Posted by altaterradilavoro on Set 19, 2024
Risorgimento? Del paganesimo (I-2001)
“Principe generoso e magnanimo, Principe che i popoli salutano Redentore, Principe, innanzi a cui si attutano le passioni, si dileguano i sospetti, si sciolgono i dubbii, Principe che ha il dono meraviglioso della fede inconcussa che converte e trascina, Principe, miracolo dell’età nostra fortunata, Principe che passerà alla memoria dei posteri col nome di RE GALANTUOMO”: con questa specie di litania l’influente massone Pier Carlo Boggio, collaboratore di Cavour, saluta Vittorio Emanuele II.
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Posted by altaterradilavoro on Set 9, 2024
Nel messaggio di Fatima del 13 luglio 1917 la Madonna disse testualmente: «La guerra sta per finire; ma se non smetteranno di offendere Dio, durante il Pontificato di Pio XI ne comincerà un’altra ancora peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà che sta per castigare il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre».
La Seconda guerra mondiale cominciò ufficialmente il 1° settembre 1939 con l’invasione tedesca della Polonia. Nel giro di due giorni ci furono le dichiarazioni di guerra alla Germania da parte di Inghilterra e Francia e così il conflitto polacco-tedesco si trasformò in una guerra europea.
Due anni prima, la sera del 25 gennaio 1938, un’aurora boreale di grandissima luminosità aveva illuminato il cielo dell’Europa centrale e meridionale e del Nord Africa, fino al Nord America e al Canada. Suor Lucia, nell’istituto di Santa Dorotea a Tuy, in Spagna, dove allora si trovava, sembrò identificare questa aurora boreale con il “grande segno” profetizzato dalla Madonna. «Dio se ne servì per farmi capire che la sua giustizia stava per scaricarsi sulle nazioni colpevoli e cominciai allora a chiedere con insistenza la Comunione riparatrice nei primi sabati e la consacrazione della Russia» (Documentos de Fatima, Porto 1976, p. 231).
Nel 1938 regnava sulla Chiesa Pio XI, il cui nome nel 1917 era ignoto ai pastorelli di Fatima. Pio XI morì il 10 febbraio 1939 e gli successe il 2 marzo dello stesso anno Pio XII. Secondo il messaggio di Fatima la guerra non scoppiò nel 1939 sotto Pio XII, ma un anno prima sotto il suo predecessore. Dal momento che non si possono attribuire errori alla Beatissima Vergine Maria, questa apparente svista storica ci porta a riflettere sull’origine del conflitto. Tra l’aurora boreale del gennaio del 1938 e la morte di Pio XI, un anno dopo, quale evento potrebbe essere identificato come causa scatenante la Seconda guerra mondiale?
Il 1938 fu caratterizzato dalla politica anglo-francese di appeasement verso la Germania hitleriana, che con l’Anschluss del 13 marzo aveva annesso l’Austria al Terzo Reich. La preoccupazione principale del Primo ministro britannico Chamberlain era quella di scongiurare una guerra contro la Germania. Per evitare che la situazione internazionale precipitasse, il 29-30 settembre si tenne a Monaco di Baviera una conferenza delle quattro potenze occidentali: Francia, Inghilterra, Germania e Italia, con la partecipazione dei rispettivi leader politici: Edouard Daladier, Neville Chamberlain, Adolf Hitler e Benito Mussolini. Al termine dell’incontro, l’Inghilterra e la Francia accettarono l’annessione tedesca dell’Austria e diedero via libera a quella della Cecoslovacchia. Chamberlain tornò trionfante a Londra, illudendosi di aver evitato la guerra, assecondando l’espansionismo di Hitler, ma Winston Churchill (1874-1965), nel suo discorso alla Camera dei Comuni del 5 ottobre: disse «Abbiamo subito una disfatta totale e senza scusanti … Ci troviamo dinanzi a un disastro di prima grandezza…. Tutti i paesi dell’Europa centrale e del bacino danubiano verranno assorbiti, l’uno dopo l’altro, nel vasto sistema della politica nazista … E non pensate che questa sia la fine. È soltanto l’inizio …» (William L. Shirer, Storia del Terzo Reich, Einaudi, Milano 2014, p. 648).
Tra i più lucidi osservatori della situazione internazionale c’era il direttore della rivista brasiliana “O Legionário”, Plinio Corrêa de Oliveira (1908-1995), che il 2 ottobre 1938 così commentava: «In materia di umiliazione, la Francia e l’Inghilterra non potranno andare più lontano. Hanno bevuto il calice fino all’ultima goccia. E quando si annunciò loro che con l’ingestione di qualche altra goccia forse avrebbero conseguito la pace, piansero di gioia».
Il 1939, dopo l’annessione tedesca dei Sudeti, si aprì con una sorprendente previsione del pensatore brasiliano, apparsa sul primo numero dell’anno del “Legionário”: «Mentre si vanno delimitando tutti i campi di battaglia, si sta svolgendo un processo sempre più chiaro: quello della fusione dottrinale del nazismo col comunismo. A nostro parere, il 1939 assisterà al compimento di questa fusione». Alcuni mesi dopo, nell’agosto del 1939, l’annunzio del cosiddetto patto Ribbentrop-Molotov fece l’effetto di una vera e propria bomba nell’opinione pubblica europea. Il patto di “non-aggressione” aveva una validità decennale e impegnava i due contraenti a desistere da qualsiasi “reciproco” attacco. Ad esso era aggiunto un “protocollo segreto” che lasciava via libera a Hitler per attaccare la Polonia, lasciando all’Urss il controllo dei tre paesi baltici, della Finlandia, della Polonia e della Bessarabia.
Il 1° settembre 1939 l’esercito tedesco invase la Polonia. Nella sua Nota internacional del 3 settembre, Plinio Corrêa de Oliveira commentò l’evento con queste parole: «Tutto ci porta a credere che la guerra è stata determinata non da un semplice patto di non-aggressione, ma da un accordo segreto fra la Russia e il Reich, che probabilmente prevedeva la spartizione della Polonia».
Quello stesso 3 settembre, la Gran Bretagna e la Francia dichiararono guerra alla Germania. Iniziava ufficialmente la Seconda guerra mondiale, che Plinio Corrêa de Oliveira in un articolo sul “Legionário” definiva La guerra più enigmatica del nostro secolo (31 dicembre 1939). L’enigma era rappresentato dal velo di apparenti contraddizioni con cui «le oscure forze del male» avvolgevano le loro manovre per distruggere quanto ancora sopravviveva della Civiltà cristiana.
I primi mesi del conflitto videro una fulminea avanzata dell’Esercito tedesco, che dopo aver occupato la Polonia, avanzò ad ovest, fino a raggiungere la costa atlantica. Il 10 maggio 1940, il giorno in cui Hitler aprì l’offensiva occidentale, Winston Churchill assunse l’incarico di primo ministro del Regno Unito, trovandosi ad affrontare la più grande minaccia subita dall’Inghilterra in tutta la sua storia. I panzer della Wehrmacht erano a 25 chilometri a sud di Dunkerque dove l’intero corpo di spedizione britannico e la maggior parte dei soldati francesi si trovavano inchiodati tra il mare e il fronte tedesco. La Francia era sull’orlo del collasso, un intervento degli Stati Uniti non era prevedibile e la disfatta sembrava alle porte.
Nel suo discorso al Parlamento del 13 maggio 1940 il nuovo capo del governo promise al popolo britannico «lacrime, sacrifici, sangue e sudore» fino alla vittoria finale, dichiarando alla Admiralty House: «Chiedete qual è la nostra politica? Rispondo: è guerra intrapresa per mare, per terra e nei cieli, con tutta la nostra potenza e con tutta la forza che Dio ci concederà (…). Questa è la nostra politica. Chiedete qual è il nostro scopo? Posso rispondere con una parola sola: è la vittoria, vittoria a tutti i costi, vittoria nonostante il terrore, vittoria per quanto lunga e difficile possa essere la strada» (M. Gilbert, Finest hour. Winston S. Churchill, 1939-1941, Heinemann, London 1983, p. 333).
A fine giugno dopo aver respinto tutte le proposte di negoziare con il nemico, Churchill, affrontò la “battaglia d’Inghilterra” scatenata dal Führer. La caparbietà della resistenza britannica costrinse Hitler a rinunciare al suo progetto. Tra le decisioni che hanno cambiato la storia del mondo nell’ultimo secolo, lo storico britannico Ian Kershaw indica la decisione della Gran Bretagna di combattere a oltranza, nella primavera del 1940 (Scelte fatali. Le decisioni che hanno cambiato il mondo. 1940-1941, Bompiani, Milano 2024, pp. 13-68).
Winston Churchill, accusato di essere un bellicista, si rivelò un uomo di Stato realista e coraggioso. Plinio Corrêa de Oliveira appare oggi come uno dei più profondi interpreti delle vicende storiche del suo tempo. Sulla base dei loro esempi, dobbiamo dire che la politica di compromesso con il nemico non è mai riuscita ad evitare le guerre, ma anzi le ha spesso provocate. Chi crede di scongiurare la guerra andando incontro alle richieste degli aggressori, commette non solo un’ingiustizia, ma un grave errore psicologico e politico. La Conferenza di Monaco, che provocò la Seconda guerra mondiale, è un insegnamento perenne a questo riguardo.
In un lucido articolo degli anni ‘70, Plinio Corrêa de Oliveira così ricordò l’avvenimento: «Monaco non fu solo un grande episodio della storia di questo secolo. E’ un avvenimento simbolo nella storia di tutti i tempi: ogni volta che vi sia, in qualsiasi tempo e in qualsiasi luogo, un confronto diplomatico tra bellicisti deliranti e pacifisti deliranti, il vantaggio arriderà ai primi e la frustrazione ai secondi. E se vi sarà un uomo lucido, censurerà i Chamberlain e i Daladier del futuro con le parole di Churchill: ‘Dovevate scegliere tra la vergogna e la guerra: sceglieste la vergogna e avrete la guerra’» (“Folha de S. Paulo”, 31 gennaio 1971).
Roberto de Mattei
fonte
Winston Churchill, Plinio Corrêa de Oliveira e le origini della Seconda guerra mondiale – di Roberto de Mattei | Corrispondenza romana
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