Nella Bisaccia: Pietro Metastasio
Tra gli strumenti di un cammino vi è la bisaccia, una borsa con cui poter portare il piccolo necessario; non certo il pasto che i pellegrini chiedevano e chiedono agli ostelli, ma qualche semplice e piccolo boccone per sostenere il passo. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Bisaccia” è un insegnamento della sapienza naturale con cui poter sostenere il passo dell’esistenza e confermare la scelta della bellezza della Verità Cattolica.
Tu dici ch’io non speri, ma non dici abbastanza; l’ultima che si perde è la speranza
(Pietro Metastasio – Didone abbandonata)
Chi conosce l’Eneide sa bene che Didone perse la speranza e si uccise.
Enea decise di abbandonarla per riprendere il viaggio e compiere il proprio destino; e lei, sopraffatta dal dolore, si arrese.
In questi versi di Metastasio, Didone dice che la speranza è l’ultima cosa che si perde, cioè è l’ultima cosa che muore.
E’ vero. Eppure anch’essa può essere persa, se da speranza a servizio del Vero si trasforma in speranza a servizio del proprio desiderio.
La speranza è l’ultima cosa che muore, perché esiste fin quando ad essa non si rinuncia, indipendentemente da come vadano le cose.
E’ sempre presente come luce.
Quando si affievolisce, ancora non è morta ed è sempre pronta a dare conforto.
La speranza è la vita.
Ma la vera speranza è ciò che lega al Vero. Un Vero che va ben oltre ciò che si desidera.
Didone avrebbe voluto che Enea restasse con lei. Ma se ciò fosse avvenuto, Enea non avrebbe adempiuto al suo compito e non avrebbe compiuto il suo giusto destino.
La vera speranza invitava Didone ad accettare il Vero. Ma ella credeva che la speranza servisse a servire il proprio desiderio.
Quando si accorse che la vera speranza la costringeva ad accettare il Vero, vi rinunciò …disperata.
Corrado Gnerre
fonte
“Tu dici ch’io non speri, ma non dici abbastanza; l’ultima che si perde è la speranza.” (Pietro Metastasio)