Alla fine del XVIII sec. la Francia, dopo gli Stati Uniti, era il terreno più fertile per fomentare una rivoluzione, c’era una diffusione di sentimenti di odio verso la religione cattolica e si stavano diffondendo i filosofismi dell’indottrinamento “illuminista” delle masse popolari, a opera in particolare di illustri intellettuali illuminati e massoni come Arouet Francois Marie (1694-1778), noto come “Voltaire”, e Jean Jacques Rousseau (1712-1778). La massoneria in Francia era infatti già sufficientemente organizzata e diffusa e con forte prevalenza della parte progressista, antitetica a quella elitaria inglese per quanto riguarda i metodi, anche se affine negli obiettivi.
Dopo l’Assemblea degli Stati Generali la borghesia formò l’Assemblea Costituente rivoluzionaria col “giuramento della Pallacorda” e cominciò a spingere le masse popolari alla rivolta. Il movimento rivoluzionario riuscì a coinvolgere immediatamente tutta la Francia proprio perché accuratamente pianificato dal potere massonico centrale.
Il movimento identitario napolitano è estremamente variegato e frammentato ed anche se ha una forza vigorosa e virile non riesce ad incidere per la grande confusione che ha dentro di se. Vediamo persone che vanno in giro con bandiere borboniche ma hanno come punto di riferimento Voltaire e seguono soggetti politici ispirati da Rosseau, allo stesso modo vediamo altre persone che si definiscono Borboniche e/o meridionaliste ma vedono in Salvini la nuova stella cometa, insomma non c’è un chiaro e preciso progetto politico e non ci sarà mai se non si individuerà una strada comune e fuori dalle logiche attuali, sempre secondo il mio modesto parere.
Gli avversari, i giacobin-savoiardi-risorgimentali
che dovrebbero essere un collante per unire le forze identitarie, che da 200
anni hanno preso il potere pur non
avendo grandi capacità intellettuali e basando la propria esistenza sulla
propaganda menzognera, sulla corruzione e sul tradimento, riescono a
controllare la situazione sfruttando anche la confusione che impera sul nostro
versante ma da qualche tempo qualcosa sta cambiando.
Fino ad ora la grande capacità trasformista della suddetta classe dirigente italiana ha permesso che si riuscisse a creare un movimento ideologico ibrido senza “capa e ne coda” ma che univa le tesi di Benedetto Croce e Antonio Gramsci. Se per esempio andate a Napoli e parlate con i giacobini figli dalla grande operazione politica nata negli anni 50 da personaggi come Marotta, Galasso e Napolitano, sono i primi nomi che mi vengono in mente, e che oggi detengono il potere, sono capaci di dirvi che sono di estrazione Gramsciana ma di formazione Crociana.
Sono convinti, fino ad assumere lo stesso atteggiamento dei seguaci di una setta, di essere depositari della verità ignorando, volutamente o inconsapevolmente, che Croce e Gramsci erano agli antipodi sotto tutti i punti di vista e sulla questione meridionale erano veramente distanti anni luce. Appaiono agli occhi del mondo come dei monoliti impenetrabili e inviolabili ma, qualche giorno fa, abbiamo assistito ad una crepa che merita attenzione.
C’è un forte attacco ad
Antonio Gramsci e sulla sua Questione Meridionale e troviamo una esaltazione
del Risorgimento e della grande opera dei Piemontesi che ci hanno liberato dal
fenomeno del Brigantaggio facendo passare come eroi i nostri grandi carnefici a
cominciare da Cialdini.
Secondo il mio modesto parere questa è una grossa novità che andrebbe sfruttata perché se le ideologie tra loro opposte, quella di Croce e di Gramsci, sono state fino ad ora concorrenti ma complementari per tenere in piedi questo paese apparentemente solido e forte ma con la gambe d’argilla ora hanno deciso di separarsi, dietro le quinte le cose stanno cambiando e come insegnano le tecniche di guerra se l’avversario si divide diventa più debole.
I Crociani, che nel dopoguerra furono costretti a fondersi con le ideologie Marxiste per sopravvivere, hanno deciso di separarsi perché sono convinti che per combattere il movimento identitario in forte crescita bisogna sbarazzarsi dei loro cugini nemici e tornare a stare da soli.
E’ facile poter prendere delle posizioni ambigue sull’Unità d’Italia ma questo non lo si puo fare con il 1799 e con la Repubblica da Operetta, come la chiamava il Capecelatro, dove la marmellata è difficile da creare soprattutto per i sinistroidi, i Crociani qui sono coerenti per loro i Giacobini del “99 sono i nonni di quelli del “60, che fanno finta di non sapere che i Briganti Postunitari si sentivano gli eredi dei Lazzari e dei Sanfedisti e combattevano nel loro mito avendo la Madonna di Loreto tatuato sul braccio.
Non sto qui a replicare quanto riportato dal testo perché gli darei troppa importanza ma rispondo con i due video e una foto di personaggi che tutto sono tranne che Borbonici e di seguito riportati.
Molti si lamentano, meno rispetto a prima per fortuna, che ci sono troppe associazioni e che creano troppa confusione. Per quanto ci riguarda non sono mai troppe le associazioni identitarie del Regno e quando ne nasce una non può che essere un bene perché vuol dire che c’è fermento e che c’è voglia di recuperare la nostra Storia.