Riflessioni di Domenico Crocetti
Gli episodi di abbandono di persone non autosufficienti, la mancanza di soccorso a lavoratori stranieri mortalmente infortunati, lo sfruttamento del lavoro minorile, il trattamento disumano e degradante spesso riservato ai detenuti, il mancato riconoscimento dei diritti delle minoranze et similia, mi fanno venire in mente il “potente” romanzo “Voyage au bout de la nuit” (“Viaggio al termine della notte”) (1932) di Louis-Ferdinand Céline che Charles Bukovski considerava “il più grande scrittore del mondo”. Il celebre scrittore cattolico Georges Bernanos disse di lui: “Céline è stato creato da Dio per dare scandalo”. Scrive il romanziere Riccardo Alberto Quattrini: “Come il titolo stesso suggerisce ‘Viaggio al termine della notte’ e’ un cupo, nichilistico romanzo in cui si mescolano misantropia e cinismo. Un capolavoro, che porta uno dei titoli più belli della storia della letteratura. Louis-Ferdinand Céline esprime un pessimismo pressoché inconsolabile sulla natura umana, sulle istituzioni umane, sulla società e sulla vita in generale. ‘Céline ha lanciato una bomba contro l’edificio dell’umanità’, dissero di lui”. Ritengo, quindi, che sia un romanzo assolutamente da leggere, prima di abbandonare questa “valle di lacrime” o come meglio si preferisce chiamare sto mondo