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Nostradamus, lo storico-poeta

Posted by on Lug 5, 2017

Nostradamus, lo storico-poeta

    Nostradamus è sempre un successo di cassetta. Le sue profezie scritte più di quattro secoli fa sono state l’oggetto di più di centosettanta edizioni, senza contare le numerose traduzioni e le migliaia di commentarli. All’inizio del nuovo millennio, esse tornarono in forza, tanto più che il mago da salotto mise in causa il settimo mese del 1999 (quartina 72 della decima Centuria).

   Terzo grande conflitto, secondo Jean-Charles de Fontbrune, che, dopo il successo di “Nostradamus, storico e profeta”, ricomparve con un libro che interpretava le quartine fino al 2025, dal titolo “Nostradamus dal 1999 all’età d’oro”.

   Tuttavia due altre opere, che si completano, apportano una nuova luce su Michel de Nostre-Dame, alias Nostradamus (era corrente, all’epoca, per i giovani istruiti, di latinizzare i loro patronimici).

   Figlio di Jaumet, un mercante di cereali, poi notaio ed usuraio di Saint-Rémy, in Provenza, Michel de Nostre-Dame è nato, il 14 dicembre 1503, in una famiglia che conta, fra i suoi antenati paterni, parecchi ebrei convertiti. Nell’autunno del 1529, egli si iscrive alla facoltà di medicina di Montpellier (l’illustrissima università in cui vengono ad istruirsi, da tutta Europa, i più grandi spiriti della sua epoca), nella bassa Linguadoca, che non tarda a radiarlo, perché egli aveva esercitato la professione di farmacista per qualche tempo e soprattutto per aver sparlato dei dottori. E’ in quest’epoca che Michel si inizia all’astrologia, scienza indispensabile al perfetto medico.

   Piuttosto spensierato, il giovane medico generico esercita il suo mestiere nel corso dei viaggi: Bordeaux, Agen, Tolosa, Narbonne, Carcassonne, Aix – en -Provence, Lyon, ma anche Genova e Savona, impiegandosi a curare come può la peste che infierisce dappertutto, serrando tra i denti uno spicchio “d’aglio azzurro”, per proteggersi dal contagio. Durante questo tempo, gli eserciti di Carlo V invadono la Provenza. Nel Lubéron i Valdesi sono sterminati a migliaia, mentre sorgono carestìe e peste. E’ per lottare contro quest’epidemia che la città di Aix-en-Provence lo ingaggia  per nove mesi. Vi scopre visioni d’onore: “I cimiteri erano così pieni di corpi morti che non si scava più luogo sacro per seppellirli. (…) Parecchi macchiati di peste per frenesia si sono gettati nei pozzi: altri si sono precipitati dalle finestre in basso sul selciato…” Infine, all’avvicinarsi della cinquantina, verso il 1550, Michel de Nostre-Dame si installa  definitivamente a Salon – de – Crau, ove  sposa Anne Ponsard, una giovane vedova, che gli darà sei figli. Medico serio, divenuto un notabile della città, egli compensa la sua sedentarizzazione dandosi a predizioni. Il successo di alcuni di quei foglietti spinge Nostradamus a pubblicare due serie di presagi paralleli: una “Pronosticazione” per stagione e un “Almanacco” mensile, che offrivano insieme ragguagli pratici  (un calendario con le feste dei santi, le date delle fiere, informazioni metereologiche ed astronomiche) ed un quadro visionario  dell’avvenire. Nel 1555 innova aggiungendo profezie messe in versi, di cui una parte, riunita sotto il titolo di “Presagi”, è pubblicata trentanove anni dopo la sua morte. Imbaldanzito dall’accoglienza del pubblico, si lancia allora nell’edizione delle “Centurie astrologiche”, i cui versi tenebrosi ed oscuri lo destinano ad un pubblico di iniziati.

   Così l’opera poetica di Nostradamus (“Centurie astrologiche” e “Presagi”), rieditata nel corso dei secoli sotto il titolo di “Profezie”, non comprende le pronosticazioni e i presagi in prosa degli almanacchi , che, pubblicazioni effimere, sono subito scomparsi. Tuttavia, verso il 1580, Jean Chevignard, detto Jean-Aimé de Chavigny, il segretario di Nostradamus, riunì, per ricopiarli, tutti i documenti sparsi che possedeva del suo maestro. Questo manoscritto di più di settecento pagine, composto partendo da ventisette almanacchi e pronosticazioni, che comprende 6228 presagi, di cui 154 quartine, è stato acquisito, nel 1990, dalla Biblioteca municipale di Lyon. Ora restaurato, esso ha svelato i suoi segreti. a Bernard Chevignard, professore all’università di Borgogna, che porta il patronimico originario del discepolo di Nostradamus.

   Nell’edizione critica di “Presagi di Nostradamus”, vero lavoro da benedettino, lo Chevignard dimostra come Nostradamus coltivava il mistero prendendo cura di non esprimersi che per sentenze ermetiche: “Intenda chi ha orecchie! diceva egli, poiché è degno di queste rivelazioni solo colui che ha lo spirito abbastanza sottile per penetrarne il senso…” Questo osservatore sperimentato, però, è anche un uomo di grande cultura. In ciò l’autore raggiunge Georges Dumézil e Pierre Brind’Arnour (“Nostradamus. Le prime Centurie o Profezie ”, Droz, 1996), che, decriptando un certo numero di quartine, hanno dimostrato “che sono trasposizioni di episodi improntati a Tito Livio o a Svetonio. Come tutti gli umanisti, Nostradamus trovava risorsa in profondità nell’Antichità”. E Pierre Brind’Anour precisa: “Le Centurie sono in realtà come una vasta “Leggenda dei secoli”, redatta al tempo futuro. L’impresa si giustifica in una prospettiva ciclica del tempo, per la quale quello che si è svolto si riprodurrà un giorno”. Camminando sulle tracce di Georges Dumézil, Roger Prévost ha lavorato, per dodici anni, sulle “Centurie”, provando a ritrovare le parole troncate, a scoprire gli errori dei copisti e a localizzare geograficamente gli avvenimenti. Così Varennes, che figura nella quartina 20 della nona Centuria, non evoca per forza il Varennes – en – Argonne, in cui fu arrestato Luigi XVI. Esistono trentuno Varennes in Francia e Dumézil propendeva per una vecchia storia di re e di regine assassinati verso il  670 nella foresta di Bondy.  

   Roger Prévost ha riscontrato tutti gli indizi tenendo conto del contesto dell’epoca. Egli ha individuato le espressioni e i temi che ritornano regolarmente per comprendere la sua tecnica: egli tesse attraverso le sue quartine tutta una rete di corrispondenze nella storia”.

   Il Prévost in “Nostradamus. Il mito e la realtà. Uno storico al tempo degli astrologhi” spiega come Nostradamus sia essenzialmente rivolto verso il passato e il presente. Gli esempi sono numerosi: la quartina 97 della seconda Centuria, che annuncia la morte  di un papa a Lyon, non concerneva Giovanni Paolo II, che vi si recò nel 1986, ma riporta l’incoronazione del pontefice Clemente V, nel 1305, la cui cerimonia si era conclusa in dramma. Quanto alla quartina 72 della decima Centuria, che designa apertamente il mese di luglio 1999, Roger Prévost dimostra che si tratta piuttosto del mese di luglio 1099, data della presa di Gerusalemme da parte di Goffredo di Buglione. La dimostrazione è seducente, anche se si può rimproverare che l’autore, nell’entusiasmo del ragionamento, non risitua le “Centurie” nella cronologia dell’opera. Profondamente immerso nel XVI secolo, Nostradamus si rivela un poeta meraviglioso e un notevole storico per raccontare i drammi del suo tempo: le guerre, i grandi flagelli, le eresie e i loro roghi.

   Nostradamus ha giocato un ruolo nella storia, dato che ebbe relazioni con Caterina de’ Medici, che, impressionata dalla sua reputazione, giunta fino a Parigi, lo invita a Corte per indirizzare i temi astrali dei figli reali ? Non lo pensiamo, o almeno dal punto di vista politico. Laddove alcuni vogliono vedere in lui l’incarnazione dell’esoterismo del Rinascimento, diremmo piuttosto che si tratterebbe di un uomo del Lumi rinascenti dalla Provenza. Insieme poeta, medico ed astrologo, egli ha legami potenti con le più brillanti città meridionali del Cinquecento. Le sue patrie sono Saint – Rémy – de – Provence, dalle ammirevoli vestigia antiche, Salon- de – Provence, il gioiello della civiltà provenzale. La sua epoca è, o sarà presto, quella dei primi, grandi scrittori francofoni meridionali. In lingua francese, in realtà, non si vedono molti fra di essi che Montaigne, Monluc e lui stesso. Tanto Nostradamus era un fanciullo della pace, di ciò che si chiama il bel XVI secolo, quanto la sua famiglia e lui stesso, negli ultimi anni della sua vita, stanno per conoscere quella lacerazione catastrofica che sono le guerre di religione.

   Nostradamus rappresenta quello che c’è di migliore nella civiltà provenzale dell’epoca. Nella sua opera “Uno storico al tempo degli astrologhi”, Roger Prévost ha provato a mostrare che, lungi dal divinare l’avvenire, Michel “prediceva il passato”. E’ una tesi audace, con, senza dubbio, un poco di libera interpretazione. Prévost si è sforzato di agganciare i versi del grande astrologo a degli avvenimenti, sia del basso Medio Evo, sia dell’epoca delle crociate. E sollecitando un poco i testi, vi riesce ! Confessiamo, tuttavia, di non essere completamente convinti. E’ un poco come quando si è voluto vedere nel sonetto delle vocali di Rimbaud una sorta di simbolismo sessuale. Crediamo soprattutto che Nostradamus sia un grande poeta: l’oscurità stessa dei suoi testi fa di lui, in qualche misura, il contemporaneo dei nostri poeti attuali, che sono spesso molto oscuri, ma molto lontani dall’avere il suo talento!

  Il cammino di Michel non è tanto misterioso quanto la sua opera. Gli storici disponevano sufficientemente di documenti scritti da lui stesso, dai suoi parenti, o dagli autori del suo tempo, come Ronsard o Rabelais, per scrivere la vita di questo personaggio illustre, i cui testi enigmatici hanno fatto versare tanto inchiostro, scatenato tante polemiche e, ahimè, suscitato tante inquietudini, per non dire panici, da secoli.

  Nostradamus aveva anche predetto la data e il luogo della sua morte: il 2 luglio del 1566 si trova il vecchio uomo che giace nella sua camera-ufficio, esattamente nella posizione e alla data che aveva predetto, “tutto morto presso il letto e il banco”. Lui che si diceva cristianissimo fu interrato nella chiesa dei Cordiglieri, a Salon. Durante la Rivoluzione francese, la sua tomba fu profanata. La leggenda dice che le guardie nazionali vi scoprirono una pergamena che annunciava questa profanazione. Non si presta che ai ricchi. E ciò non sarà finito.

 Alfredo Saccoccio

 

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