Alta Terra di Lavoro

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Ritratto dello stato attuale dell’Università Italiana

Posted by on Set 29, 2016

Ritratto dello stato attuale dell’Università Italiana

si parla dell’università di napoli ma credo bisogna estendere il discorso alla scuola in genere…. in italia in genere!!!!

Non basta

Per fare un ritratto dello stato attuale dell’Università non basta intervistare gli esperti, i professori, i Magnifici Rettori. Consapevole di ciò, sono andato in varie sedi universitarie per fare un’indagine per così dire dal basso. Un’indagine realistica, da cui è venuto fuori un ritratto forse più veritiero ma a volte molto deludente. Così il mese scorso sono entrato nella sede della Facoltà di Architettura della Federico II, a via Forno Vecchio. D’agosto gli studenti non ci sonio. Ci sono i custodi, qualche bidello e un signora delle pulizie, dall’aspetto amichevole. “Tutte le lezioni sono terminate?” domando. “Si- mi risponde-. Così possiamo fare le pulizie più a fondo, ora che non ci sono gli studenti” “ Come sono questi studenti?” le domando. “Innanzitutto, sono scostumati.” Tutti?” “ Ne salvo pochi. Non hanno rispetto. Non hanno rispetto non solo per me, che faccio le pulizie e ho sessantuno anni, ma in generale per quelli che lavorano. E per i loro genitori che pagano la retta. Questi giovani stanno qua a perdere tempo. Non so quando studino. Giocano con le palle di carta fino alle sette di sera. E fumano.” “Anche nelle aule?” “Anche nelle aule. Quando c’è qualche professore che fuma anche lui.” “Sigarette?” “Anche spinelli. E ne fuma anche qualche professore. Che butta il mozzicone sotto la cattedra. Ne ho trovati proprio io.” “Davvero? Mi sembra un po’ troppo.” “E non basta. Io non ho studiato ma so come ci si comporta. Lo ho imparato vivendo. Dalla strada, come si dice. Loro no, non sanno quello che fanno. Sono sporchi. Troviamo nei cestini per la carta anche resti di cibo buttati là. E rubano. Scompaiono i bottoni degli scarichi dei bagni, le maniglie delle porte, le tende alle finestre. E rompono anche per vandalismo, c’è pure qualche porta sfondata.” “ Mi sembra troppo. Siete sicura di non esagerare?” “Quello che vi sto dicendo è la semplice verità. Se lo scrivete, potete mettere il mio nome. Anna Dentale. Ricordatelo: Anna Dentale.” L’ho ricordato.

Ma non è questa l’unica sede universitaria in questa rovinosa situazione. Lo stesso giudizio che la signora Anna Dentale ha sugli studenti me lo hanno riferito i bidelli sugli studenti di altre sedi, anche di altre Università, Questi bidelli, però, non mi hanno chiesto di fare il proprio nome. Dovrebbe, quindi, ai lettori, bastare la mia parola.

Tuttavia posso dire che tutt’altra aria si respira altrove, ad esempio nella sede centrale della Federico II e anche nella sede federiciana della stessa Facoltà di Architettura, quella a Palazzo Gravina. Qui silenzio, dignità e pulizia. C’è la biblioteca della Facoltà, ci sono dei funzionari e anche qualche studioso. C’è anche un professore che gentilmente mi farà da guida per il luogo di riunione degli studenti. Che è lì, all’ultimo piano. Non c’è nessuno. Ma vi sono ancora una sorta di graffiti; opera degli assenti; che ne sconciano le pareti e ne testimoniano la sguaiataggine e l’incuria. Il professore, che pure è una persona molto generosa e molto popolare tra gli studenti, dà un giudizio poco lusinghiero sul livello delle attività ricreative e non di questa assemblea studentesca.

Forse da questi brevi cenni si può anche comprendere perché tanti studenti sostino per molti anni nelle Università e spesso non riescano a laurearsi. Ma oggi le Università non temono di chiamarsi aziende, desiderano più studenti paganti e non importa se alla fine siano per nulla preparati per il lavoro. Tanto lavoro non ce ne è. Come sanno tutti. Tranne la TV.

Rino Gand

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