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Settembre 1845: 800 scienziati italiani vedono che Napoli è, in ogni senso, la più grande città d’Europa

Posted by on Giu 2, 2020

Settembre 1845: 800 scienziati italiani vedono che Napoli è, in ogni senso, la più grande città d’Europa

Nella “Guida di Napoli” – ogni ospite ne ebbe una copia – gli amministratori della città, oltre a tutte le notizie utili, pubblicarono anche l’indirizzo degli “studi” di pittori e scultori. Centinaia di scienziati ebbero l’opportunità di ammirare la perfetta organizzazione, la ricchezza del patrimonio culturale e i progressi nei settori della Medicina e della Tecnologia: nell’occasione venne inaugurato anche l’Osservatorio Vesuviano.  Il ruolo di Giuseppe IV Medici, principe di Ottajano

Dal 20 settembre al 5 ottobre del 1845 Napoli ospitò la VII Adunanza degli scienziati italiani: vi parteciparono 1613 luminari, di cui 831 erano “regnicoli”, distribuiti nelle “sezioni” di chirurgia, agronomia e tecnologia, archeologia e geografia, anatomia, fisiologia comparata e zoologia, botanica, fisica e matematica, geologia e mineralogia. Il Presidente generale dell’Adunanza fu Nicola Santangelo, e un ruolo importante svolsero nell’organizzazione dei lavori Michele Tenore, Leonardo Santoro e Macedonio Melloni, che, nel giorno dell’inaugurazione dell’Osservatorio Vesuviano, illustrò ai colleghi la funzione dei nuovi sistemi di controllo e di ricerca. Egli spiegò anche che l’illuminazione notturna delle strade della città era garantita da 1811 “lampade a riverbero a olio” e da “350 lampade a gaz”, e che gli scienziati napoletani stavano mettendo a punto una “illuminazione a idrocarburo”.Giuseppe IV Medici, principe di Ottajano, fu presidente della commissione per “gli strumenti aratorii” e fu membro delle commissioni che si interessavano della coltivazione della seta e dello “stato dell’agricoltura”. Ma dei temi scientifici trattati da questa importante “adunanza” parleremo in altri articoli. Ora ci interessa dire che gli scienziati tutti elogiaronol’organizzazione, accurata e precisa, e lo splendore degli spettacoli teatrali e dei concerti musicali riservati agli ospiti e alle loro famiglie. Insomma, Napoli dimostrò di essere la più grande città europea non solo per il numero degli abitanti – l’anno prima ne erano stati censiti 400813 -, ma anche per la ricchezza del suo patrimonio culturale e per l’efficienza dell’amministrazione.Erano i tempi in cui Ferdinando II si fidava ancora della borghesia “illuminata” e aveva lo sguardo rivolto all’ Italia e all’Europa: queste “aperture” sarebbero state annullate dal disastro del ’48.

In ciascuno degli alberghi riservati agli ospiti c’era “una deputazione municipale” incaricata di dare utili informazioni e di evitare che tra gli ospiti e l’albergatore nascessero “questioni”. Nella “strada di Chiaia”, nel “grande appartamento del palazzo Cellammare, comunemente detto di Francavilla” venne preparata, ogni giorno, una “mensa” per 400 persone: per 60 grana, poco più di mezzo ducato, a partire dalle ore “tre post meridiem” gli scienziati potevano consumare un pasto composto da “una zuppa”, cinque portate, “compresa la pasticceria”, frutta, caffè e sorbetto. “Il vino di pasto è compreso nel prezzo”: agli ospiti venne consegnato anche l’elenco dei “vini di lusso”: una bottiglia di “champagne Sillery” costava duc. 1, 20, quanto una bottiglia di “Bordeaux Lafitte”, mentre si pagavano duc.3, 30 per una bottiglia di “vino del Reno Hocheiner o Marcobrun”, un ducato per una bottiglia di Porto e di Madeira  e solo 30 grana-  il salario quotidiano di un muratore “esperto” – per una bottiglia di Marsala e per una bottiglia di rhum: una bottiglia di “curaçao di Amsterdam” costava duc.3. Si comunicava agli ospiti che “i camerieri sono pagati dal Comune, quindi è loro severamente vietato domandare o ricevere mancia”. Inoltre, gli ospiti, quando prenotavano i posti alla “mensa” o “nella Casa Comunale a via Monteoliveto o nella Regia Università degli Studi”, potevano già comunicare se volevano “il pranzo di magro o di carne”. Tutte queste informazioni ogni scienziato le trovava nella copia personale della “guida” che il “Magistrato municipale” aveva fatto stampare per l’occasione, e in cui venivano indicati gli orari delle ferrovie e delle diligenze, il costo dei biglietti, le strade, le piazze, i ristoranti, l’indirizzo dei proprietari delle carrozze da nolo, le “linee” servite dalle carrozze e il costo del viaggio. E’ una “guida” che merita di essere pubblicata dalla prima all’ultima pagina. Suscitò l’ammirazione di tutti, e la suscita ancora oggi, il fatto che nella “guida” gli amministratori pubblicarono anche l’indirizzo degli “studi” dei pittori e degli scultori, considerati parte integrante del patrimonio di Napoli. Giovanni Cammarano “lavorava” al n. 51 di Vico Carrozzieri a Toledo, Giuseppe e Vincenzo Cammarano al n.11 di Vico Corrieri a Santa Brigida, Gabriele e Raffaele Carelli a Largo del Vasto, Teodoro Duclère a San Pasquale a Chiaia, Giacinto Gigante al n. 58 di Santa Teresa a Chiaia, Achille Gigante al n.10 di Santa Maria del Parto a Mergellina, Gabriele Smargiassi nel Palazzo S. Arpino a Chiaia, Achille Vianelli al n. 32 del Vico del Dattilo a Mergellina, poco lontano dallo “studio” di Ercole Gigante.

Venne coniata anche la medaglia commemorativa dell’evento (l’immagine apre l’articolo): su una “faccia” Vincenzo Catenacci incise il volto di G. B. Vico, e sull’altra la dea Partenope armata di scudo, e sullo sfondo, il Vesuvio.

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1 Comment

  1. Vorrei anche ricordare che Napoli è stata la capitale europea dell’illuminismo, ha dato i natali o adottato scienziati, filosofi e pensatori di nome Sirone, Filodemo, Vico, Genovesi, Della Porta, Pagano, Non solo ha condiviso ma è stata linfa e in buona parte ha generato il movimento dei Lumi al pari e più ancora di Parigi. Ha inoltre posto le basi dell’economia e del moderno diritto. A Napoli venne Virgilio a imparare il pensiero filosofico epicureo di Sirone e Filodemo. Napoli era già stata centro vitale della filosofia e dell’arte rinascimentale, oltre che sede di importanti testimonianze artistiche, architettoniche e culturali. Giambattista Della Porta fu il vero inventore delle basi del cannocchiale di cui Galilei fece buon uso, a Napoli nacque la prima cattedra di economia grazie ad Antonio Genovesi e alle sue fondamentali lezioni. Napoli è stata centro artistico di importanti movimenti come la Scuola di Posillipo. L’architettura partenopea è stata fiorente non solo nel ‘700. Un importante ruolo Napoli ha svolto anche nel Liberty di cui abbiamo notevoli testimonianze. Ovviamente le virtù di Napoli non finiscono qui come le fondamentali tappe della storia insegnano.

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