“Putin: «Finché sarò presidente niente genitori 1 e 2»”
Sono sempre meno i russi che si preparano a festeggiare il genetliaco di Vladimir Il’ič Ul’janov (1874-1924), detto «Lenin», la cui salma giace ancora imbalsamata in un mausoleo di Mosca.
Quest’anno, nel 150° della nascita del rivoluzionario comunista, fra l’altro la data del 22 aprile cade in un momento particolare poiché ‒ scrive Russia Today ‒ coincide con il referendum popolare che dovrà approvare (o rigettare) definitivamente il nuovo impianto costituzionale voluto dal presidente russo Vladimir Putin. Il nostalgico pellegrinaggio in stile sovietico, dunque, sarà sostituito da un voto democratico. Su un punto, tuttavia, il capo del Cremlino non transige, tanto da affermare: «Fintanto che rimarrò il presidente, non ci saranno genitori n. 1 e padre n. 2. Ci saranno una mamma e un papà». Lo riportano le agenzie di stampa. In questo modo, fino alla scadenza del suo quarto mandato nel 2024, Putin ha escluso la possibilità di estendere l’istituto del matrimonio alle coppie formate da persone omosessuali.
A nulla sono valse le pressioni di celebrità del mondo dello spettacolo come il cantante inglese Elton John o dell’ECRI, l’organo del Consiglio d’Europa che si occupa di razzismo e intolleranza, secondo il quale «è particolarmente preoccupante che il sentimento omofobo sia attivamente alimentato dal Presidente e dalla Chiesa ortodossa russa», e che come risultato «la stigmatizzazione e l’intolleranza nei confronti della comunità lgbt abbiano inevitabilmente messo radice» nella società.
Anzi, Mosca ha informato Strasburgo di ritenere le valutazioni e le raccomandazioni fatte su questa questione «inaccettabili», perché non riconosce le competenze dell’ECRI in quell’ambito e le definisce oltre il mandato di quell’organismo di monitoraggio. Del resto in Russia vige dal 2013 una legge che vieta la propaganda omosessualista tra i minori.
Semmai, nella nuova carta fondamentale, potrebbe comparire un riferimento a Dio, fortemente voluto dal patriarca ortodosso Kirill in quanto, «se il testo dell’inno nazionale può contenere parole come: “La nostra patria protetta da Dio”, perché la Costituzione non può affermare lo stesso?». Putin si è più volte espresso per il mantenimento di un carattere laico delle istituzioni. Il che non significa però laicista né tantomeno nostalgico dell’ateismo di Stato. Ex funzionario del KGB, lo “zar” è nato immerso nel socialismo reale e lo ha visto fallire. Ma non intende sostituirlo con l’ateismo che arriva dall’Occidente.
Andrea Morigi