Regolamento di conti all’interno dell’Ordine di Malta. Il Vaticano apre una Commissione d’inchiesta
Mentre il piccolo fronte dei cardinali “dubbiosi” sul contenuto dottrinale di Amoris laetitia spinge per ottenere da papa Francesco risposte soddisfacenti (v. notizia precedente), il Sovrano Militare Ordine dei Cavalieri di Malta, del quale proprio il leader del gruppetto, il card. Raymond Leo Burke, è patrono, sta attraversando una grossa crisi istituzionale. All’inizio di dicembre, infatti, su sollecitazione di Burke stesso e del Gran Maestro dell’Ordine, Matthew Festing, il Gran Cancelliere barone Albrecht Freiherr von Boeselager (il numero tre dell’Ordine più ricco e prestigioso della galassia religiosa cattolica, ministro degli Esteri responsabile delle missioni diplomatiche e dell’interno) è stato invitato a dare le dimissioni. Poiché si è rifiutato di farsi da parte, è stato avviato il procedimento per rimuoverlo dall’incarico, scegliendo, al suo posto, John Edward Critien.
La ragione del provvedimento sta in quella che è stata definita dal vertice come «una situazione estremamente grave e insostenibile»: la posizione di Boeselager che, nell’ambito del suo impegno in attività caritatevoli in Africa nella lotta al traffico sessuale per conto dell’Ordine, non avrebbe impedito la distribuzione di preservativi come misura per contrastare la diffusione dell’Aids, contravvenendo così alla posizione della Chiesa che, formalmente, ne vieta l’utilizzo. Il comunicato dell’Ordine, emesso il 13 dicembre scorso, afferma infatti: «Martedì 6 dicembre si è manifestata una situazione estremamente grave e insostenibile in merito alla carica di Gran Cancelliere dell’Ordine di Malta di Albrecht Freiherr von Boeselager. Il Gran Maestro ha chiamato Boeselager per un incontro in presenza del Gran Commendatore, Fra Ludwig Hoffmann von Rumerstein e del Cardinale Raymond Leo Burke, rappresentante del Santo Padre presso l’Ordine di Malta. Nel corso dell’incontro, il Gran Maestro ha ritenuto – con grande rammarico per i sui numerosi anni di servizio nell’Ordine – che la situazione esigesse le dimissioni di Albrecht von Boeselager quale Gran Cancelliere. Dopo il rifiuto di Boeselager, il Gran Maestro non ha avuto altra scelta che ordinargli, alla presenza del Gran Commendatore e del Cardinale Patrono, in base alla promessa di obbedienza, di dimettersi. Boeselager ha rifiutato nuovamente. A quel punto, il Gran Commendatore, con l’appoggio del Gran Maestro, del Sovrano Consiglio e della maggior parte dei membri dell’Ordine in tutto il mondo, ha avviato un procedimento disciplinare attraverso il quale un membro viene sospeso dall’appartenenza all’Ordine, e quindi da tutte le cariche all’interno dell’Ordine stesso. La ragione della sospensione da Gran Cancelliere è dovuta a gravi problemi accaduti durante il mandato di Boeselager come Grande Ospedaliere dell’Ordine di Malta (cioè fino al 2009, ndr) e il successivo occultamento di questi problemi al Gran Magistero, come dimostrato in un rapporto commissionato dal Gran Maestro l’anno scorso».
Le accuse sono state rigettate dal diretto interessato (il cui fratello, tra l’altro, Georg Freiherr von Boeselager, ha ricevuto di recente la nomina a membro del Consiglio di Sovrintendenza dello Ior, mentre il padre e lo zio parteciparono al fallito attentato del 1944 contro Hitler, noto come “Operazione Valchiria”), che avrebbe chiesto di essere sentito per potersi difendere, ma la Santa Sede, che, a quanto sembra, era già stata informata da Burke stesso, è intervenuta con decisione e tempestività il 22 dicembre scorso, quando papa Francesco ha creato una commissione d’inchiesta incaricata di «raccogliere elementi atti ad informare compiutamente e in tempi brevi la Santa Sede» e fare luce sulla situazione. Cinque i membri della commissione prescelti: mons. Silvano Maria Tomasi, segretario delegato del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, il canonista gesuita p. Gianfranco Ghirlanda, che ha seguito il processo di purificazione e di rielaborazione degli Statuti dei Legionari di Cristo; lo svizzero Marc Odendall, amministratore di svariate fondazioni e consulente finanziario dell’Ordine dei cavalieri di Malta per il settore filantropico; il belga Jacques de Liedekerke, già Gran Cancelliere dell’Ordine dal 2001 al 2004, fondatore e direttore di uno studio di avvocati internazionalisti a Bruxelles e ad Anversa, e il banchiere libanese Marwan Sehnaoui, presidente dell’Ordine di Malta in Libano.
La procedura attuata con Boeselager – che avrebbe saputo del comportamento del personale medico e sanitario impegnato in diverse missioni in Africa ma non ne avrebbe informato le alte cariche dell’Ordine – è piuttosto singolare e avrebbe già provocato critiche interne: normalmente, infatti, la revoca delle cariche più alte dell’Ordine deve avvenire tramite un capitolo generale straordinario. Il Gran Maestro, invece, chiedendo le dimissioni di Boeselager, ha fatto prevalere la condizione di quest’ultimo di cavaliere vincolato all’obbedienza. Nel frattempo, però, la vicenda non manca di dare adito alle interpretazioni più varie: da chi vede l’ultraconservatore Burke come regista tra le quinte, a chi tende a considerare la questione come un regolamento di conti interno all’Ordine, teso tra una componente più religiosa, incarnata dai membri anglosassoni (tra cui il Gran Maestro) e quella più laica, rappresentata dai tedeschi (come Boeselager). Significativa in questo senso la nomina, a succedere a Boeselager, di un altro anglosassone, il maltese John Edward Critien, fatto che darebbe credito alla tesi della tensione interna.
Il Gran Maestro, tuttavia, non ha preso molto bene l’intervento della Santa Sede, invitando con tono diplomatico ma inequivocabile Francesco a restare fuori dalle questioni interne dell’Ordine. In una nota concordata con Burke, resa pubblica il 24 dicembre scorso, il nobile Festing infatti afferma, in merito alla creazione della commissione, che «la sostituzione del precedente Gran Cancelliere è un atto di amministrazione interna al governo del Sovrano Ordine di Malta e di conseguenza ricade esclusivamente nelle sue competenze. La nomina di cui sopra è il risultato di un equivoco della Segreteria di Stato della Santa Sede».
La commissione dovrebbe concludere alla fine del prossimo gennaio la propria indagine sull’Ordine, fondato nove secoli fa con il motto tuitio fidei et obsequium pauperum, difesa della fede e aiuto ai poveri. Si tratta di un ente sovrano che ha un seggio all’Onu e ambasciate in un centinaio di Stati, conta su un patrimonio finanziario ingente ed opera nel mondo con ospedali e centri di assistenza, poggiando sul lavoro di più di 80mila volontari.
* Foto di James Bradley, immagine originale e licenza.
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