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Napoli e la sua bimillenaria cultura filosofica

Posted by on Set 7, 2021

Napoli e la sua bimillenaria cultura filosofica

Narra la leggenda che una sirena di nome Parthenope, costernata dal dolore per non aver saputo attirare Ulisse con il suo canto, sia approdata sull’isola di Megaride, dove poi sarebbero arrivati i coloni Greci, dando origine ad una città che avrebbe lasciato un grande segno nella storia: dal punto di vista artistico, culturale e filosofico. Nel luogo dove era approdata la sirena sarebbe poi sorto, in epoca normanna, Castel dell’Ovo: icona della città nel mondo. Confusi dall’immagine, che troppo spesso viene offerta da buona parte dei media nazionali, di una Napoli violenta, lacera, disonesta, molti dimenticano che questa meravigliosa città vanta una tradizione filosofica più che millenaria: unica al mondo a detenere questo “primato”.

Neapolis (come la chiamavano i greci) è stata centro culturale d’eccellenza sin dall’antichità e questo suo ruolo è andato sempre più ampliandosi con il passare del tempo, pur conoscendo periodi di relativo appiattimento culturale. Questa rubrica si propone di esplorare la lunga tradizione di pensiero che caratterizza Napoli: un viaggio affascinante attraverso il pensiero degli uomini che hanno contribuito in maniera fondamentale all’arricchimento e alla crescita culturale dell’intera umanità.

Napoli capitale della cultura filosofica, quindi, ma non solo. Una tradizione di pensiero più che bimillenaria, quella napoletana, che ha consegnato alla storia alcuni tra i più grandi filosofi dell’umanità. In questa città si sono formate schiere di pensatori che hanno reso Partenope l’unica città al mondo a vantare una tradizione ininterrotta di pensiero ad altissimo livello per oltre duemila anni.

Il nostro percorso inizia da Ercolano dove tra il 70 ed il 40 a.C. si diffuse enormemente il pensiero del filosofo greco Epicuro, grazie a due maestri di origine siriana: Filodemo di Gadara e Sirone. Il primo operò soprattutto ad Ercolano, il secondo fondò la sua scuola a Posillipo. Nonostante gli storici descrivano Filodemo e Sirone come autori non originali, le testimonianze ci parlano di un grande fervore culturale del territorio. Filodemo visse nella Villa dei Pisoni, protetto da Calpurnio Pisone Cesonino, il suocero di Giulio Cesare e, proprio in questa villa, sono stati trovati numerosi papiri che contengono frammenti delle sue opere. Nutriva interesse per la logica, per la critica musicale, per la teologia e attirò nella sua cerchia molti intellettuali interessati alla filosofia come “farmaco dell’anima”. Entrambi presero parte attiva alla vita culturale della città: tra i loro allievi ci furono Virgilio ed Orazio oltre a Vario Rufo e Quintilio Varo. Diedero vita ad un vero e proprio cenacolo che riuniva i migliori “ingegni del tempo”.

L’epicureismo trovò dunque la sua sede più adatta non a Roma, che in quel periodo era sede di controverse vicende, ma in Campania, intorno a quel golfo di Napoli che attirava schiere di intellettuali con la sua enorme bellezza. Proprio nella scuola di Posillipo, fondata da Sirone, in una piccola villa circondata da un giardino, di fronte al mare azzurro di Napoli, trovò rifugio Virgilio. Lo stesso poeta descrive in un suo carme, il Catalepton, la residenza che, alla morte del maestro, passò a lui. La città che molti immaginano come sporca, violenta, disorganizzata e molesta è stata culla della civiltà e nutrimento dell’anima per poeti, artisti, filosofi e uomini politici non solo in epoca romana ma anche successivamente. La città non ha mai interrotto il suo intenso legame con la filosofia. In epoca medievale è stata teatro della formazione di un eminentissimo filosofo, nonchè santo: Tommaso D’Aquino, il Doctor Angelicus, di cui vi parleremo nel prossimo appuntamento.

In seguito tratteremo dei grandi filosofi naturalisti del RinascimentoGiordano Bruno, Telesio e Campanella, nessuno dei quali è nato propriamente a Napoli, ma che si sono comunque formati in questa città; anche nel Seicento la città partenopea è stata culla della filosofia: parleremo quindi dell’Accademia degli Investiganti e dei suoi esponenti fino ad arrivare a Gian Battista Vico; il nostro percorso proseguirà attraverso il racconto del Settecento “illuminato” di Carlo di Borbone con Pagano, Filangieri, Broggia, Delfico, Genovesi, Galiani e Doria. Nel primo Ottocento ritroveremo Galluppi, Colecchi, Maturi, Labriola e Bertrando Spaventa fino a giungere al filosofo “napoletano” per eccellenza, pur essendo nato a Pescasseroli: Benedetto Croce. L’attività culturale e filosofica del secondo Novecento a Napoli si incrocia con la storia dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici che ha ospitato anche Gadamer.

Da Antonella Mastrocinque

fonte

https://www.vesuviolive.it/cultura-napoletana/67264-napoli-e-la-sua-bimillenaria-cultura-filosofica/

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