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Nascita della festività di Santo Stefano

Posted by on Dic 25, 2016

Nascita della festività di Santo Stefano

Non tutti sanno che la festività del 26 dicembre ha una origine laica antica più di 800 anni. La festa fu istituita da FEDERICO II° di Svevia, imperatore del Sacro Romano Impero. Quale data del suo compleanno la elevò a festa della Nazione e per l’occasione faceva distribuire gratuitamente il cibo a tutti affinchè potessero mangiare bene e bere e gioire per una festività civile che doveva unire come una sola famiglia, nobili e plebei, tutto il suo popolo. Oggi che ricorre l’822° anniversario della sua nascita, anche noi lo festeggiamo.

FEDERICO II° nasce a Jesi nelle Marche il di 26 dicembre 1194 da Enrico VI° di Hohenstauphen di Svevia, imperatore del SACRO ROMANO IMPERO, re di Germania, d’Italia e di Sicilia, suo padre Enrico V° 1165-1197 era figlio del terribile FEDERICO BARBAROSSA, il castigatore feroce dei leghisti lombardi dei comuni liberi ed insofferenti del potere imperiale. Sua madre fu COSTANZA figlia ed erede del Re di sicilia RUGGIERO II° d’Altavilla di stirpe Normanna. Orfano a tre anni del padre e della madre a quattro, per testamento materno fu affidato al papa INNOCENZO III° per la sua educazione e da egli fù trattato come un figlio e per il suo alto rango di futuro imperatore, fù istruito dai migliori maestri e letterati della curia romana. Con la questione per le investiture dei vescovadi degli abati monasteriali che erano dei feudi a volte molto potenti per vastità di territorio e di rendite, a quel tempo c’era una dura lotta per la gestione del potere temporale tra il papato e quello imperiale e per di più vigeva ancora la dottrina della “TRASTATIO IMPERII” secondo cui i germanici erano, per volere divino, destinati ad egemonizzare il mondo. Quando poi la lega lombarda a Legnano il 29 maggio 1176 con l’aiuto del papa vinse sui germanici sotto la guida del BARBAROSSA, nonno paterno di Federico, si calmarono gli animi bellicosi e cambiò la politica di quei tedeschi in Italia. FEDERICO Ruggiero, portava il nome dei due nonni, nasce in un tendone montato nella piazza del mercato a JESI e fu dopo poco tempo affidato alla custodia della contessa di Spoleto. L’erede arrivava dopo 9 anni infecondi di matrimonio e lei dell’età di 40 anni era già una donna matura perciò l’evento fù considerato portentoso e pretesto di auspici controversi. Avvenimenti in Europa ne avvenivano in continuazione per i sogni ambiziosi e megalomani del padre ENRICO VI°, inculcando ovunque il terrore del guerriero germanico, rozzi e violenti, crudeli e malfidi mostrando con la crudeltà la superiorità ad altri popoli che soggiogavano con la forza bruta. Per fortuna la morte lo colse in anticipo in una battuta di caccia sul Mongibello (Etna) il 28 settembre 1197. Costanza la sua vedova coglie l’occasione per rivalutare la sua stirpe normanna e ridimensionare il potere dei germanici respingendo le pretese di MARCOVALDO, fiduciario del marito, per una sua vice reggenza, successivamente licenzia in tronco tutti i germanici amministrativi e militari espellendoli dal regno di Sicilia. Di poi, per la sua sicurezza e la vita del figlio si allea al papa a cui per testamento già aveva affidato la custodia e si adoperò per lasciare al figlio RE DI SICILIA un regno dove i valori che contavano erano la fede religiosa cattolica, la morale e la lealtà, la tolleranza e la pace fra la popolazione, e dopo aver incoronato il figlio RE DI SICILIA nel duomo di Palermo con il rito bizantino, nel giorno della Pentecoste del 1198 dopo pochi mesi lei muore. Il dì 26 dicembre 1208 durante la festa del suo 14° compleanno annuncia il suo fidanzamento con COSTANZA vedova del re d’Ungheria, di 10 anni più grande di lui e nell’agosto dell’anno 1209 si sposano e lui viene così emancipato. Inizia così il suo giro per le regioni europee per prendere possesso della eredità di suo padre: IL SACRO ROMANO IMPERO e ad Aquisgrana al suo 21° anno di età, FEDERICO II° si incorona imperatore e in qualità di Re dei romani promette solennemente di liberare dagli infedeli il luoghi santi d’oltremare con una crociata e così il papa ONORIO III° il 22 novembre in San Pietro lo incorona Imperatore indossando egli le vesti sontuose del nonno materno RUGGIERO II° re di Sicilia. La Germania la lascia al governo del figlio Enrico e se ne torna in Sicilia dove trova una anarchia totale, dove i signori si usurpavano a vicenda e si guerreggiavano per territori e castelli assoldando mercenari mussulmani che nelle lotte saccheggiavano e violentavano villaggi e città. Federico allora emanò un editto in 20 capitoli riconducendo tutto sotto il diritto del suo governo sovrano e istituì una suprema corte di giustizia. I saraceni mercenari e ribelli sono deportati in massa e circa 20.000 vengono trasferiti in terra di Puglia dove formano delle colonie e costruiscono una rete di castelli come a Lucera e posti alle dirette sue dipendenze, istituisce anche una sua personale milizia tutta fatta di scelti guerrieri mussulmani. Il 9 novembre 1225 dopo la morte della moglie Costanza si risposa con JOLANDA figlia ed erede di JEAN DI BRIENNE re di Gerusalemme. Le pressioni del nuovo papa GREGORIO IX per la crociata promessa si fanno sempre più insistenti fino alla sua scomunica, e così dopo la morte della moglie Jolanda per la nascita del figlio Corrado, parte nel giugno del 1228, utilizza tutta la sua capacità diplomatica ed eloquenza unita alla sua padronanza delle lingue tra cui l’arabo per incontrarsi riservatamente col sultano MALIK AL KAMIL e con la testimonianza del Gran Maestro dell’Ordine dei Cavalieri Teutonici ERMANNO DI SALZA, raggiungendo un accordo in base al quale i territori di Gerusalemme di Nazareth e di Betlemme vengono ceduti insieme ad una strada di accesso fino al mare con la facoltà di fortificarla per la sicurezza dei pellegrini e con tutti i credenti di Maometto liberi di rimanere, professare la loro religione e padroni delle loro moschee e delle loro tradizioni il tutto nella concordia reciproca senza alcuna ostilità d’ambo le parti. Per questo accordo egli il 18 marzo 1229 nella Chiesa che custodisce il Santo Sepolcro di Cristo si incorona Re di Gerusalemme, successore del del suocero, re Jean di Brienne. Da questa pace non guerreggiata sorgono odii profondi verso i cavalieri Teutonici e verso Federico in primo luogo. I cavalieri Templari, i cavalieri di San Giovanni d’Acri e sopratutto gli ordini dei Mendicanti e dei Predicatori, più di tutti quello dei Francescani che da megafoni del papa iniziano una accanita campagna di propaganda fatta di calunnie e di falsità, interpetrando sempre malevolmente ogni fatto per danneggiare l’autorità di Federico, come ad esempio durante il suo soggiorno di Gerusalemme, ove i muezzin si astenevano dall’invito alla preghiera ai mussulmani per non urtare i sentimenti di religiosità Cristiana del sovrano. Ritornato in patria e calmate le turbolenze fomentate dal papa attraverso monaci e sacerdoti, si dedica alla organizzazione dello stato invitando alla sua corte i più eruditi ed esperti del diritto e delle altre scienze ed insieme a PIER DELLE VIGNE suo gran cancelliere e Giacomo da Lentini, Percivalle Doria, Arrigo Testa, Jacopo Mostacci, Ruggiero d’Amici e, il più illuminato di tutti, Taddeo da Sessa ispirandosi al diritto romano, promulga il LIBER LEX AUGUSTALIS nel settembre 1231 noto come le costituzioni di Melfi. A Napoli, per l’istruzione della sua rete di funzionari dello stato con editto del 1224 fonda una università degli studi più competitiva di quelle esistenti di Parigi e di Bologna invitando come docenti i maggiori eruditi europei, furono la matematica, le lettere, la filosofia, la teologia e le lingue orientali le prime facoltà. I dieci anni che seguirono e fino alla morte del papa GREGORIO IX° il 21 agosto 1241 fù un susseguirsi di guerre e devastazioni ovunque con due fazioni l’una GHIBELLINA legata alle ragioni dell’imperatore e l’altra GUELFA che parteggiava per le ragioni del papa che attraverso la organizzazione ecclesiastica delle diocesi infiammava gli animi e turbava le coscienze apostrofando l’Imperatore Federico un satana indemoniato e indegno mussulmano col battesimo, fino al concilio di Lione del 1245 dove una minoranza di partecipanti del collegio cardinalizio ed episcopale ratificarono su insistenza del papa la scomunica (per la terza volta) e la sua decadenza da sovrano in base al principio del primierato ecclesiastico che solo il papa quale successore di Pietro, poteva sulla terra legare o sciogliere un giuramento di fedeltà o una investitura sovrana. la cosa inasprisce oltremisura gli animi ovunque e continuamente vengono sempre più aizzati dalle prediche dei religiosi in ogni città dell’impero. Federico, da tempo malato di febbri intestinali e forse da una procurata intossicazione, sostando nel castello di Fiorentino in Puglia, dopo aver dettato ad un notaio il suo testamento ispirato ad un suo profondo sentimento religioso, alla età di 56 anni il 13 dicembre 1250 rende l’anima a Dio. Il giuramento del papa INNOCENZO IV° nel condannare Federico fù: “dobbiamo distruggere sino agli ultimi discendenti questa razza di vipere che mai più cingeranno corone imperiali e reali ” . Il suo ultimo erede MANFREDI il 26 febbraio 1266, trova la morte sul campo di battaglia di Benevento nell’estrema lotta contro la invasione dell’armata di CARLO D’ANGIO’ fratello di Luigi IX re di Francia invitato e finanziato con le decime della Chiesa, finanzieri fiorentini e dal papa CLEMENTE IV° al secolo Gui Francoi, eletto nel febbraio 1265. L’ultimo rampollo della dinastia Sveva fù CORRADINO, figlio di Corrado, fratello maggiore di Manfredi, che venuto dalla Germania a reclamare l’eredità del suo nonno, nella battaglia di Tagliacozzo fù fatto prigioniero il 23 agosto 1268, e dopo sommario processo, fatto decapitare il 29 ottobre a Napoli nella piazza del mercato da CARLO I° D’ANGIO’, di anni ne aveva solo 16 e poi fu sepolto nella chiesa del Carmine ivi già esistente ! Con CORRADINO muore così il SACRO ROMANO IMPERO e la Chiesa, sempre più potente inizia ad imporre con forza della legge secolare la sua morale e la sua dottrina nelle varie discipline della società civile a cominciare dalla esazione delle decime e dei diritti sulle unioni matrimoniali con la sua indissolubilità e con la santa inquisizione contro le eresie rese reato penale e passibile di pena capitale affidando i tribunali inquisitori ai monaci predicatori dell’ordine di San Domenico soprannominati i “cani di Dio”. Il regno di Napoli e della Sicilia dovevano, ad iniziare da Carlo I° d’Angiò, annualmente corrispondere al papa il “censo apostolico” (una notevole somma in oro) per la investitura del regno, feudo ritenuto proprietà della Chiesa e difendere con onere di spesa di necessarie armate lo stato della Chiesa quanto richiesto dal Papa !

Carmine Di Domenico

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