Nota informativa n. 4 settembre-dicembre 1996
1. ATTIVITÀ DELL’ISTITUTO
È stato costituito il primo nucleo della biblioteca dell’Istituto. Essa verrà arricchita gradualmente tramite acquisti, ma anche tramite donativi di soci e di simpatizzanti, i quali vengono fin da ora esplicitamente sollecitati in merito. Si ricorda che l’Istituto pone comunque i volumi a disposizione temporanea di chi ne faccia richiesta, inclusi i donatori stessi.
Oltre alla biblioteca, è in via di creazione uno schedario bibliografico delle ormai numerose opere (libri, articoli, video e audio cassette, materiali iconografici) sull’Insorgenza.
A tal fine si prega chiunque sia in grado di farlo di inviare all’Istituto fotocopia del frontespizio e degl’indici di volumi posseduti o reperiti, o, in alternativa, segnalazioni e schede bibliografiche di opere relative all’Insorgenza e al periodo storico nel quale essa si è svolta. Esempio di scheda per i volumi: JACQUES GODECHOT, La controrivoluzione. Dottrina e azione (1789-1804), trad. it., Mursia, Milano 1988, e per i periodici: RENATO CIRELLI, Il «caso ferrarese». Aspetti della storia religiosa, politica e sociale di una provincia italiana, per tanti versi esemplare, dalla Unità ai nostri giorni, in Cristianità, anno XII, n. 109, maggio 1984, pp. 5-9.
Le segnalazioni e le schede vanno integrate da informazioni sulla reperibilità dei testi («segnature» di archivi e biblioteche; indirizzi di librerie, ecc.) e da ogni altro dato che ne consenta o agevoli l’utilizzo.
È in via di arricchimento lo schedario dei nominativi dell’Istituto: si sollecita comunque l’invio di ulteriori nominativi.
Interventi dell’Istituto
L’11 ottobre 1996, organizzato da Alleanza Cattolica in collaborazione con l’ISIN di Milano, si è svolto a Modena presso l’auditorium della Camera di Commercio l’incontro dal titolo «Unità nella tradizione o uniformità nell’utopia?: un’epopea nazionale quando le “Italie” erano divise». Relatori monsignor Ettore Rovatti, parroco di Finale Emilia e storico locale, e il dr. Marco Invernizzi, presidente dell’ISIN.
Il 18 ottobre 1996, a Biella, presso la sede provinciale di Alleanza Nazionale, organizzata da Alleanza Cattolica in collaborazione con la sezione piemontese dell’ISIN, il dr. Marco Álbera, responsabile dell’ISIN per il Piemonte, ha tenuto una conferenza dal titolo «La Vandea», dedicata appunto all’insorgenza contro-rivoluzionaria dell’Ovest della Francia nel 1793-1796. Presenti circa 40 tra dirigenti e quadri del partito.
Ad Asti, il 7 novembre 1996, organizzato da Alleanza Cattolica in collaborazione con la sezione piemontese dell’ISIN, su invito dell’Associazione Convegni Culturali Maria Cristina, nei locali del Circolo Culturale San Secondo, si è svolto un incontro dal titolo «Asti e il suo contado contro la Rivoluzione francese. A 200 anni dall’abbattimento della Repubblica Astese (luglio 1797)». Presentato dal professor don Luigi Berzano dell’Università di Torino, ha tenuto una conversazione il dr. Marco Álbera davanti a circa 80 persone.
Il 9 novembre 1996 si è svolto a Cremona un incontro di presentazione del libro Le insorgenze contro-rivoluzionarie in Lombardia nel primo anno della dominazione napoleonica. 1796, scritto dal direttore dell’ISIN Oscar Sanguinetti, ai dirigenti e aderenti – circa 15 – di un circolo monarchico cittadino. La presentazione è stata tenuta dal dr. Paolo Martinucci dell’ISIN di Sondrio.
Il 21 novembre 1996, a Castiglione Torinese, nell’ambito di Castiglione Incontri, organizzata da Alleanza Cattolica e dalla sezione piemontese dell’ISIN, il dr. Marco Álbera ha tenuto una conferenza sul tema «1792-1799: dalla guerra all’Insorgenza. La resistenza del Piemonte contro la Rivoluzione francese. Da Castiglione a Ivrea: la trionfale campagna di liberazione della Massa Cristiana levata dal maggiore Branda De’ Lucioni». Presenti circa 15 persone.
Il 22 novembre 1996, a Biella, presso il salone di Palazzo Cisterna, organizzata da Alleanza Nazionale-Azione Giovani in collaborazione con Alleanza Cattolica e con la sezione piemontese dell’ISIN, il dr. Marco Álbera ha tenuto una conferenza dal titolo «1796-1797: una Vandea italiana. A 200 anni dalle insorgenze antigiacobine in Piemonte». Presenti 85 persone.
2. NOTIZIE E SEGNALAZIONI
È stato pubblicato il libro di OSCAR SANGUINETTI, Le insorgenze contro-rivoluzionarie in Lombardia nel primo anno della dominazione napoleonica. 1796, con una prefazione di Marco Tangheroni, Cristianità, Piacenza 1996, L. 20.000. Il libro è reperibile presso le librerie cattoliche servite dal distributore MESCAT oppure presso l’indirizzo dell’Istituto.
Per conto della Banca di Romagna di Lugo è stata curata dall’Istituto la nuova edizione riveduta (la terza) dell’importante saggio di ALFONSO LAZZARI, La sommossa e il sacco di Lugo. Episodio dell’invasione francese nelle Romagne (1796) [1a ed., Zuffi, Ferrara 1906; 2a ed. Galeati, Imola 1965]. La ristampa del volume, prevista per dicembre, sarà corredata da una prefazione di Francesco Mario Agnoli, nonché da una premessa storico-critica di Oscar Sanguinetti, che ha curato anche la revisione e l’aggiornamento della bibliografia del volume.
È annunciata per gennaio/febbraio 1997 l’uscita presso l’editore Minchella di Milano della nuova edizione riveduta (la seconda) del libro di GIACOMO LUMBROSO, I moti popolari contro i francesi alla fine del secolo XVIII (1796-1800), Le Monnier, Firenze 1932. L’edizione è stata curata da Oscar Sanguinetti, dell’ISIN, che ha pure redatto una nuova introduzione storico-biografica.
Opera ormai classica, anche se di taglio divulgativo, offre un panorama sufficientemente esteso – anche se incompleto – dell’insorgenza italiana negli anni dal 1796 al 1800, con particolare riferimento ai moti toscani del Viva Maria! e alle vicende del Regno di Napoli. Per lunghi anni è stata l’unica opera di sintesi sull’Insorgenza ed è stata la lettura «di iniziazione» di molti che si sono dedicati alla storia dei moti contro-rivoluzionari italiani. La validità della riproposta sta nel fatto che ancora mancano valide opere d’insieme, che le fonti utilizzate – delle quali molte riportate in appendice al volume – sono tuttora valide e inedite, che, infine – al di là dell’interpretazione di fondo, di stampo accentuatamente nazionalistico -, conferisce un «sapore» e un «colore» agli episodi principali della Insorgenza tali da attrarre al tema più d’un lettore.
L’apparato critico del saggio è stato in parte rivisto e normalizzato, mentre la bibliografia è stata aggiornata e integrata. La premessa contiene anche un breve profilo biografico e bibliografico di Giacomo Lumbroso, prematuramente scomparso negli anni del secondo conflitto mondiale.
Il volume FRANCESCO MARIO AGNOLI, Guida introduttiva alle insorgenze contro-rivoluzionarie in Italia durante il dominio napoleonico (1796-1815), Mimep-Docete, Pessano (Milano) 1996, è stato recensito anche dalle seguenti testate:
Civitas Christiana, n. 3/4, giugno-settembre 1996, pp. 92-93;
Controrivoluzione, aprile-novembre 1996, pp. 57-58;
Arte Cristiana, n. 775, luglio-agosto 1996, p. 321.
3. LIBRI RICEVUTI
AA. VV., La Toscana e la Rivoluzione francese, a cura di Ivan Tognarini, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1994.
AA. VV., Arezzo tra rivoluzione ed insorgenze 1790-1801, a cura di Ivan Tognarini, Aretia Libri, Arezzo 1982.
AA. VV., Occupazione francese e insorgenza antifrancese nelle carte dell’Archivio di Stato di Arezzo (1799-1801), a cura di Augusto Antonielli, Provincia di Arezzo-Progetto Archivi, Arezzo 1991.
I giornali giacobini italiani, a cura di Renzo De Felice, Feltrinelli, Milano 1962.
GIOVANNI NOFERINI, L’antico Settimo [San Frediano a Settimo, Pisa], 3 voll., presso l’Autore (Grafica Hobby Lorenz), 1a ristampa, Pisa 1995-1996.
4. APPUNTI DI STORIA DELLE INSORGENZE/ 2
La riproposta in questo numero dell’articolo «Sanfedismo», redatto per l’Enciclopedia Cattolica dallo storico romano Renzo Uberto Montini (1909-?), ci sembra utile perché sintetizza in breve spazio la corretta ermeneutica di un termine che, oggi come ieri, viene utilizzato in chiave spregiativa e minatoria. La storia del linguaggio, soprattutto quando ci si occupa di storia della Rivoluzione di matrice illuminista, è un tema — come dimostrano gli studi di Erasmo Leso (cfr. Lingua e Rivoluzione, Istituto Veneto di Lettere ed Arti, Venezia 1991) — quanto mai importante e imprescindibile per comprendere nella loro integrità tali fenomeni.
(Il testo è stato lievemente ritoccato, aggiungendo qualche riferimento in più, mentre la bibliografia è stata completata con il nome esteso dell’autore e con l’indicazione delle case editrici).«SANFEDISMO»
L’invasione giacobina del 1796-98 fu ben lungi dal suscitare in Italia gli universali entusiasmi di cui favoleggia la storiografia liberale.
Se la «libertà» recata sulla punta delle baionette francesi riuscì gradita a taluni ambienti borghesi, intinti di razionalismo e di volterianesimo, i ceti aristocratici e più ancora le masse popolari si levarono concordi a difesa dei «troni e degli altari» che la Rivoluzione d’oltralpe minacciava: di qui le sollevazioni piemontesi anche dopo che le autorità avevano ceduto e la famiglia reale era stata costretta a riparare in Sardegna; l’eroica resistenza dei Marcheschi delle valli bresciane (val Trompia e val Sabbia), fedeli alla Repubblica di S. Marco [marzo-aprile 1797]; il sanguinoso episodio delle Pasque Veronesi [17-25 aprile 1797]; le gesta degli Insorgenti della Toscana [aprile-settembre 1799], delle montagne di Tolfa [nei pressi di Roma; dicembre 1799], delle Marche [1797; 1799] – i quali accorsero con i loro capimassa sotto le bandiere del generale [Giuseppe] Lahoz [(1773-1799)] e ritolsero ai Francesi la piazzaforte di Ancona – e degli Abruzzi [dicembre 1798-maggio 1799]. Particolarmente imponente questa «reazione» – come fu chiamata – nel regno di Napoli, dove i Lazzari [i popolani napoletani, ndr] si fecero massacrare per le vie della capitale dai Francesi e dai loro sostenitori, pur dopo la fuga del re in Sicilia, e dove la breve vita della Repubblica partenopea fu costantemente posta in difficoltà dalla rivolta delle province, devote alla monarchia e alla religione. Furono questi ribelli del Mezzogiorno agli ordinamenti repubblicani a dirsi per primi «Sanfedisti», cioè combattenti della S. Fede; e su loro massimamente contò il card. Fabrizio Ruffo [(1744-1827)] per rafforzare il proprio esercito, dall’estrema Calabria giunto vittorioso fin sotto le mura di Napoli; e fu appunto al Ruffo e ai suoi sanfedisti che il governo repubblicano si arrese, con l’onorevole capitolazione, malauguratamente infranta dal[l’ammiraglio inglese Horatio] Nelson [(1758-1805)].
I luttuosi avvenimenti che ne seguirono non sono imputabili, come ognuno sa, al cardinale ma si fecero ricadere a torto su di lui, mentre è unicamente da addebitargli, caso mai, lo scarso discernimento dimostrato nell’accogliere tra le proprie file intere bande di briganti desiderose di rifarsi una vita, i quali non mancarono di perpetrare crimini non meno lamentevoli di quelli commessi dai cosiddetti «liberatori». Occorre pertanto sceverare nettamente ben individuate responsabilità di singoli e di gruppi per restituire al s. originale ed autentico l’innegabile merito di avere rappresentato, nell’Italia meridionale, la spontanea resistenza di popolazioni profondamente cattoliche e devote alle autorità legittime contro gli abusi, le violenze e l’opera scristianizzatrice di un governo instaurato e sostenuto dallo straniero, in dispregio di tutte le tradizioni politiche e religiose locali: del che è testimone non sospetto Vincenzo Cuoco (cfr. Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799 [a cura di Nino Cortese, Vallecchi, Firenze 1926], specie ai capitoli 16, 19 e 21). Con serena valutazione, W.[alter] Maturi [(1902-1961)] ha scritto che il s. costituisce una «Vandea italiana, su uno sfondo sociale più grandioso» (Enciclopedia Italiana, vol. XXX, p. 639) di quella francese, espressione di un patriottismo a carattere locale anziché nazionale, ma non per questo meno degno di ammirazione. Gli storici di parte liberale, interessati a porre in cattiva luce il s., hanno esteso arbitrariamente il significato originario del termine, comprendendovi anche i posteriori seguaci del restaurato Borbone, moralmente corresponsabili della spietata reazione, e, in genere, tutti i fautori dell’assolutismo nel mezzogiorno della Penisola. Sanfedisti si dissero altresì, in epoca successiva, gli aderenti a talune società segrete – sulla cui attività si è d’altronde scarsamente informati -, che si costituirono nello Stato pontificio subito dopo il 1815 in opposizione alle sètte carbonare: ma la loro azione venne sconfessata dal governo per evidenti motivi di opportunità e giustizia.
BIBLIOGRAFIA
L’ampia bibliografia in materia è prevalentemente liberale: cfr. l’edizione del Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799 del Cuoco a cura di N.[ino] Cortese, cit. Tra le opere più significative si citano: R.[AFFAELE] VILLARI, Giacobini e sanfedisti nel 1799, [Pierro,] Napoli 1891; B.[ENEDETTO] CROCE, Storia del Regno di Napoli, [Laterza,] Bari 1925; N.[ICCOLÒ] RODOLICO, Il popolo agli inizi del Risorgimento nell’Italia Meridionale, Le Monnier, Firenze 1928; A.[TTILIO] SIMIONI, Le origini del Risorgimento politico dell’Italia meridionale, [Principato,] Messina[-Roma] 1925; G.[IACOMO] LUMBROSO, I moti popolari contro i Francesi alla fine del secolo XVIII, [Le Monnier,] Firenze 1932. Sul s. nello Stato pontificio, [cfr.] G.[ELLIO] CASSI, Il card. Consalvi e i primi anni della restaurazione pontificia, [Dante Alighieri,] Milano[-Genova-Roma] 1931.
In Enciclopedia Cattolica, 12 voll., Ente per l’Enciclopedia Cattolica e per il Libro Cattolico, Città del Vaticano 1952-1954, vol. X (1953), pp. 1754-1755.
Estensore: RENZO UBERTO MONTINI, ordinario di storia nei licei.
fonte
http://www.identitanazionale.it/boll_m004.php