Per i meridionali il Nord è razzista
E dagli, è la solita storia del pastore…
Ora ce la si prende coi “tromboni e con le mezze tacche di intellettuali meridionalisti” che accusano, udite, udite, di razzismo il nord.
Credo sia utile riportare alla memoria che il Sud nel 1860 “viveva la sua pacifica esistenza,… non ha altra aspirazione che sottrarsi alle tempeste della politica europea e di vivere nel suo tranquillo isolamento:”
Ma il Sig. Cavour non è d’accordo e con manovre spregiudicate quanto efficaci riesce a creare le condizioni per una colonizzazione proditoria e sanguinosa.
Solo che il Sud, una volta depredato di tutti i suoi averi non ha più attrattive, oltre a tutto resiste ad oltranza e manifesta in tutti i modi il suo lealismo ed attaccamento alla corona borbonica, tanto che Cavour pensa seriamente di abbandonarlo, progetto che non si realizza per la sua prematura morte.
Il Sud diventa allora una riserva di emigrazione (cosa fino ad allora sconosciuta), di carne da cannone (prima guerra mondiale), di coloni per le terre occupate in Africa, di mano d’opera a basso livello per le industrie durante il cosiddetto “miracolo economico”. E mentre nel nord si sviluppa l’industria (anche coi macchinari asportati dalle fabbriche di Pietrarsa, San Leucio, Ferdinandea ecc. ecc.), che dà lavoro ai loro giovani che preferiscono il guadagno immediato allo studio, nel sud si percorre la lunga e faticosa via fatta di studi e concorsi, unica speranza di emendamento da una vita grama, e che porta i giovani lontano da casa, ad occupare quei posti di insegnante, magistrato, impiegato, funzionario o dirigente nei vari campi della pubblica amministrazione.
Ora tutto questo non va più.
Ora nel nord ad alcuni dà fastidio perfino l’accento di questi prefetti, pretori, questori, medici, avvocati, docenti. Mentre certamente risuonava dolce al cafone, in attesa della scarica mortale, l’accento piemontese o lombardo del bersagliere o del carabiniere o dell’ufficiale che lo condannava a morte solo per aver amato la sua terra ed il suo Re.
Vergogna!
10/11/96[storia del pastore]
Antonio Nicoletta
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