NELSON E LA FLOTTA NAPOLITANA
Ora, è assolutamente provato e documentato che la distruzione della flotta napoletana fu ordinata dal Nelson. L’ammiraglio inglese sdegnò il contributo di forza che le navi borboniche gli avrebbero recato e preferì darle alle fiamme. Era, comunque, una potenza navale del Mediterraneo che veniva distrutta: una potenza oggi alleata e che domani, dopo un’eventuale vittoria, avrebbe potuto riprendere il suo programma di consolidamento e di espansione.
Dopo l’immenso rogo acceso nel golfo di Napoli, si disse che gli ordini di Nelson erano stati interpretati male, e che in ogni modo si voleva solamente impedire che le navi napoletane fossero cadute nelle mani dei francesi: come se la marina napoletana non avesse dato prova delle sue capacità innanzi agli stessi inglesi, nella presa di Tolone, e come se la Sicilia non fosse fornita di ottimi porti per accoglierla! Ma in quell’episodio si ritrova l’Inghilterra eterna, l’Inghilterra che non cerca in Europa ingrandimenti territoriali, o vittorie militari, quanto l’indebolimento e l’impoverimento di tutti i popoli del continente, siano essi alleati o nemici: la discordia europea e la precarietà della loro vita politica sono fattori essenziali della Pax Britannica.
– Asvero Gravelli, L’Inghilterra e la Sicilia, da un libretto edito negli anni ’30 del secolo scorso dallo Stabilimento Tipografico “Europa” di Roma e riprodotto a cura dell’Istituto di Studi Storici Economici e Sociali, Napoli; pag. 14, 15.
fonte
regnodelleduesicilie.eu