Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

POVERA ITALIA!!!!

Posted by on Apr 20, 2020

POVERA ITALIA!!!!

Povera Italia:

hai trovato una Napoli ed un Sud che rispettano le Tue regole e non l’avresti  mai detto. Infatti non lo dici. Mi raccomando siate magnanimi, Voi non diteglielo, le sofferenze del Covid19 bastano ed avanzano per tutti.

Di più a Lei non bastano il Tocilizumab, il dottor Paolo Ascierto ed i contagi zero del Cotugno. Anche i napoletani “comuni” si sono messi in testa di comportarsi bene.

Dove andremo mai a finire?!
Povera Italia, che vorresti raccontare una Napoli ed un Sud con strade affollate.

Ma niente, noi con la nostra notoria buona volontà, che quando si tratta di frizzi, lazzi e “scapizzi” siamo oggettivamente insuperabili (il “copyright” mondiale è nostro!), non riusciamo proprio ad accontentarti.

Pure la Primavera che tutte queste cose non le sa (o forse invece, pure lei, le sa troppo bene) ci innonda, come al solito, col suo Sole, i suoi colori i suoi profumi.

Tutti insieme pare che ci dicano, ci invoglino e quasi ci sfottano, blandendoci: “Venite, ascite, jateve a fa’ na bella scampagnata ‘ncoppa all’evera fresca e fina addò vicin’ ‘a margherita sponta pure ‘a viuletta”

E noi invece, tetragoni, niente.

Restiamo insensibili a tutte queste melliflue blandizie.

Se proprio dobbiamo prendere il sole ci affacciamo al tramonto sui balconi ed, al ritmo di pentole, padelle e caccavelle, ci mettiamo a cantare “Vesuvio”

Al Sud la pandemia avrebbe arrecato danni incalcolabili, dicevano.

Ricordate?

Il boom dei contagi qui da noi però “fortunatamente o sfortunatamente“ (decidete voi!) questa volta non è “Cosa Nostra”, almeno così dice la TV e, se non bastasse, (siete forse malfidati?) anche l’O.M.S.

Quindi non ci son dubbi!

Povera Italia, sfortunata esattamente come quell’inviata di Agorà (non mi ricordo come si chiama anzi l’ho proprio cancellata) che al Vomero declama, questa volta tetragona lei, “Non siamo fortunati. Si stanno comportando bene ma poco fa c’era un passaggio intenso”.

Dovete crederle, lei non mentirebbe mai, si chiama deontologia.

Povera Italia che alla “Vita in Diretta” sbircia nel panaro solidale (quello appeso a Spaccanapoli in angolo con Via San Sebastiano) alla ricerca dello scoop ma “incredibilmente” vi trova uova e formaggio, di tal che è costretta a ripiegare, dedicandosi alla memoria di San Giuseppe Moscati, il cui cognome però la lucidissima inviata (evidentemente sotto shock per il mancato scoop) storpia in “Moscardini”.

Povera Italia, stupita (di nuovo!) come quell’altra giornalista napolese (perdonate non ricordo come si chiama, pure questa ho cancellato, questa proprio perché napol. . .ese), che mai avrebbe pensato che “un’eccellenza arrivi proprio da Napoli”.

Eh già, in argomento le fa autorevolissima compagnia il direttore editoriale in area Mediaset, che almeno per parte di padre è di origine calabrese (di Bova in aspromonte, per l’esattezza; pure di lui taccio il nome), che pure lui si è così espresso: “Napoli, terra “anche” di eccellenze”.

Pazzesco per uno, la cui antica storia è “solo” eccellenza, quella del grecanico e del bergamotto!

Solo che lui davvero non lo sa: ha rinnegato la sua Storia antica!

Povera Italia, che già da prima non si era data pace di questa eccellenza con la prima de “Il fatto quotidiano” sugli assenteisti del Cardarelli.

Peccato che poi si è scoperto che erano solo dei fantasmi!

Povera Italia che piange i suoi morti, circa il 10% di quelli mondiali sono Lombardi che però “escono per andare al lavoro a differenza del Sud che è a casa  perché lavora meno” come testimoniò la brillantissima conduttrice (infrasettimanale)di “Stasera Italia” (dimenticata? Dimenticata!)

Povera Italia, che per questa sua guerra contro “stu merdillo invisibile”, non può assicurare ai suoi caduti in battaglia (e neppure a quelli defunti per altre cause, perché comunque, è la storia della vita, si muore a prescindere) neppure un funerale “perché assolutamente sconsigliabile per evitare il diffondersi del contagio”.

Povera Italia, che dalle stelle di Libero “della quarantena alla napoletana” è costretta alle stalle della “tangenziale deserta” nel fine settimana di Pasqua.

Povera Italia, che non sa parafrasare una famosissima (almeno per noi “sudici”) ode di AntonioAngelo Clemente (originari dati all’anagrafe!) secondo cui “stu virusse ‘o sajie che dd’è? ‘E na livella!”.

Povera Italia, che poi arriva “lo sceriffo” e le da il colpo di grazia, chiedendo ai suoi concittadini (tutti rigorosamente “sudici”!) “proposte per la “Fase 2” perché in Campania l’epidemia è sotto controllo e siamo quasi pronti a ripartire”

Povera Italia, che nel frattempo continua disperatamente a cercare la folla della Pignasecca, altrimenti dalla sua pandemia di senso civico “sudicio/meridionale” non ne uscirà mai.

Termino con un invito.

Siate bravi (sono, evidentemente, ironico) accontentatela altrimenti, povera Italia, che fine potrà mai fare?

Siate ancora più bravi (sono, evidentemente, serissimo) continuate a restare a casa, totalmente insensibili alle melliflue lusinghe della primavera, se proprio ci dobbiamo concedere un diversivo ci vediamo al tramonto sui balconi, armati di pentole, padelle e caccavelle per . . . cantare “Vesuvio”.

Così facendo ve l’assicuro, m’è testimone anche il milanesissimo don Alessandro, “Verrà un giorno!”

Brigante Martummè

alias

Massimo Felice Abbate

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