Alta Terra di Lavoro

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Quel 10 giugno…

Posted by on Giu 15, 2021

Quel 10 giugno…

Il 10 giugno di quarant’anni fa un bambino ci tenne tutti col fiato sospeso. Anzi, più esattamente, furono le sue grida disperate a tenerci inchiodati nell’ansia, giorno e notte, perché, in realtà, quel piccolino non lo vedemmo mai. Il suo pianto, però, straziò l’animo a milioni di persone e, secondo me, anche il più incallito dei delinquenti si commosse a quei lamenti dilanianti. Nessuno rimase insensibile a quel pianto di un innocente. Nessuno, tranne Dio.

            Quel Dio in cui, allora, io credevo fermamente e perciò, altrettanto fortemente, ero sicuro che sarebbe intervenuto da un momento all’altro a tirar fuori quella povera creatura dal maledetto pozzo in cui era precipitata. Non avevo dubbi e, quando sullo schermo apparve un ometto in canottiera, piccolo, magro che se avessi incontrato per strada nemmeno avrei notato o al limite, ben poco considerato, ebbi la certezza che quel piccolo uomo era veramente la mano di Dio, quella mano che aspettavo con sicura, incrollabile fede…

            Alla fine, però, dopo lunghissimi, interminabili, minuti di ansia che l’Italia intera trascorse mordendosi le dita nella spasmodica attesa, quell’omino fu tirato su… Da solo… Non ce l’aveva fatta… Era solo riuscito a sfiorare, ad accarezzare il bambino affondato nel fango… Poi s’era fatto ricuperare e tirare in superficie. Era lacero, stremato, tutto sanguinante per gli squarci sul corpo causategli dagli spuntoni taglienti della roccia. Sembrava Lazzaro… anzi, addirittura Cristo deposto dalla croce.

Erano le tre di notte. Da ore non mi staccavo dallo schermo della TV sul quale si incollavano le mie speranze… All’improvviso, scattai su dalla sedia, come folgorato dal lampo di una rivelazione causata dal fallimento delle mie speranze miseramente annegate… Si era squarciato il velo del tempio dentro cui era avvolto il mio Credo: Chi, in tutto l’universo, poteva mai ascoltare le grida disperate di un bambino e le suppliche di milioni di gente che giungevano da quest’atomo opaco del male? Chiiii?!? Nessuno… Nessuno… Nessuno…! Attorno a noi c’era solo il Vuoto… Quella notte, ripercorsi la via di Damasco all’incontrario…

            Persi così la fede in un fantomatico Dio – Bontà Assoluta – per ritrovarla nella generosità che a volte emerge nei miei simili, grazie al gesto unico, incommensurabile, di un piccolo uomo, esile come un fuscello ma dal coraggio grande quanto una montagna, di un angelo senza ali, un angelo sporco di fango e di sangue, un angelo di nome e di fatto, Angelo Licheri.

Erminio de Biase

1 Comment

  1. Grazie di avercelo ricordato!…fu un momento corale, vissuto da tutti…con ansia, e speranza.. e poi sconfitta!… Oggi la moltiplicazione dei canali tv tutti presi dalla gara per primeggiare nelle notizie non
    raggiungerebbe un tale coinvolgimento emotivo… tutto ci passa veloce sotto gli occhi, anche le cose piu’ tragiche, e in pochi secondi creando assuefazione a scapito della partecipazione..ed e’ vero…della meditazione!…caterina ossi

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