Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

RIFLESSIONI DI UN MAGISTRATO IN TEMPI DI CORONAVIRUS

Posted by on Mag 22, 2020

RIFLESSIONI DI UN MAGISTRATO IN TEMPI DI  CORONAVIRUS

Cari amici lettori,

                quando ero più giovane ero un accanito lettore di romanzi e racconti di fantascienza: Asimov, Bradbury, Van Vogt e tanti altri. Ancor oggi ricordo benissimo Fahrenheit 451, favoloso romanzo scritto nel 1953 da Ray Bradbury, che lessi molti anni prima che uscisse il bellissimo film di Truffaut (1966) tratto dal romanzo (Recentissimo -2018 – è il film tv di Ramin Bahrani). Nel mondo descritto da Bradbury, i libri sono vietati perché stimolano a pensare, mentre la televisione è priva di contenuto e si riduce a puro intrattenimento.

In sostanza, quel mondo è solo un po’ più avanti di quello attuale, in cui i libri ancora non si bruciano, ma annegano nel mare delle informazioni di regime. Bradbury, poi, è un ottimista e immagina una resistenza che, nei boschi, ripete il contenuto dei libri, uno per ciascuno degli umani perché ognuno ne ha imparato a memoria uno.  Questo margine di ottimismo manca nel più antico (1932) capolavoro di Aldous HuxleY, “Il mondo nuovo”, nel quale ugualmente l’attenzione delle persone verso l’operato del governo è annichilita dall’imposizione di un consumo di massa, dove il fine ultimo è apparenza, protagonismo e appagamento materialista. I mondi orribili di Bradbury e Huxley, però, sono quasi accettabili al confronto con quello descritto da George Orwell, l’autore del più facilmente leggibile “La fattoria degli animali”, nel suo capolavoro “1984”. Orwell scrisse la sua distopia nel 1948-49 e il finale, altamente drammatico, registra la vittoria del regime sul protagonista in cerca di una libertà negata, quella di amare. Un libro che consiglio a tutti di leggere fino all’ultima pagina, ma che non auguro a nessuno di vivere.                

No, amici lettori, non mi sono messo a fare il critico letterario né l’influencer delle riaperte librerie. Volevo soltanto dirvi come il disprezzo per

le libertà individuali non è stato inventato ex abrupto dall’attuale governo, ma è stato visto da quasi un secolo come il naturale sviluppo di questa morente civilizzazione che si ostinano a chiamare civiltà occidentale. Un mondo senza Dio, senza amore, senza pensiero, fatto solo di obbedienza e di consumi.

                Questo discorso prelude a una notizia molto, ma molto allarmante: la “Microsoft” il giorno 26/03/2020 ha brevettato un sistema di cryptovaluta e di estrazione di tale valuta tramite i dati ricevuti dal corpo umano; il numero di tale brevetto è 606060. Il padrone di Microsoft è Bill Gates, un altro di quei multimiliardari che, come George Soros, è bene accetto in Vaticano ed anche nei palazzi del potere laico.

                Il linguaggio tecnico fa sembrare banale questa notizia, che in ogni modo potrete approfondire consultando la mia pagina Facebook e il suo rinvio al link di You tube.

                Ma, detto in parole povere, questi padroni del mondo hanno trovato un bel sistema per abolire del tutto la nostra libertà. La moneta degli stati sarà sostituita da questa cryptovaluta, qualcosa di simile ai bitcoin e alle altre diavolerie del genere; e fin qui, poco male. Il guaio è che per accedere all’unica valuta utilizzabile occorrerà corrispondere ai parametri previsti dal sistema informatico, cioè essere perfettamente allineati alla volontà dei potenti. Chi non è d’accordo non ha diritto a nulla e, quindi, neanche alla vita. La trovata più orribile è il meccanismo che estrae dal corpo umano i dati di tutti gli organi, compreso il cervello: una spia rispetto alla quale il famigerato “trojan”, che fruga nei cellulari, è roba da dilettanti.                

L’ultimo passo occorrente per attuare il new world è l’inserimento del terminale nel corpo di ogni essere umano: il modo più spiccio è quello

di iniettarlo con un vaccino reso obbligatorio, ad esempio quello contro il coronavirus.

                Comprendete adesso perché le interviste di due premi Nobel come Giulio Tarro e Luc Montagnier, che hanno tanto ma tanto da insegnare ai milleeuno esperti di Giuseppe Conte, sono trasmesse a notte inoltrata? Perché essi ci dicono, come ogni persona di buon senso, che il virus va affrontato con la terapia e non con il vaccino. Se li ascoltassero, Soros, re dei vaccini, e la sua combriccola di miliardari guadagnerebbero meno denaro e meno potere.

                Lo scenario è già descritto nella profezia bimillenaria contenuta nell’Apocalisse di San Giovanni (13, 11-18): la Bestia fece “che a tutti, umili e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, si imprimesse un segno sulla mano destra o sulla fronte, sicché nessuno possa comperare e vendere se non ha quell’impronta con il nome della Bestia o la cifra del nome suo”. E il brano così si chiude: “Il numero è seicentosessantasei”.

                Vi dice nulla questo numero, il numero della Bestia? Confrontatelo con quello del brevetto di Bill Gates: 606060. Tolti gli zeri, che non contano, è, guarda caso, proprio il numero della bestia, senza il quale non si può comprare né vendere.

Pietro Lignola

Un finale che era già stato scritto.
Articolo pubblicato sul “Roma”
Mercoledì 14 maggio 2020

Submit a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.