Se vogliamo inquadrare un periodo simbolo per la fine del Brigantaggio Insorgente che ha avuto inizio nel 1799, per quanto riguarda il Regno Delle Due Sicilie, certamente bisogna legarlo all’agosto e all’ottobre del 1870 quando furono ammazzati Domenico Fuoco e Antonio Cozzolino detto Pilone.
Su Domenico Fuoco, che secondo il mio modesto parere, è l’unico che ha delle somiglianze con il numero 1, Michele Arcangelo Pezza alias Fra Diavolo, e se Alfredo Saccoccio è il numero 1 come ricercatore e narratore del mito Itrano certamente il più importante ricercatore e narratore di Domenico Fuoco è Maurizio Zambardi, tutti e 4 sono nati in alta Terra di Lavoro e mi fa piacere ricordarlo.
Sabato in quel di San Pietro Infine, che ha dato i natali sia a Fuoco che a Zambardi, è stato presentato l’ultima fatica di Maurizio sul suo più celebre concittadino, IL CAPOBRIGANTE DOMENICO FUOCO TRA STORIA E LEGGENDA, che ha visto la partecipazione di un folto pubblico con la presenza, sia tra i relatori che tra gli ospiti, di personalità di enorme spessore provenienti dall’alta Terra di Lavoro. Di seguito il video integrale di tutto il convegno
San Pietro Infine (CE), sabato 19 gennaio 2019 Presentazione del libro “Il capobrigante Domenico Fuoco tra storia e leggenda” di Maurizio Zambardi Sabato prossimo, 19 gennaio 2019, alle ore 17,30, presso la Sala Convegni del Municipio di San Pietro Infine, sarà presentato il libro “Il capobrigante Domenico Fuoco tra storia e leggenda – Brigantaggio postunitario in Alta Terra di Lavoro” di Maurizio Zambardi, edito con le Edizioni Eva e sotto l’egida del CDSC (Centro Documentazione e Studi Cassinati). La presentazione è organizzata dall’Associazione culturale “Ad Flexum” di San Pietro Infine. Un corposo volume che viene dato alle stampe dopo anni di approfondite ricerche condotte con certosina pazienza dall’autore in vari archivi statali e biblioteche, senza però tralasciare quanto tramandato oralmente di generazione in generazione nel suo paese di origine, San Pietro Infine, e nei paesi limitrofi. Un periodo buio, quello nel decennio postunitario, in cui nel meridione d’Italia imperava una vera e propria “guerra civile”, volutamente sottaciuta o distorta dai vincitori. Una guerra dove i veri perdenti furono in realtà i contadini e la povera gente, che povera era e ancora più povera rimase dopo l’Unità. Una guerra che mise uomini contro uomini che invece sarebbero dovuti essere fratelli di Patria, perché l’Unità d’Italia non fu condotta in maniera pacifica ma, in barba ad ogni forma di diplomazia, con una vera e propria annessione forzosa di un Regno, quello delle Due Sicilie, a cui nemmeno fu dichiarata guerra. Questo è tanto altro è trattato nel libro di Maurizio Zambardi, e a parlarne sabato prossimo saranno, Mariano Fuoco, sindaco di San Pietro Infine, Fernando Riccardi, storico e giornalista, Aldo Cervo, scrittore, Mariagrazia Valente, direttrice delle Edizioni Eva, e Benedetto Vecchio, leader dei Musicisti del Basso Lazio (MBL). A coordinare i lavori sarà Gaetano de Angelis-Curtis, presidente del CDSC. Durante la presentazione saranno presenti alcuni figuranti in abiti da briganti, facenti capo all’Associazione Historicus di Caspoli di Mignano Montelungo.
Bixio ha chiamato all’assalto la 1a compagnia di Dezza, la più fresca. Si scala, ancora, sotto il calore del piombo e del sole. Garibaldi sale con la sciabola in pugno e il toscano in bocca, seguito dai suoi ufficiali, compresi alcuni feriti, come Sirtori, Palizzolo e Majocchi.
È giunta da Landi una staffetta con un ordine urgente del Luogotenente Castelcicala:[1]
La colonna mobile Landi deve ripiegare per Alcamo e schierarsi a difesa su Partinico, dichiarandovi lo stato d’assedio. Lì riceverà rinforzi e dovrà respingere ogni attacco dei ribelli.