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Polvere d’archivio – Avezzano durante l’invasione francese (1798-99 e 1806-1813) 3°parte

Posted by on Apr 23, 2025

Polvere d’archivio – Avezzano durante l’invasione francese (1798-99 e 1806-1813) 3°parte

I tre  grandi protagonisti dell’insorgenza abruzzese contro le truppe francesi: i generali Giuseppe Pronio , Giovanni Salomone  e Giovan Battista Rodio sono presenti o fisicamente o con missive indirizzate alla comunità avezzanese.

I fogli trascritti, oggetto del presente lavoro, vanno dal foglio 145 al foglio 184 della nuova numerazione. I fogli del manoscritto presentano a destra l’antica numerazione che, nel nostro caso, va dal foglio 143 al foglio 194.

 Ad un attento esame sono mancanti i fogli che vanno da 147 a 149 (numerazione antica) ed i fogli che vanno  da 178 a 187 (numerazione antica): senza ombra di dubbio sono stati asportati. Come mai?

E’ lecito supporre che il deliberato doveva essere compromettente per qualcuno altrimenti perché farli scomparire? O invece furono asportati in ossequio ai Reali Rescritti del 16 gennaio 1800 e 10 gennaio 1803 attraverso i quali furono dati “alle fiamme tutti i processi e tutte le carte riguardanti a’ delitti di Stato, commessi in occasione delle note passate emergenze del Regno di Napoli…” (cfr. Rivera G::” L’invasione francese in Abruzzo (1792-1799)” Studio Bibliografico Adelmo Polla, Cerchio, 1981)

Il 20 Settembre  1806 le masse sanfediste guidate da Ermenegildo Piccioli e da Padre Domizio Iacobucci di Aielli  saccheggiarono i palazzi dei ricchi proprietari Mattei, Minicucci ed altre facoltose famglie di Avezzano ( vedi appendice) .

    L’invasione ed il saccheggio operato dalle Masse filo borboniche verso i galantuomini avezzanesi (così come pure verso le altre famiglie facoltose dell’intero comprensorio marsicano ) fu dovuto molto probabilmente, forse anche, al repentino cambiamento verso casa borbonica in favore del governo francese da parte dei maggiorenti della città di Avezzano altrimenti perché mettere “a sacco e a fuoco” le abitazioni di personaggi che, come abbiamo visto negli anni 1798, 1799 e 1801 parteggiarono svisceratamente per il legittimo re di Napoli?

 Da come chiaramente si evince dalla lettura del Nostro manoscritto la classe dirigente avezzanese con l’intera popolazione dimostra piena ed irrinunciabile fedeltà a Casa Borbonica. Come mai  alcuni anni dopo, nel 1806, non è più compatta verso il legittimo re Ferdinando IV?

     Cosa è cambiato da fortemente avere un “ripensamento” e rinnegare quelle posizioni prese collegialmente da parte dell’intera popolazione avezzanese  9 anni prima? 

Sicuramente ciò fu dovuto all’accorta politica francese la quale sapientemente  promise, mantenendo la promessa, che nulla sarebbe cambiato verso i “galantuomini” che giuravano fedeltà alla repubblica Francese anticipando, così la famosa e trita frase che Giuseppe Tomasi di Lampedusa riporta nella sua celeberrima opera postuma “ Il Gattopardo” (24) :

“[…] Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi[…]”

Peccato che nell’Archivio comunale di Avezzano purtroppo non esistono le deliberazioni comunali relative a quegli anni (25).l

Illuminanti per il nostro discorso sono vari documenti che si conservano nell’Archivio di Stato dell’Aquila (vedi in appendice) a mò di esempio, qui di seguito,  se ne riportano due : l’atto redatto dal Notar Benedetto Spina il 18 Febbraio 1799 riguardante il trasporto della statua della Madonna di Pietracquaria nella chiesa di San Bartolomeo di Avezzano dove si nota il forte attaccamento dell’intera popolazione avezzanese verso la Casa Borbonica e  la lettera che il 19 Maggio 1806 il più volte  sopramenzionato Don Aurelio Mattei (26), ora diventato filo francese e “Comandante la truppa Civica in Avezzano”, invia al generale Gaulus relazionando i novimenti degli insorgenti ex commilitoni ora denominati “briganti”:

“ Atto pubblico per il trasporto della Sacra Imagine della Vergine Santissima di Pietracquaria, nella Collegiata Chiesa di S. Bartolomeo di Avezzano. In Dei nomine Amen. Die decima octava Mensis February Millesimi Septincentesimi nonagesimi noni, Indiebus 2^ Regnante in Terre Avezani propriaque in domo Mei Notary Nos Ioannes Baptiste di Clemente de Avezano Regius ad contractus Iudex, Benedictus Spina Regius Notarius, et Testes D. Vincentius de Mattheo Orlandi, et Magnificus Ioannes de Augustino Orlandi de eadem licterati specialiter- Testamur: Come Personalmente costì avanti di noi. Il Signor Notaio Andrea Salucci Capo Sindaco, e Magnifici Francesco Borelli, Camillo Piccolini, e Carlo Felice Paciotti attuali Sindaci  Amministratori dell’Università di questa città di Avezzano, agentino in nome di detta Università, e Publico Li quali ha[n]no avanti di noi asserito, che stantino le presenti circostanze angustie, in cui trovasi questo nostro Regno di Napoli, per essersi in essa intrusa la Nazione Francese, disseminando il veleno de Giacobini, sotto il mito di Libertà, ed eguaglianza, cercano di distruggere la vera fede Cattolica, conculcando Chiese, ed Altari per distruggere la Religione, inducendo un vero Ateismo: Ed essendosi fatte varie preghiere, perché il Signore Iddio ci liberi da tale nazione; e da Gentead essa aderente; si è Stimato da tutto il Pubblico à viva voce, di ricorrere all’intercessione, della Verginegine SantisSima, sotto il titolo della Madonna di Pietraquaria tante volte sperimentata propizia all’Università di questo Publico, e che con gran fede si venera nella Chiesa Sotto Simil Titolo, eretta nella Somità del piccolo Monte( la scrittura si è dilavata rendendo difficoltosa la lettura n.d.r.), corrispondente alla Terra delle Cese; e che a tal’effettoprecedente il consenso del Reverendo Capitolo, e Canonici di questa Regal Collegiata chiesa di S. Bartolomeo e stata trasportata la detta insigne Collegiata, con Magnifico apparato di Cera, nell’Altare Magiore, e collocati li Ritratti del nostro Sovrano e della Regina per rimostranza della fedeltà di essa Popolazione per […] maggiormente venerarsi, e pregarsi da tutto il Popolo, e riportarsi la grazia desiderata: Che però stante detto trasporto, come sopra fatto, di detta Sagra Imagine, soltanto per simile urgenzaed acciò la Popolazione Resta certa, che sarà riportata, e Ricollocata nella sua propria Chiesasi obligano dd.detti Magnifici Sindaci, e Amministratori in Solidum, doppo il lasso di giorni quindici da oggi, quella di riportare in detta propria Chiesa, e ricollocarla nel proprio Altare con ogni debita Riverenza, e pompa, altrimenti esserne astretti Realmente, e personalmente; e così eseguita in detto nome; obligano per l’osservanza loro stessi, Beni, e successori[…]”(27) 

“[…]A Sua Eccellenza il Signor Generale Gaulùs Comandante nella Provincia dell’Aquila Don Aurelio Cavaliere Mattei Comandante la Truppa Civica in Avezzano 19 Maggio 1806 Questa Corte d’Avezzano si ha fatto un dovere con tre sue Relazioni rassegnare a codesto Signore Preside, colla prima in data di tre del corrente li timori di una vicina summossa: colla seconda in data di jeri lo sviluppo avvenuto della medesima: e coll’ultima in data di oggi la seguita riunione di numerosa Orda di scelerati, che fin da jeri apparvero pubblicamente con Coccarde rosse al Cappello nella Terra di Scurcola è l’odierna Scurcola Marsicana (AQ) n.d.r.), e che hanno per punto centrale un piccolo Paese detto Sorbo da qui distante sei miglia circa, e per Capi li famosi antichi Capo Massa il Frate Padre Domizio Iacobucci n.d.r., Luigi Bussi, ed altri, e che tale Orda d’Insurgenti venga composta dalli più Facinorosi Individui di questo Circondario, e dalla Squadra de Birri dello Stato di Tagliacozzo. Signore Generale: E’ dall’impegno di Vostra Eccellenza, che trovasi degnamente destinata alla sorveglianza della pubblica Sicurezza di questa Provincia, di opporre colle sue profonde vedute li più energici ripari allo sviluppato dissordine, e di compiacersi disporre, che all’instante accorra in questa Città una imponente forza, ad oggetto di ovviare mali maggiori, e che questa Compagnia di Briganti non venga a rendersi di magior numero collo scorrere da Paese in Paese dove non mancarebbero di Mali Intenzionati ad arrollarsi con’essi. Questa Città che ebbe il piacere di avere per poco tempo un distaccamento di Truppe Francese sotto gli Ordini del Capitano Ghoux, sarebbe presa principalmente di mira. La Truppa Civica, che sotto il mio comando, e di questo Governadore è stata sul momento riattivata, non basta a mantenere il buon’ordine interno.Signor Generale: la prego di ricevere le mie preghiere, e quelle di Tutti questi buoni Cittadini, e si compiacci disporre la sollecita spedizione della richiesta Forza. Ho l’onore di rassegnarmi con tutta stima Di Vostra Eccellenza Devotissimo Obbligatissmo Servitore Cavalier Aurelio Mattei ”.Nel retro è così riportato in lingua francese: “ 19 May Avezzano Observation pretsanter Sur l’information arrivèe au Village de Scurcola près de Avezzano. Les Chefs Sont le Père Domizio, et Louis Boussi de Cicoli ( è scritto sopra n.d.a.) Et l’escadre des Sbires de Taillacozzo S’est Rèunie aux Mècontens qui Marchent les Cocurdes/Rouges aux Chapeus” (28).

Ad onore del vero però bisogna dire che pure i capi dell’insorgenza del 1806 Emernegildo Piccioli ed il suo segretario Padre Domizio Iacobucci di Aielli, soprannominato, come Michele Pezza, Fra Diavolo, passarono all’altra sponda facendo umilmente  richiesta di essere perdonati e addirittura usati dalla truppa francese per disarmare i ” briganti ” ex loro commilitoni:

“ Aquila il di primo Novembre1806 L’Intendente della Provincia a Sua Eccellenza il ministro Generale di Polizia del Regno  Eccellenza In epoca de’ 21 dell’or caduto mese di Ottobre, io rassegnai a Vostra Eccellenza di aver fatto nuovaente pervenire al Ermenegilddo Piccioli L’amnistia proclamata dal Generale Dambrouschi, La di lui risposta; e La disfatta del Sedicente Colonnello Pezza, ossia Fra Diavolo (29) sorpreso nella Selva di Miranda. Ora ho L’onore di farle sapere, che questo Generale mi ha partecipato, che Padre Domizio Iacobucci, anche soprannominato Fra Diavolo, Segretario di Piccioli, chiese a Lui il perdono, depositando Le armi, e che l’Ermenegildo Piccioli abbia fatto altrettanto presso il Generale Parteneaux in Solmona. Io non ho dettaglio preciso, e Legale sopra questo proposito, ma vengo da varj canali accertato, che Lo stesso Parteneaux La notte de’ 23 fece assalire, e quasi distruggere La Masnada di Piccioli, ch’era sulla Montagna d’Introdacqua, togliendo alla medesima tutte le monizioni di ogni genere, cavalli, ed altro, e ricuperando trentasei Soldati Francesi, ch’eran caduti in potere delle Masse. Dietro questo avvenimento il giorno appresso Ermenegildo Piccioli da Campo di Giove fece petizione di rendersi, come si rese al nomato Gen[era]le Parteneaux, ed ora Lo sento in giro colla Truppa Francese p[er] disarmare i Briganti.[…] “ (30)

“ Aquila le 14 9bre 1806 Le General Goullus a Monsieur L’intendant de la province. Monsieur L’intendant! J’ai L’honneur de Vous faire parte que, D’apris Les intentione de Sa Majestè Joseph Napoleon Roi de Naples et de Sicile, Le Pere Domizio jacobuccid’ajelli èté nommè Aumonier des quatre Conpagnie de Voltigenze des abbruzzes de l’aquila et de teramo. En attendant que ces compagnies Soient formee il Desire de rentrer danse le couvent des Capuccin de Scurculla ou il etait antecedemment se Vous prie, Monsieur L’intendant, d’inviter le provincial de se Couvent, Il P[ad]re Luigi Buccieri, Prov[incia]le del 3 ord.[in]e, de le recevoir. Sa demande doit d’autant mieu lui etre accurdee qu’ajaut abjurè Ses erreur il rentre au Secunde la religion, et qu’eu le pardonnant Sa Majestè lui a conferè un emploi conforme à Son Caractere Religieus. J’ai l’honneur de Vous Saluer avec la plus haute consideration Goullus “

continua…..

fonte

https://www.terremarsicane.it/avezzano-durante-linvasione-farncese-1798-99-e-1806-1813

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