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RENATO PESCITELLI – Il farmacista-storico

Posted by on Mar 14, 2022

RENATO PESCITELLI – Il farmacista-storico

Di mestiere faceva il farmacista, lavoro di famiglia, ma la sua passione collaterale, che coltivò con altrettanto successo, era la storia, quella del suo paese in particolare.

Il papà Luigi, nel secolo scorso, era un noto e apprezzato farmacista, quelli che le medicine le preparavano loro, il quale in bottega aveva allestito un attrezzato e pionieristico laboratorio analisi mentre in un altro laboratorio produceva un delizioso liquore nocino dalla ricetta tuttora segreta.

Maestro e guida di Renato Pescitelli fu lo zio prete Don Silvestro Mastrobuoni ma ebbe come riferimenti personaggi del valore di Vincenzo Mazzacane e Domenico Franco e amicizie quali quelle con il compianto Nicola Vigliotti e il mitico professore Alessandro Biondi.

La sua farmacia era un cenacolo culturale dove un ristretto circolo di studiosi quotidianamente si confrontava e discuteva su fatti e monumenti storici nonché di nuove ipotesi su vecchie vicende locali.

Da giovane studente, Pescitelli, trascrisse gli statuti del Comune di Cerreto a partire dal 1544 che erano scritti a mano e in latino con qualche frase in napoletano. Cominciò così ad allenarsi per poter decifrare e studiare i testi antichi finalizzando la passione diplomandosi alla scuola di Archivistica e Paleografia presso l’Archivio di Stato di Napoli.

In quell’arte divenne insuperabile. Possedeva un grande talento nel districarsi e fare ricerche tra archivi notarili, comunali ed ecclesiastici, registri di nascita e morte delle chiese, documenti privati e pubblici, che collezionava o scambiava con altri appassionati. Aveva una pazienza unica per questo tipo di lavoro ma anche tanta cognizione e genuina passione.

Queste capacità gli diedero la possibilità di riuscire a studiare in profondità gran parte dei documenti riguardanti il suo paese fino a fare un’analisi dettagliata di ogni monumento e di ciascun periodo storico che lo riguardasse. Non c’è pietra di Cerreto che non sia stata studiata da Renato Pescitelli.

Al suo attivo ebbe 33 pubblicazioni, la gran parte riguardanti la storia delle tante chiese della Vecchia e Nuova Cerreto, facendone una panoramica completa, e i ritratti di eminenti figure ecclesiastiche della chiesa telesina. Ma mise su carta anche importanti studi sulla Ceramica Cerretese, sulla Società Operaia di Mutuo Soccorso, sul medico e poeta laurentino Pietro Paolo Fusco. Essendo di cultura e tradizioni liberali, poi, non potevano mancare dei saggi sulle attività dei liberali cerretesi preunitari o sull’esistenza o meno all’epoca di una loggia massonica nel suo paese.

Il lavoro più apprezzato e conosciuto è Palazzi, case e famiglie cerretesi nel XVIII secolo. Un volumone di oltre 450 pagine dove riesce a fare una indagine circostanziata su ogni singola costruzione della Nuova Cerreto e sulla genealogia delle famiglie che le abitarono.

La sua scrittura, nonostante la complessità degli argomenti, è sciolta e scorrevole, con le necessarie citazioni in latino ma priva di inutili tecnicismi e, soprattutto, l’autore ha l’abilità di lasciar solo trasparire la sua erudizione.

Pescitelli era considerato dai suoi compaesani un autorevole storico per cui è stato il punto di riferimento di tanti appassionati e studiosi di fatti e vicende locali, giovani e non, che a lui si rivolgevano per informazioni e chiarimenti. Non di rado, però, lo si sentiva rispondere “Leggi! Leggi! Quello che vuoi sapere l’ho già scritto in …”

A volte burbero e sbrigativo, nei molti giorni buoni, però, era un vero piacere ascoltarlo parlare con passione e conoscenza delle cose antiche del suo paese.

Cerreto gli è debitrice, perché gran parte delle testimonianze scritte della sua lunga e articolata storia sono frutto dei lavori del farmacista-storico destinati alla conoscenza dei contemporanei e dei posteri.

La sua scomparsa prematura, nel 2017, ha impedito di arricchire il patrimonio culturale cerretese di ulteriori approfondimenti interessanti circa la vita del paese delle ceramiche. Ma l’eredità che ha lasciato, non solo con le sue tante opere ma anche come esempio di amore per la propria terra e le proprie radici, lo farà restare per sempre nella memoria dei suoi compaesani.

Eredità, però, quanto mai difficile da raccogliere.

Antonello Santagata

già pubblicato dal sito Istituto Storico del Sannio Telesino

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