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SAN GENNARO processione degli “Infrascati”

Posted by on Apr 29, 2016

SAN GENNARO processione degli “Infrascati”

san gennaro non è un normale santo, anche se lo hanno declassato, ma rimane sempre un top player e per i napoletani è un proprio vero compagno di vita. per scalzare virgilio, che per 1400 anni è stato il punto di riferimento dei napoletani, bisogna veramente essere speciali. di seguito un altro bell’articolo che merita di essere letto.

SAN GENNARO / Si rinnova la processione delle statue o degli “infrascati”: la storia

 

San Gennaro, si rinnova la processione di maggio in ricordo della traslazione delle Reliquie dal suo primo cimitero Agro Marciano, Fuorigrotta-Agnano, alle Catacombe di San Gennaro. La versione attuale prevede il percorso dal Duomo, Cappella del Tesoro alla Basilica di Santa Chiara attraversando il cuore antichissimo di Napoli. In processione il Busto di San Gennaro e delle Ampolle contenenti il Sangue del Martire, sabato 30 aprile, a partire dalle ore 17.00. La processione si svolge in ricordo della traslazione delle Reliquie del Santo dal Cimitero posto nell’Agro Marciano, nel territorio di Fuorigrotta, alle Catacombe di Capodimonte, poi denominate, per questa ragione, di San Gennaro. La processione di maggio fu detta anche «degli infrascati», per la consuetudine del clero partecipante di proteggersi dal sole coprendosi il capo con corone di fiori. Ne è memoria la corona in argento che sovrasta il tronetto sul quale viene posta la teca con il Sangue del Santo, che porta al centro un enorme smeraldo, dono della Città, di provenienza centroamericana.

Il Cardinale Crescenzio Sepe, alle ore 17.00, dopo essersi recato nella Cappella del Tesoro, accolto dall’Abate Prelato, mons. Vincenzo De Gregorio e dalla Deputazione, procederà all’apertura della cassaforte che custodisce le Reliquie del Santo.

Sul sagrato del Duomo saranno disposti i busti argentei dei Santi compatroni. L’avvio della processione sarà preceduto da un breve momento di preghiera guidato dall’Arcivescovo. Il corteo processionale si snoderà per via Duomo e via dei Tribunali, passando dinanzi al Pio Monte della Misericordia; si porterà poi in via delle Zite per giungere a Forcella, proseguendo poi lungo via San Biagio dei Librai, piazza San Domenico Maggiore e via Benedetto Croce, fino alla Basilica di Santa Chiara. Lungo il percorso i Parroci del territorio attraversato onoreranno il Santo Patrono con l’offerta dell’incenso e il suono delle campane.

Il corteo processionale sarà accompagnato dalla Fanfara dei Carabinieri e dalla Banda Maltese.

Nella Basilica di Santa Chiara, alle ore 18, avrà inizio la Celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo. Per tutta la settimana seguente, in Cattedrale ogni giorno, sarà venerata la Teca contenente le Ampolle del Sangue di San Gennaro.

Almeno fino al 1267 questa celebrazione avveniva il 13 aprile e non si è certi sulla ragione che portò a sostituirla con la data mobile di maggio (o ultimo giorno di aprile), né da chi e quando ciò fu stabilito. E’ comunque documentato che la prima esposizione del busto reliquiario del santo nel 1305 avvenne nella data del sabato anteriore alla prima domenica di maggio. E sempre in maggio – ma siamo già nel 1337 – ebbe inizio anche la ‘processione degli inghirlandati’, come prescritto nella costituzione che regolava l’organizzazione della festa, voluta dall’allora arcivescovo di Napoli, Giovanni Orsini.

‘Inghirlandati’, di corone di rose e fiori vari, dovevano essere i sacerdoti che prendevano parte al corteo processionale al seguito del busto del santo, del reliquiario delle ampolle e delle statue di altri santi, poiché il modello normativo della processione di maggio prevedeva che insieme a San Gennaro uscissero in corteo anche le ‘teste degli altri Santi protettori et altre Reliquie’. La tradizione vedeva nella presenza dei ‘preti inghirlandati’ un richiamo a coloro che con le stesse modalità avevano partecipato all’originaria cerimonia di traslazione del corpo del santo,con una simbologia che rinviava agli antichi riti pagani di sepoltura. Ma mentre l’uso dei ‘preti inghirlandati’ si è perso nel tempo, ancora oggi questa processione è nota come ‘processione delle statue’, poiché San Gennaro continua ad uscire preceduto dal corteo dei busti argentei dei Santi Compatroni. Altro aspetto che caratterizzò l’evento festivo dal 1525 fino al 1800 fu l’organizzazione del percorso processionale secondo un piano di turni in base al quale ogni anno il corteo avrebbe dovuto dirigersi dal Duomo verso la piazza di uno dei sei Sedili della città, dove per l’occasione veniva eretto un ricco altare. Questo uso, di notevole valenza simbolica e sociale, oltre che richiamare metaforicamente la ‘piazza’ del martirio, permetteva uno stretto contatto con il tessuto sociale, rimarcando – almeno formalmente – una pari condivisione del patronato e di tutti i suoi effetti da parte dell’intera città. Nel tempo ci furono diversi cambiamenti di mete del percorso, fino a quando non si stabilì quella ancora attualmente vigente.

Gabriella Martini

fonte identitainsorgenti.com

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