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Scandalo pedofilia in Francia, si apre il processo al 68

Posted by on Mar 6, 2021

Scandalo pedofilia in Francia, si apre il processo al 68

A seguito delle recenti e sconvolgenti testimonianze emerse e pubblicazioni date alla stampa sugli scandali famigliari e le depravate pratiche di diversi intellettuali e politici di sinistra francese, si ritorna a esplorare il danno lasciato dalla rivoluzione del 68.

A seguito delle recenti e sconvolgenti testimonianze emerse e pubblicazioni date alla stampa sugli scandali famigliari e le depravate pratiche di diversi intellettuali e politici di sinistra francese, non ultimi l’”affaire Gabriel Matzneffil libro La Famille Grande e lo scandalo ‘Duhamel’ di cui ci siamo interessati, la Francia sta inziando a fare i conti con il suo passato e la ‘rivoluzione del ‘68’. Jack Lang e Luc Ferry, tra imbarazzi e critiche, mettono sul banco degli imputati il ’68 e le sue conseguenze nefaste.

Il Senato francese sull’onda dello scandalo Duhamel, lo scorso 21 gennaio, in prima lettura ha approvato una legge che vieta rapporti sessuali con i minori di 13 anni e una maggiore protezione per i giovani tra i 13 e i 15 anni, ma le associazioni anti pedofile e per la protezione dei minori chiedono che si vietino i rapporti sessuali sino a 15 anni. Sono migliaia le denunce di abusi che vengono pubblicate attraverso l’hashtag #MeeTooInceste dallo scorso gennaio, una marea di bimbi e bimbe abusate da quella furia libertina e perversa che ha distrutto la vita ed i valori cristiani di una nazione. Da un lato un Jack Lang imbarazzato nei tentativi di autoassoluzione, dall’altro un lucido Luc Ferry che critica profondamento i fondamenti del ’68 e la ‘liberazione della pedocriminalità’, ‘superiorità morale’ della sinistra.

Luc Ferry su Le Figaro dello scorso 3 febbraio ha usato parole infuocate e sincere per denunciare tutta le perversione del ’68 e la legittimazione che quel movimento ha dato alla ‘pedocriminalità’. «La verità storica ci obbliga a dire che è nonostante tutto la pedofilia ha ricevuto le lettere di nobiltà… quando a metà degli anni 70 apparvero su Libération e Le Monde petizioni che inneggiavano alla pederastia, firmate da intellettuali come Foucault, Sartre, Beauvoir, Deleuze, Barthes o Chatelet, rifiutare di aderire significava rischiare l’esclusione dal club dei “veri intellettuali”, cioè intellettuali di sinistra, “necessariamente di sinistra”, castristi, maoisti, trotzkisti o, per lo meno, comunisti. Si è dimenticato che il “Pensiero 68” era generalmente favorevole alla pederastia…quello che era allora l’aspetto più eclatante del “Pensare il 68″…la perversione della educazione borghese consisteva allora “nell’escludere la pederastia nell’educazione scolastica e familiare”. Poiché era anche “proibito proibire”, non c’era più motivo di essere imbarazzati». L’altro volto della cultura francese è ben rappresentato dall’imbarazzo e superficialità con le quali Jack Lang ha balbettato durante un’intervista televisiva di fine gennaio su Europe 1. Incalzato dai giornalisti egli ha messo in scena solo una serie di ‘infastiditi rimpianti’, senza un solo cenno di pentimento o autocritica seria. Le domande di Sonia Mabrouk su Europe 1, lunedì 18 gennaio, hanno stretto l’ex ministro della cultura sotto François Mitterand, Jack Lang, in un angolo.

L’ex politico è stato invitato a spiegare perchè aveva firmato una petizione nel 1977, pubblicata su Le Monde e Libération, difendendo il diritto per gli adulti di avere rapporti sessuali. La risposta? «È stata una stronzata, è una stronzata», ripeteva Jack Lang, oggi Presidente dell’Istituto del Mondo Arabo. «C’erano molte persone all’epoca che firmavano questa piattaforma: c’erano Daniel Cohn-Bendit, Michel Foucault, una serie di intellettuali. Era dopo il 1968 ed eravamo trasportati da un vento libertario». Infastidito ed imbarazzato, Lang ha attaccato il suo vecchio amico Duhamel («È una vergogna quello che ha fatto Olivier Duhamel, non esiste una parola per condannare l’incesto e la pedofilia») e, come le tre scimmie, dichiarato di non aver mai saputo, visto o sentito di festini organizzati per metter in pratica perversioni e abusi su minori.

Omertà, compiacenza, collusione? Certo è che la crema politico intellettuale di sinistra e figlia del ’68 francese sta franando sotto le sue stesse perversioni. Il vaso di pandora apertosi con le denunce e gli scandali contro Gabriel Matzneff (lo scorso anno) e l’esplosione dello scandalo Duhamel, grazie alla pubblicazione del libro- denuncia La Famille Grande di Camille Kouchner, porteranno a molti altri scandali e rivelazioni. Non è invece ancora assicurata una reale e profonda autocritica sulle radici criminali di quei ‘moti liberatori’ del ’68 che devastarono società e culture cristiane ed imposero modelli educativi e tirannie del pensiero unico ancora oggi causa di devastazioni umane inenarrabili. Oggi i promotori di quelle perversioni possono anche affermare di ‘essersi sbagliati’, di aver solo ‘fatto delle stronzate’, ma siamo certi che se non fossero scoppiati questi scandali, nessuno di loro avrebbe mai ammesso complicità o responsabilità. Anzi, come ha ben dichiarato Luc Ferry, chiunque abbia criticato sino a qualche anno la ‘mala pianta’ del ’68, ha dovuto subire ostracismo, insulti e minacce fisiche.

In Italia la situazione non può esser stata diversa ma nel nostro paese ancora oggi, come provato dalla critiche ricevute da Carlo Giovanardi e Silvana De Mari, anche ogni critica agli scritti di un semplice Mario Mieli, può trasformarsi in condanne per diffamazione. Che dire poi delle sperticate critiche ed insulti ricevuti nell’ aprile 2019 da Papa Benedetto XVI per aver tracciato i legami tra il collasso spirituale e la rivoluzione del ’68 e la pedofilia? La Francia e l’intero occidente avrebbero urgente bisogno di una operazione culturale chirurgica per estirpare il cancro del ’68 cresciuto nelle nostre società. Ogni istante perso è tempo regalato alla ‘colonizzazione ideologica’ che, con le sue perversioni abortiste ed LGBTI, stiamo imponendo a tutto il mondo.

Luca Volontè

fonte

https://lanuovabq.it/it/scandalo-pedofilia-in-francia-si-apre-il-processo-al-68

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