di riferimento della borghesia conservatrice, dopo il crollo del muro di Berlino lo è diventato anche per gli ex comunisti che nel giro di poche ore, ascoltare Achille Occhetto alla svolta della Bolognina, da rivoluzione della borghesia e dei capitalisti che si contrapponeva a quella del “popolo” rappresentata dalla rivoluzione di ottobre, divenne anche il loro punto di riferimento storico a cui ispirarsi. Prima di questo matrimonio tra due opposti l’unica cosa che univa queste due forme rivoluzionarie, apparentemente lontane tra loro ma nella sostanza due facce della stessa medaglia, era il silenzio che ammantava il saccheggio che Napoleone che i giacobini francesci fecero in Italia dell’immenso patrimonio artistico e culturale per rimpinguare le esauste casse del neonato Stato Francese dissanguato da dieci anni di saccheggi perpretati dai rivoluzionari e per far nascere nuovi musei nazionali sopreattutto a Parigi. Alla fine del periodo napoleonico una parte di questo immenso patrimonio immateriale tornò nel “bel paese” ma un’altra, cospicua, rimase in Francia che oggi si possono ammirare nel Louvre, il museo più importante dei giacobini dai forti simbolismi massonici. Per parlarci di queste vicende è venuto a trovarci dal Piemonte il giovane ricercatore Giorgio Enrico Cavallo, molto apprezzato nella puntata dedicata alle insorgenze piemontesi, che ha scritto un saggio sul tema e che ce ne parlerà venerdi 23 dicembre alle 21 promettendoci di farci un bel regalo di Natale. Per ascoltare cosa ci dice basta cliccare di seguito

4 Comments

  1. io ho sempre detestato la Francia. E’ sempre stata sciovinista e imperialista ai danni del prossimo. Inoltre se non fosse per loro ci saremmo unificati prima: Carlo Magno invase il Regno Longobardo e gli Angioini che rovinarono il regno Siciliano degli Angioini, non parliamo poi del fatto che hanno fatto partire le guerre d’Italia con tutto cio’ che ne seguì. Trovo inoltre ridicoli gli Italiani filo-francesi, addirittura si vuole spacciare il loro imperialismo per un europeismo ante-litteram, peccato che la realtà sia ben diversa. L’impero Carolingio era pur sempre un impero franco, la monarchia francese è sempre stata imperialista almeno da Filippo Augusto, il primo progetto europeista fu elaborato da un ministro di Enrico IV , il ” grand dessein” , in cui l’Europa veniva divisa in stati diversi tra cui però doveva spiccare come forza dominante la Francia, Napoleone non ha invece bisogno di presentazioni.

    michele ori

  2. Gloria García
    Muchísimas gracias por tan excelente conferencia. Querría preguntarles por las imágenes con las que, tan oportunamente, la han ilustrado: ¿podrían decirme de qué filme se trata? Un cordial saludo en Xto Rey

  3. Dopo la vostra appassionata conversazione ci ha sconvolto la devastante irruzione dell’orda sacrilega nella chiesa!…Tirateci su il morale dandoci l’indicazione per l’acquisto del testo dell’ospite piemontese… Le opere d’arte purché siano ben conservate ci tireranno su il morale dovunque siano andate a finire… Grazie della passione che ci partecipate! caterina

  4. UN PO’ DI STORIA NON GUASTA MAI.
    PER NON DIMENTICARE….
    Al patrimonio culturale napoletano i francesi imposero un durissimo colpo. Nel 1799 con l’arrivo a Napoli dei francesi e la breve istituzione della Repubblica Napoletana il danno fu enorme. Temendo il peggio, l’anno precedente Ferdinando aveva già trasferito a Palermo quattordici capolavori. I soldati francesi depredarono infatti numerose opere: dei MILLESETTECENTOTTANTATRÉ dipinti che facevano parte della collezione, di cui trecentoventinove della collezione Farnese e il restante composto da acquisizioni borboniche, trenta furono destinati alla Repubblica, mentre altri trecento vennero venduti, in particolar modo a Roma. Diverse opere d’arte presero la via della Francia a causa delle spoliazioni napoleoniche al Musee Napoleon, ovvero l’attuale Louvre. Secondo il catalogo pubblicato nel Bulletin de la Société de l’art français del 1936, nessuna delle opere d’arte ritornò in Italia. A titolo di esempio:
    L’adorazione dei pastori, dello Spagnoletto, ora al Louvre
    La Sacra Famiglia dello Schedoni, anticamente ospitato presso la chiesa di Capodimonte, andò al Louvre dal 1802 dove si trova ancora oggi
    La Vergine con il Bambin Gesù di Cimabue, anticamente ospitato presso le Gallerie di Capodimonte, fu al Louvre fino al 1802, erede diretto del Musee Napoleon, e poi al Museo di Lille nel 1872, dove rimane da allora
    San Luca che dipinge la Vergine, di Giordano, prima al Louvre poi al Musée des Beaux-Arts di Lione
    Sofonisba prende il veleno, del Calabrese, oggi al Musée des Beaux-Arts di Lione
    La Visitazione, di Sabbatini, oggi a Montpellier
    Venere ed Adone, di Vaccaro, oggi al musée d’Aix-en-Provence

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