Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Ruggero II e Montecassino (1136-1138)

Posted by on Set 2, 2017

Ruggero II e Montecassino (1136-1138)

Nel corso di una decina di anni compresi tra il 1121 e il 1130 Ruggero d’Altavilla, conte  di Sicilia, era riuscito a riunire tutto il territorio dell’Italia meridionale. Approfittando di uno scisma nella Chiesa cattolica1  in cui all’elezione di un papa, Innocenzo II, si era contrapposta quella di un antipapa, Anacleto II, si unì a quest’ultimo che lo riconobbe re di Sicilia, Puglia e Calabria con il nome di Ruggero II2 . Tale fatto aprì un decennio di guerre tra Ruggero II da una parte e alcuni nobili feudatari normanni che fecero ricorso all’aiuto di papa Innocenzo II (1130-1143) e dell’imperatore del Sacro Romano Impero, Lotario III (1133-1137)3.

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RUGGERO II. (1130 – 1154)

Posted by on Mar 29, 2017

RUGGERO II. (1130 – 1154)

Ruggero II, il fondatore dell’Antico Regno (Mileto 1095 – Palermo 1154)

Era figlio secondogenito del gran Conte di Sicilia, il normanno Ruggero I d’Altavilla e di Adelasia di Monferrato, fu conte di Sicilia dal 1101 al 1130 e duca di Puglia e di Calabria dal 1127 al 1130 e primo re di Sicilia dal 1130 al 1154. Dapprima sotto la reggenza materna (fino al 1113) e poi autonomamente, avviò un’energica politica di consolidamento della contea di Sicilia e, alla morte senza eredi del cugino Guglielmo duca di Puglia (1127), diede inizio ad una campagna di espansione nel Mezzogiorno, col disegno di unificare tutti i domini normanni d’Italia.

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Breve storia della Rivoluzione nelle Due Sicilie da Carlo di Borbone a Francesco II

Posted by on Feb 13, 2024

Breve storia della Rivoluzione nelle Due Sicilie da Carlo di Borbone a Francesco II

BIELLA – Le Due Sicilie tornarono ad essere un Regno indipendente, retto dalla dinastia borbonica, che le liberò dalla condizione di Vice regno,  nel 1734 grazie alla vittoria del giovane Don Carlos, figlio di Re Filippo V di Spagna, sugli austriaci: a parte il breve Viceregno austriaco, le Due Sicilie uscivano da due secoli di Vicereame spagnola il quale non fu un “paradiso in terra , ma di certo lontano da quella immagine di miseria e di degradazione che ci viene comunemente offerta. «Tale giudizio merita di essere attenuato non poco», ha scritto Ruggero Moscati ( I Borboni d’Italia, E.S.I., Napoli 1970, p. 74). Fondamentale per la conoscenza della Napoli spagnola è l’opera di FRANCISCO ELIAS DE TEJADA , Nápoles Hispánico, 5 voll., Montejurra, Madrid e Siviglia 1958-1964.

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