Partita di calcio celebrata a Messina il 29 agosto 1702
Un episodio storico realmente avvenuto il 29 agosto 1702, su un campo di calcio regolamentare mt 110 x 65, tra la Francia e Messina, risultato 1 a 1.
Quando si dice la coincidenza. Si sono comclusi da qualche mese i campionati del mondo in Russia, e noi italiani siamo rimasti a becco asciutto. Ci stanno italiani e italiani; quelli abitanti nel sud non riconoscono l’Italia calcistica come il contenitore che li rappresenta.
Il Napoli capitale del meridione italico è la nazionale di molti di essi, così come accade a ogni campanile che in un tempo relativamente contenuto, ha visto cimentarsi in questo campionato le maggiori città del sud. Eppure se l’albo d’oro del campionato italico, mostra Napoli come eccellenza scudettata, non spetta al Napoli calcistica il primato più importante ma bensì a Messina.. Cosa sto a dire? Eccovi gli antefatti.
Le vicende della prima partita di calcio celebrata a Messina il 29 agosto 1702, hanno del prodigioso. Non solo la cronaca del Cuneo è puntuale nel descriverci di quella consuetudine sportiva: la gente in segno di rispetto, davanti a un rappresentante del sovrano stava a capo scoperto, nell’occasione gli spettatori rimasero col cappello in testa. Ma, la partita, se così la possiamo chiamare, avvenne in un vero e proprio campo regolamentare. Infatti, studiando due carte topografiche del ‘600 e un’altra di un secolo più vecchia, è possibile, dalle coordinate riportate dall’autore, realizzare le dimensioni del campo di calcio. In esso si ricordava, ricadevano i complessi religiosi (perduti dopo le devastazioni degli spagnoli per ricavare una piazza d’armi); di due chiese e relativi conventi. Le loro aree di pertinenza, così come esposte nelle cartine, davano uno spazio a forma rettangolare: per la lunghezza pari a 440 palmi siciliani (110 metri circa). Mentre per la larghezza, si notava una misura pari a 260 palmi siciliani ( circa 65 metri).
Il gioco del calcio non si sapeva bene quando fosse nato: qualcuno verso gli anni cinquanta, ricordava che a Firenze ai tempi della Signoria, due opposte fazioni si scontravano, nel senso più reale possibile alla realtà, senza esclusione di colpi per vincere un torneo, ritenuto erroneamente, la prima partita di calcio. Se ne desumeva, che gli inventori del calcio fossero stati i fiorentini, e non gli inglesi alcuni secoli dopo.
In realtà, si deve fare un appunto, rivolto agli amici della curva Fiesole. Se un inventore ci deve essere, quello dimorava presso le coste del Peloro, più specificatamente a Messina. Infatti il 29 agosto 1702, si scontrarono due squadre schierate una di fronte all’altra, contendersi una palla, per il ludibrio della folla che li ammirava in estasi. Presenti e a capo coperto osservavano il conte di Tolosa sfidare una rappresentativa locale.
La memoria clamorosa, sulla identificazione di un evento storico in rapporto al gioco del calcio, e il relativo campo di calcio che nelle misure, ricalca in modo impressionante i campi regolamentari anche moderni, propone una tradizione difficile da individuare. Il primo autore che ci ha trasmesso le coordinate all’evento, è stato, Marcello Espro; il quale dopo due lunghi anni, studiando il manoscritto di Giuseppe Cuneo, ha ridonato la forza antica in esso conservata.
In seguito, ho condotto delle ricerche legate alle coordinate proposte dalla cronaca: sia di tipo storico, sia di tipo topografico mentre, le sorprese non accennavano a diminuire. Infatti, seguendo le vicende dello slargo che fu teatro di quella partita di calcio, sono venuto a conoscenza che agli inizi del XX secolo (1901) la squadra del Messina, usava la medesima struttura, per inscenarvi, le prime epiche battaglie sportive durante la prima coppa di Sicilia.
Una tradizione sportiva, ha preso come buona l’idea che i precursori dell’invenzione del gioco del calcio stiano a Firenze. Dato per scontato che in quella realtà fin dal cinquecento si realizzava una festa, ritenerla il risultato di manifestazioni calcistiche c’è ne corre, questo è assolutamente assodato: ivi, non si sa bene se da quelle botte ne venga una realizzazione sportiva confluibile nel ragby o nel football australiano. Ma, sicuramente a Messina, agli inizi del ‘700, si realizzò una partita fra opposte tifoserie in un campo rettangolare, abbracciato da una gran folla, dove si notavano due squadre, giocare nel gioco della palla a terra. Quella partita sembra fosse una consuetudine a Messina, e non si sa bene con certezza come si sia potuta verificare, la condizione che vedeva due gruppi di atleti gareggiare in quel modo per contendersi la palla. Ma, la cronaca che celebrava l’evento, rimane sulla posizione di ricordare il popolo di Messina accorso presso il largo di Don Blasco, alla visione della memorabile partita.
Come detto prima, il 29 agosto 1702 a Messina, presso lo slargo che comprendeva le fortificazioni del castello di Don Blasco, verso la penisoletta di san Raineri, i messinesi furono fatti partecipi di uno strano avvenimento. Dopo il perdono della corona di Spagna alla città di Messina per i famosi moti, durante i giorni dell’elezione del re Filippo V, si ritrovarono presso quel luogo, alcuni nobili siciliani: degli esuli che erano rientrati in patria al seguito del conte di Tolosa. Durante il primo pomeriggio di quella afosa giornata, i francesi e i messinesi si dedicarono al gioco del calcio presso quella spianata contrapposti dieci uomini per squadra con tanto di battilinea (portieri). La cronaca fece un appunto, sulla partita fra i contendenti con bei passaggi e palleggi davanti a un pubblico competente, facilmente individuati nazionalmente in Francia contro Messina. Questa volta i transalpini non riuscirono a vincere la coppa del mondo, costretti sul pari dai messinesi, chiudendo il match Francia 1 – Messina 1.
P. S. non è uno scherzo, ma un fatto storico realmente verificatosi.
Alessandro Fumia