Pipppe d’autore
Inesauribile. Nicola Rivelli non si risparmia. Si dà. Personaggio controverso, a volte chiacchierato, è qualcuno che ha qualcosa, ovvero molto, da dire. Veracemente napoletano, è stato lontano da Napoli a lungo. Meta preferita la Cina. Da meno di due mesi è reduce da una mostra al Museo Archeologico di Napoli. “Cosmic Bullets ” si chiamava. Una serie di vasi nello stile magnogreco ricoperti da una patina d’oro. Belli e lucenti. Ma rotti, spezzati, squartati, sbrecciati, tagliati. Colpiti da proiettili cosmici.
Questi vasi siamo noi – sembra dire Rivelli -, che conserviamo le tracce di una civiltà preziosa, ma ora colpita da proiettili malvagi. Questi vasi siamo noi che gli altrui colpi sopportiamo. O forse che soffriamo delle ferite che noi stessi ci infliggiamo. Una confessione e /o una presa di coscienza dell’attuale situazione umana.
Ora, già da qualche giorno e fino al 29 gennaio, sempre a Napoli, al museo Filangieri, alcuni di questi vasi sono esposti in un’altra mostra di Nicola Rivelli. “Pipppa d’autore” si chiama. “Pippa” in lingua napoletana significa “pipa”. Ma il titolo non vi tragga in inganno. Nessun riferimento ai detti napoletani. “Fumarse une ind”a ‘na pippa”, “Fa acqua ‘a pippa”. Opppure “attaccà ‘na pippa” = “iniziare un discorso lungo e tedioso” ( spero che questo mio scritto non lo sia). Non si tratta di uno scherzo, seppure c’è molto spirito in tutto questo.
Uno spirito sarcastico, forse irridente. Di un sottile umorismo. Nero, però. Come nero si immagina il fumo che esce da queste pipe in mostra, che sono perfettamente funzionanti – mi dicono. Tante pipe, grandi quasi un metro. Sarebbero molto difficili da usare. Sono di bronzo lucente. Il fornello è una testa di donna. I capelli nerissimi e lisci si attaccano al cannello. Il cannello della pipa, elegante e sinuoso, è ricoperto da scaglie. Penso a quelle di un pesce, a un riferimento alla donna-pesce. La sirena Partenope? “No, mi dice ancora Rivelli – sono le scaglie di un serpente”.
Un serpente cinese, come i capelli e i visi delle donne rappresentate. Visi di donna che colpiscono. Dall’espressione terribile. Terribile perché questa donna incute terrore. Terribile altre volte perché quest’altra è atterrita. Perché, disperata, strilla e chiede aiuto. Terribile, perché incute paura quel grido inumano che esce dalla bocca spalancata con la lingua sporgente. Quella lingua che dice disgusto o vizio, tragedia o rabbia. Da queste pipe uscirebbe un fumo denso, nero, maleodorante. Con il fumo uscirebbe fuori qualcosa che abbiamo dentro e che fa male. Il fumo è aria e respiro, vento, anemos, anima. La pipa è un simbolo.
Un serpente ritorna con le sue spire. Per circondare il viso di Nennella. Un bel pezzo di bronzo. Di bronzo anche il ritratto di un viso di donna che sembra napoletana. Stella si chiama. In mostra c’è anche, in bronzo, un grosso polpo colpito dall’arpione. I suoi tentacoli si tendono e si arricciano. Una vitalità che si avvolge su se stessa. La pena del vivere e del morire. Ma è gentile e dolce, invece, quel viso femminile, giovanissimo, patinato d’oro che è il ritratto di una cinesina: è Jashin.
La mostra è ospitata nel museo Filangieri, un luogo ricco di opere d’arte. Qui le belle opere di Rivelli, così espressive, non sfigurano certo. Il museo è a via Duomo. In un palazzo del Quattrocento. All’epoca abitato da un ricco mercante. Durante il cosiddetto Risanamento Otto-Novecentesco rischiava di essere abbattuto.
Ma a Gaetano Filangieri, il proprietario di allora, venne un’idea. E il palazzo fu spostato, solo la facciata e i muri perimetrali s’intende, per allinearsi su un lato di via Duomo (il progresso esige la linea diritta). Colpisce favorevolmente la cura con cui questo museo è tenuto. Con amore. E non c’è polvere sulle opere. Vengono spolverate ogni giorno, mi dicono. Come viene lucidata la scalinata in legno. Ed è spontaneo fare il paragone con qualche importantissimo museo napoletano, in cui sculture antiche di valore inestimabile sono tutte impolverate.
Il nome di Gaetano Filangieri fu reso celebre nel mondo soprattutto da un antenato, da quel Gaetano (1753/1788) che era stato l’autore della “Scienza della Legislazione”. A cui si ispirò Benjamin Franklin nello scrivere la Costituzione degli Stati Uniti d’America (1787). Napoli ancora una volta era stata maestra del mondo.
Pipppa d’autore
Museo Filangieri
Via Duomo, 288 – Napoli
dal martedì al sabato dalle ore 10 alle ore 15 e 30
domenica dalle ore 10 alle ore 13 e 30
Adriana Dragoni