I lazzari e la napoletanità
Lazzari, scugnizzi, muschilli. Nomi diversi in epoche diverse per indicare però lo stesso anelito di libertà, lo stesso amore viscerale per la propria città, Napoli, lo stesso sprezzo del pericolo. La vita a rischio, quotidianamente, per gioco. È il vivere pericolosamente di chi ha niente da perdere, che spesso porta a morire da grande. Come nel 1799, quando a mani nude fronteggiano le baionette dei battaglioni del francese invasore. E i Lazzari muoiono a migliaia. Oppure, come nel 1943, a far ingoiare al tedesco la sua tracotanza. Bottiglie incendiarie contro l’acciaio dei carri armati Tigre.
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