Pedofilo transgender scagionato e plagi Lgbt sui bimbi
Un pedofilo scagionato dopo aver abusato di 12 bambine, perché non aveva ancora “cambiato sesso”; un distretto scolastico fa esperimenti transgender all’insaputa dei genitori: uno psicologo scolastico convince una bimba che è un maschio; Roma sponsorizza spettacoli di “drag queen” per bambine e Siena intrattiene i piccoli con un travestito. Ecco le zone franche del mondo Lgbt, che può tutto mentre i minori subiscono il plagio. Colpa di un mondo che odia la legge naturale.
Quando la ribellione alla legge naturale non è più considerata un male scelto dalla libertà umana, che certo può essere più o meno condizionata (e per questo esistono le attenuanti) ma che può comunque scegliere di fare il bene, tutto viene giustificato e tutto minimizzato. Così è accaduto in Iowa dove un uomo che ha abusato di ben dodici minorenni è stato rilasciato perché giudicato “malato” e perché il processo per diventare donna a cui si stava sottoponendo (terapia ormonale) non era ancora concluso. Il che fa comprendere quanto aver protetto la categoria Lgbt stia discriminando tutte le altre, permettendo ad una persona che si posiziona da qualche parte nel mondo arcobaleno di poter fare tutto quanto gli pare, persino di commettere senza troppe conseguenze un reato.
Così facendo, poi, il giudice in questione non ha fatto altro che far passare giuridicamente e culturalmente l’idea che il pedofilo, non avendo ancora ottenuto la libertà sessuale piena, poveretto, dovesse in qualche modo sfogarsi. Per questo, il The Federalist ha provocato chiedendo: come mai se anche quanti violentano le donne sono “malati” non vengono mai prosciolti? Per di più i dati sui comportamenti sessuali criminali che coinvolgono bambini di età inferiore ai 13 anni (dati della National Association to Protect Children) dicono che nella maggior parte delle contee del Minnesota ai trasgressori viene concessa la libertà vigilata e nessun periodo di detenzione (dal 50 al 60 percento delle volte). Alcuni degli autori di questi gravissimi delitti godono persino della sospensione della pena o, quando questa è detentiva, la permanenza in carcere è spesso breve.
Che l’idea della sessualizzazione dei bambini scandalizzi sempre meno e che il mondo Lgbt viva di zone franche sempre più grandi lo dicono anche altri fatti allarmanti. Il primo è quanto sta accadendo nel secondo distretto scolastico dello Stato del Wisconsin, il secondo invece è un fatto che coinvolge un padre e la sua piccola. Per quanto riguarda il primo, è emerso che il Madison Metropolitan School District ha portato avanti una sperimentazione fin dall’asilo sulla disforia di genere e l’identità transgender all’insaputa dei genitori che ora hanno denunciato le autorità scolastiche.
Il distretto aveva infatti fatto sapere di non avere intenzione di fermarsi anche quando il caso era scoppiato, spiegando che «il personale scolastico non è tenuto a divulgare alcuna informazione che possa rivelare l’identità di genere di uno studente ad altri, inclusi genitori». A questo punto i genitori hanno sporto denuncia parlando di violazione dei diritti dei genitori e di un sistema scolastico ideologico che mira a diffondere il sospetto fra i bambini e i loro parenti. Ma Tim LeMonds, portavoce del Madison Metropolitan School District ha risposto che «riconosce la sua grave responsabilità di dover sostenere il diritto di ogni bambino a essere educato in un ambiente di apprendimento sicuro, inclusivo e non discriminatorio». Come a dire che invece le case dei bambini lo sono. Ovviamente i libri consigliati dal distretto parlano ai piccoli del fatto che il sesso biologico non ha nulla da dire all’identità maschile o femminile della persona, per cui nelle classi sono stati mostrati filmati di bambini vestiti da femmine o di maschi da bambine, mentre si parla di diritti Lgbt spiegando che ci sono più opzioni come il “queer” o il “trasessuale”.
La cosa pare sempre più diffusa. E anche se pare impossibile, proprio in questi giorni, Robert Hoogland di Vancouver ha raccontato della figlia, convinta dallo psicologo della scuola di essere un maschio. Inizialmente l’uomo non aveva potuto denunciare ai media quanto stava subendo per via di una restrizione imposta dal giudice. Infatti, lo scorso anno, un tribunale canadese aveva stabilito che sua figlia di 14 anni poteva sottoporsi a terapia ormonale per cercare di sembrare un maschio nonostante le obiezioni del padre.
Tutto era iniziato quando Robert e sua moglie avevano divorziato e dopo poco la figlia aveva cominciato a vedere uno psicologo nella sua scuola, la Brooke Elementary School di Delta. Si scoprì poi che lo psicologo era Wallace Wong, che gestisce una nota clinica di “transizione di genere” per bambini. Secondo il padre, sia Wong sia le ore di lezione dedicate all’indottrinamento Lgbt avevano portato la sua piccola a pensare di essere un maschio. Mentre la moglie di Hoogland che si era inizialmente opposta, alla fine si è rassegnata. Perciò l’uomo sta assistendo al processo di bombardamento ormonale ormai avviato, ma anziché rassegnarsi ha deciso di violare le disposizioni del tribunale e di rilasciare delle interviste come questa in cui racconta:
«Mi è stato detto che come padre, se non avessi rispettato queste regole, mi sarei reso colpevole di “violenza familiare” – che tecnicamente è ciò di cui i genitori sono colpevoli quando colpiscono i loro figli in testa o li picchiano…Mi è stato detto che avrei potuto parlare solo a due persone di questo intero caso: i miei due avvocati». Facendo pensare che i giudici sabbiano di aver qualcosa da nascondere.
Il coraggio di quest’uomo è stato però ripagato dal fatto che «il tribunale d’appello, il 10 gennaio 2020, ha ridimensionato gran parte delle decisioni precedenti. Ora mi è permesso dissuadere mia figlia dalla transizione (sessuale, ndr), ma devo ancora usare i suoi pronomi preferiti». Inoltre, ha ricordato che «decidono i medici…in base al miglior interesse del bambino», ma poi «i bambini, quando crescono potranno denunciare i dottori: “Il mio corpo è rovinato, ora sono sterile a causa tua…” C’è una causa di questo tipo in corso ora, ma non in Canada. È nel Regno Unito (vedi qui)». Poi Hoogland ha spiegato che «non ho intenzione di rispettare la sentenza. Una ragazza è una ragazza e quella ragazza è mia figlia…Voglio far conoscere la mia storia a quante più persone, quanti più genitori. Devono capire cosa sta succedendo ai loro figli nelle scuole pubbliche. Ai bambini viene fatto il lavaggio del cervello credendo di essere qualcosa che non sono».
E lo stesso sta accadendo anche in Italia, dove oltre all’ideologia arcobaleno ormai diffusa fin nelle scuole dell’infanzia, crescono iniziative Lgbt rivolte ai piccoli sempre più spinte: recentemente il Comune di Roma ha offerto il patrocinio ad uno spettacolo di letture di fiabe da parte di “Drag Queen” (uomini travestiti da donne) rivolto anche ai bambini dell’asilo e saltato ieri solo per via del Coronavirus. Mentre il carnevale di Siena per bambini propone degli spettacoli di illusionismo condotti da un uomo di nome Luca che oggi si fa chiamare Elena Roggi.
Come spiegato all’inizio, non ci sarà soluzione finché non si tornerà ad obbedire alla legge naturale riconoscendo che l’ordine della realtà è oggettivo e che va rispettato, che la persona sia definita “malata” da un giudice (pedofilo, transessuale, con la disforia di genere etc) o meno. Chi richiama a questo ordine oggi viene accusato di fascismo, ma senza di esso i diritti della persona restano fragili, in balia di un potere senza limiti. Soprattutto i diritti dei piccoli che non hanno la possibilità di farli valere da soli.
Benedetta Frigerio
fonte https://lanuovabq.it/it/pedofilo-transgender-scagionato-e-plagi-lgbt-sui-bimbi