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Si puo salvare il cervello dalla perdita dell’udito

Posted by on Giu 22, 2016

Si puo salvare il cervello dalla perdita dell’udito

qualche tempo fa abbiamo pubblicato un articolo messo a disposizione dal CentroEufon del Dr. Carmine Iodice per i danni che causa al cervello la perdita dell’udito ed oggi pubblichiamo, sempre grazie al CentroEufon, i rimedi che ci sono, di seguito l’articolo

 

Quando iniziamo a perdere l’udito non perdiamo solo “suoni”: il nostro cervello sta cambiando irreversibilmente. Ma possiamo sempre fare qualcosa per rallentarlo.

David Ryugo, quando si trova in un ristorante, utilizza una app del suo smartphone per misurare il livello di rumore. Se il rumore è troppo alto esce dal locale o cerca di rimanerci meno possibile. Non lo fa perchè ha una perdita di udito. Piuttosto, vuole evitare di sviluppare problemi di udito in futuro.

“Il rumore è come le radiazioni o la luce ultravioletta”, dice Ryugo, “Un pò non fa male, ma nel tempo si accumula, ed infine danneggia le nostre orecchie.”

Ryugo, professore di neuroscienza al Sydney’s Garvan Institute e professore emerito in udito ed equilibrio al Johns Hopkins, negli Stati Uniti, dice che l’ultima decade di un uomo è passata in genere in sordità.

A 70 anni, il 75 per cento degli uomini nelle nazioni industrializzate avranno una perdita di udito considerevole, che non solo affeziona le loro capacità di comunicazione e le relazioni sociali, ma causa cambiamenti irreversibili al modo di funzionare del cervello. Una persona in salute può udire una gamma enorme di suoni, dal più leggero fruscio al rombo di un jet. Oltre questa gamma, non si determinano differenze sostanziali nel come il cervello opera nel distinguerli. Quando il cervello smette di ricevere determinati stimoli, altera le sue predisposizioni e si riassetta. Alcune parti del cervello prima dedicati all’udito iniziano ad essere usati per altre funzioni.

Ryugo sostiene che il cervello non accetta il “nulla” e, proprio come di un arto amputato si può sentire un dolore “fantasma”, la perdita di udito genera a volte suoni inesistenti, come per l’acufene.

Con questa consapevolezza, Ryugo prende ogni precauzione possibile. Porta sempre in tasca dei tappi per orecchie in caso rimanga bloccato in un ambiente troppo rumoroso. Se una ambulanza passa a sirene accese si copre le orecchie con le mani. Fa lo stesso per attutire effetti sonori troppo forti al cinema, ed evita ormai del tutto i concerti rock .

Attenti all’aspirapolvere

Potrebbe sembrare un atteggiamento eccessivo,  ma Ryugo è ben conscio dei rischi del danno da accumulo che prende delle contromisure per proteggere anche la famiglia, come coprire elettrodomestici rumorosi (frullatore, macinacaffè) durante l’uso, e misurarne sempre la rumorosità prima di acquistarli. “Se usate uno di quegli aspirapolvere cosiddetti silenziosi per soli 15 minuti, avete già subito qualche danno”, dice.

Si protegge in questo modo da più di 30 anni, ed in effetti si presenta con un udito “molto buono” per uomo di 68 anni. I controlli regolari mostrano che ha piccole perdite sulle alte frequenze, che non possono essere recuperate con un apparecchio acustico.

Al di fuori di questo contesto di controlli regolari e cure, però, solo poche persone curano davvero il loro udito.

Ecco, secondo i dati statistici, come cura l’udito la persona media:

  • Qualche visita occasionale dal medico di famiglia per infezioni o cerume, ma in genere nessun vero controllo o misurazione.
  • Normalmente, poi, è il partner che insiste per dei controlli all’udito.
  • Il controllo evidenzia ovviamente una perdita di udito
  • E a questo punto accade una cosa straordinaria:
  • l’uomo medio aspetta 10 anni prima di decidersi a fare qualcosa in proposito, ed è costretto poi ad usare un apparecchio acustico.
  • Questa resistenza, dovuta generalmente ad una combinazione di vanità e negazione, è coadiuvata dall’ignoranza del fatto che la perdita di udito è progressiva e continuerà a peggiorare.
  • Il lavoro di Ryugo ha mostrato che il controllo e l’intervento regolare può rallentare la perdita di udito e ridurne gli effetti negativi sul cervello. I test sono stati effettuati su cavie da laboratorio ma il modello è pronto per essere testato sull’uomo al Johns Hopkins University School of Medicine. L’intervento stimola il sistema uditivi, che in cambio previene anche ultriori cambiamenti negativi nel cervello.

L’insorgenza di Demenza

Intanto, con il trascorrere della Decade di Negazione, la qualità della vita dell’Uomo Resistente si deteriora. In un primo tempo, l’Uomo Resistente rimedia evitando ristoranti e luoghi rumorosi, poi non vorrà andare neanche in posti che CREDE CHE SARANNO rumorosi. Ad un certo punto, vorrà uscire meno possibile. Gradualemnte, si sentirà sempre più depresso. Da quel momento, il rischio di insorgenza di demenza è cinque volte maggiore. A questo stadio non chiede più di “non mugugnare” o “parlare chiaramente”. E’ stanco anche di ripetere sempre “cosa?”. Si isola sempre più e spontaneamente, siccome la comunicazione risulta difficile, preferisce leggere.

A chi non ha mai protetto il suo udito Ryugo consiglia di “fare controllo e misurazione dell’udito. Se la cura consiste in un apparecchio acustico, non c’è bisogno di modelli ultracostosi, ma è importante che il cervello riceva gli stimoli sonori adeguati”

Sotto questo aspetto, inoltre, gli apparecchi acustici sono di poco aiuto in ambienti rumorosi, poichè la bionica sopperisce al danno nell’orecchio e non al conseguente adattamento del cervello. Come soluzione si utilizza di solito un microfono direzionale puntato verso il o gli interlocutori, oppure un microfono appoggiato alla spalla.

La compromissione delle nuove generazioni

I maggiori fattori di rischio per l’udito nei paesi più industrializzati: rumore industriale, malattia, medicinali, agenti chimici, trauma alla testa.

Anche medicinali anti tumorali come cisplatin, il comunissimo (in America, Cina, Australia ecc.) antibiotico gentamicin ed alcuni anti-infiammatori non-steroidali sono otossici – cioè dannosi per l’udito.

Dalle ricerche sulle zone rurali e tribù indigene in Africa risultano invece alte percentuali di settantenni con un udito perfetto.

Una intera generazione di persone in Cina ha l’udito compromesso dall’uso di gentamicin, che è un antibiotico a largo spettro diffuso praticamente ovunque, efficace e molto economico. E’ usato anche in America e Australia.

I giovani danneggiano il loro udito pompando musica ad alto volume direttamente nell’orecchio con cuffie o auricolari. Se puoi sentire la musica proveniente dagli auricolari che indossano, sono già un pò sordi!”

Se credi di avere una perdita di udito, è il caso di fare un controllo da uno specialista.

Anche con perdite di udito gravi è possibile trovare soluzioni per migliorare le vostre condizioni. Molti professionisti vi permetteranno di provare “su strada” gli apparecchi acustici, permettendovi di capire quale sia più adatto alle vostre esigenze. Ci vorranno anche alcune sedute e prove per configurarlo al meglio, la differenza la fa la qualità del presidio e l’assistenza personalizzata.

Gli apparecchi acustici funzionano meglio in ambienti silenziosi, quindi è importante avere aspettative realistiche. Lo scopo è limitare i cambiamenti patologici progressivi nel nostro cervello ed evitare l’isolamento sociale.

fonte

CentroEufon

 

 

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