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SIRACUSA AL TEMPO DEI BORBONE: LO SAPEVATE CHE…? GUARDATE COSA HA SCOPERTO ALESSANDRO FUMIA

Posted by on Mar 5, 2023

SIRACUSA AL TEMPO DEI BORBONE: LO SAPEVATE CHE…? GUARDATE COSA HA SCOPERTO ALESSANDRO FUMIA

Nella stesura di fatti storici inerenti il periodo storico in cui la dinastia dei Borbone di Napoli governarono la Sicilia, è stato possibile accedere a una serie di carte che dipingono le imprese di una casa reale illuminata verso i propri sudditi.

Nello specifico caso di Siracusa appare interessante la volontà dei reali, di trasformare una città caduta in rovina dal tempo in cui l’amministravano gli spagnoli. I padri del risorgimento italiano non erano d’accordo sulla prognosi redatta dalla storia, volendo reindirizzare la responsabilità delle sfortune siracusane, alla caduta del regno di Sicilia sotto le insegne borboniche così narravano di quella città siciliana. L’impavido Giuseppe La Farina ricordava così quei giorni: “Siracusa, che non ha né commerci né industria, privata dei tribunali e della sede del governo, cadde nell’assoluta miseria; parve si avverasse la feroce minaccia di Ferdinando – farò che sia cancellata dalla carta geografica -”
Il sublime romanziere della rivoluzione quarantottina, così diceva di lui Ignazio Calona durante i moti di metà ottocento in Sicilia, non aveva perduto il piglio e la fantasia che lo contraddistinsero. Egli fu uno strumento di calunnia contro i regnanti, per la massoneria targata Savoia, e per i suoi padroni inglesi. La Sicilia amministrata da questi sovrani di Borbone s’incamminò verso una fase di semplificazione burocratica, puntando a migliorare e fare emergere le potenzialità dei suoi popoli. Gli impianti siracusani dimostrarono nel tempo dell’interessamento della corona nei loro confronti. Nel 1779 fu costituita la Real Accademia Siracusana, e un anno dopo 1780, sotto l’impulso della burocrazia reale venne fondata la Biblioteca Alagoniana ancora esistente. Nel 1789 fu costituita nella predetta Accademia, la facoltà di Filosofia e nel 1790, accrescendo le dotazioni scolastiche fu costituita la facoltà di Teologia. L’impulso all’apprendimento della gioventù di Siracusa, spinsero le autorità a fondare l’anno 1791 le Scuole Normali. La generazione successiva godette di questi impianti che formarono una coscienza, rivolta a compartecipare in competizione con altri centri siciliani per ammodernare la città e il territorio. Siracusa e il suo distretto erano celebri nel mondo come ottimi produttori di vino. Il settore enologico li vide protagonisti ad alto livello, attraverso l’imbottigliamento di tre specialità enologiche che raggiunsero mezzo mondo: essi producevano il moscato di Siracusa, così il bianco e il rosso della città aretusea. Si può tranquillamente affermare che il moscato siracusano fu l’antesignano dei vini spumanti italiani; ma stranamente queste insegne non sono ricordate e per tanto, i dati storici che li riguardano languono in ristretti fondi d’archivio. La prima cantina per la produzione di questo moscato, fu costruita nel 1804 dopo la lungimirante costruzione delle tecniche agronome generate da uno studio dell’illustre siracusano Nava. Domenico Scinà, in un suo lavoro letterario redatto nel 1827 affermerà in merito:

“L’unica opera (documentata) di Saverio Landolina Nava inventore del moscato bianco di Siracusa (fragrante, dolce e soave), è la lettera che egli spedì al canonico Zucchini in quel di Firenze l’anno 1802”.
L’industria enologica siracusana fu accompagnata da iniziative prodotte dalla burocrazia reale che puntavano allo sviluppo di un comparto enologico territoriale. Siracusa nella prima metà del settecento devastata da alluvioni, terremoti e da una epidemia passerà da una popolazione di appena 25.000 abitanti, a 18.000 abitanti dopo l’epidemia di colera del 1837. In quello stesso anno, vista la grave emergenza demografica che aveva arrecato alla città cinquemila morti, il governo assegnerà il titolo di capoluogo alla città di Noto. Questo elemento di rappresentanza politica, sarà interpretato dagli storici vessatorio verso Siracusa, esprimendo l’idea che per chissà quale peccato, i siracusani pagassero l’ira dei regnanti a favore dei centri loro confinanti. Per tale motivo si scatenerà negli anni successivi una competizione contro Noto. Le memorie storiche originali ci raccontano una storia diversa. Nel 1819 fu fondato il Palazzo dell’ufficio Giudiziario dove appena qualche anno dopo s’insedierà la Gran Corte Criminale: privilegio condiviso in Sicilia con Palermo e Messina. Dal 1828 al 1830 la corona favorì il territorio siracusano per l’impianto di decine di piccole fabbriche attive per la produzione di lavorati e manufatti per la fabbricazione di tessuti di canape, cotoni e sete. Nel 1832 fu fondata la fabbrica del signor Blandini, per la produzione di cretaglie siciliane all’uso di Caltagirone. Nel 1833 fu fondata la Scuola di Nautica attraverso la quale i siracusani potevano concorrere per entrare nella Marina Militare. Nel 1834 fu costituita l’officina meccanica di Rosario Vella. Per volontà della casa regnante di Borbone fra il 1830 e il 1847 furono realizzate numerose opere pubbliche e infrastrutture sulla piazza di Siracusa (ritornata il possesso del titolo di capoluogo di provincia dopo il 1837); opere viarie realizzate anche nel suo distretto provinciale.

“Tra il 1830 e il 1841, il re Ferdinando II approva la proposta di fondare un ospizio per infermieri anziani e legittimi medici. Nello stesso decreto approva la costruzione di una nuova borgata a Siracusa. Nel 1840 è stata realizzata la strada carrabile di 23 miglia, che portava da Siracusa a Noto, spendendo Ducati 53,349:63. Furono bonificasti i pantanelli alla foce dell’Anapo; fu perfino istituito il corpo di Polizia Urbana e contemporaneamente, furono costruiti alcuni impianti idrici per la popolazione, e per l’agricoltura. Fu costruito un nuovo Cimitero, due Ospizi per orfanelli e poveri. Dal 1842 al 1847, fu realizzato l’ammodernamento del ponte che valica il fiume Cassibile, costruita la strada che da Siracusa conduceva a Catania, così pure un’altra che conduca dal centro aretuseo a Ragusa. Furono realizzati i ponti sul fiume Bernardina, su quello del Nisarca (a cinque arcate), sul torrente di Marcellina (di quattro arcate), e sul fiume di Villasmundo. Fu costruita una strada che dall’arteria posta fra Siracusa e Lentini conduceva ad Augusta, nonché di un Orto Botanico sperimentale. Un’altra strada è stata costruita fra Siracusa e Barricello, e un altro ponte realizzato sul torrente Malati abbellito con ringhiere di ferro. Si istituirono nei centri attorno a Siracusa e per questa città, quattordici Monti Agrari; realizzando la Casina Sanitaria per Siracusa, e due strade carrabili che portavano: una verso i Cappuccini, e una verso il Camposanto. Nonché un grandioso ponte a dieci arcate posto a Ragusa. Fu abbellita, restaurata e potenziata la fonte Aretusa, e realizzato l’Ufficio del Catasto, nonché un Gabinetto Letterario per lo studio della Storia Naturale. Furono lastricate le strade principali di Siracusa, costituendovi l’illuminazione pubblica. Fu costruito un ulteriore ponte sulla foce della palude Pantanelli, e una strada presso la porta di Sant’Antonio, così anche una strada che conduceva da Siracusa a Priolo, e un’altra che dal centro aretuseo giungeva per Floridia a Solarino, per un costo di Duc. 4,115:22”.

Nel 1841 fu costruito uno stabilimento per l’imbottigliamento di vino siracusano da esportare fuori dalla Sicilia. Tre anni appresso 1844 sotto le insegne reali fu bonificato il letto del canale Galermi, le cui acque vennero controllate da un impianto, che fonti successive identificheranno con lo stabilimento del monumentale acquedotto di Siracusa. Nel 1849 fu fondata a Siracusa la Società Economica, con l’intento di rigenerare gli impianti del commercio territoriale. Nel 1853 furono costruite le Carceri Borboniche. Nello stesso anno fu impiantato un grandissimo stabilimento tessile controllato dalla società siracusana Cassia-Broggi. Nel 1855 per espressa volontà della corona, Siracusa ebbe il Palazzo della Direzione Provinciale dei Dazi Indiretti. Nel 1856 fu costruito a Siracusa presso il fiume Anapo, il più grande stabilimento della Sicilia orientale per la produzione di sfarinati e paste del signor Giuseppe Benvenuto. L’area circoscritta a questo stabilimento comprendeva diversi ettari; presso il quale impianto furono costruiti diversi canali per fare funzionare il grandissimo mulino idraulico. La parte insediata comprendeva oltre il mulino, i magazzini per lo stoccaggio del macinato, quelli per la trasformazione, il caricatoio delle confezioni, le case degli operai, gli uffici commerciali, i depositi delle macchine per la bonifica dei canali idraulici, e altri locali attinenti l’attività. Questo polo di produzione cambierà le sorti industriali di questa parte della Sicilia. Le dimensioni di questo stabilimento furono tanto ragguardevoli, da spingere il parlamento del regno d’Italia in circa ottant’anni a interessarsi del sito per espropriarne la proprietà privata dei Benvenuto, e accaparrarsi le produzioni e lo stesso impianto. Le innovazioni legislative emanate in favore di Siracusa, seguiti da opere faraoniche per realizzarvi gli impianti infrastrutturali creati negli anni quaranta, e il riordino degli uffici doganali, comunali, e giudiziari, ha permesso all’imprenditoria siracusana un salto di qualità.

Alla fine del regno delle Due Sicilie, in un tempo compreso fra il 1854 e il 1860, furono impianti un gran numero di fabbriche, stabilimenti, caseifici e impianti di ogni sorta, da fare rimanere esterrefatti anche i più intransigenti oppositori dei reali di Borbone. Nel 1850 Luciano Midolo apre le cantine per produrre vino bianco e moscato rosso cupo. A distanza di alcuni anni 1859, ne impianterà un’altra per produrre vino Nero di Siracusa; Giuseppe Noto per vino Amarena e Bianco di Siracusa; Pasquale Russo per vino Bianco di Siracusa e Calabrese, replicando con la nascita di un’altra cantina nel 1860. Nel 1852 i Fratelli Miceli impianteranno una prima cantina per produrre vino bianco. Replicando con altro impianto nel 1859, per produrre vino qualità Capriata, Albanello, Malvasia e Naccarella. Nel 1855 furono costituite le cantine: di Gaetano Adorno per vino Moscato e Bianco di Siracusa; Fratelli Bufardeci vino Albanello Naccarello e Amarena; Gaetano Moscuzza vino Bianco di Siracusa. Nel 1857 furono costituite le cantine: di Marchese Casale per vino Zibibbo; Marchese Castellentini per vino Moscato dolce; Saverio Lantieri per vino bianco; Raimondo Musumeci per vino esperito (d’arancia). Nel 1858, furono costituite le cantine: di Giuseppe Abela per vino Bianco di Siracusa asciutto; Gaetano Corpacci per vino qualità Calabrese Moscato e Bianco di Siracusa; Giustiniano Li Greci vino rosso cupo; Luigi Greco produceva vino qualità Naccarella, Calabrese, Amarena, Pesta e Imbotta; Giuseppe Innorta produceva, vini qualità Calabrese. Nel 1859 si impiantarono le cantine di: Gaetano del Bono per vino bianco; Francesco Bucceri per vino qualità Nero Moscato e Amarena; Giuseppe Cassola per vino Amarena, Calabrese sopra Amarena; Salvatore Danieri per vino Bianco di Siracusa asciutto; Antonio Failla per vino bianco; Pasquale Impellizzeri vino bianco e nero, così pure Albanello; Luigi Nava per vino moscato dolce, moscato nero, e moscato bianco; Salvatore Danieli per vino bianco e vino nero. Stesso discorso accade nel 1860 con l’impianto di altre cantine: di Francesco Abela per vino qualità Parsola; Eustachio Carpaci per vino Bianco di Siracusa asciutto e Nero di Siracusa; Salvatore Lanza per vino bianco; Giuseppe Nicoletti per vino bianco e nero; Fratelli Santoro per vino qualità Bianco asciutto, e Nero asciutto; Girolamo Tarantello per vino bianco e nero. Stessa cosa accade per le produzioni di olio, costituendosi presso Siracusa alcuni oleifici. Nel 1857 fu la volta di Gaetano Carpaci da Siracusa produttore di olio verdognolo. A seguire, nell’anno 1859 si segnalano: Francesco Bucceri produttore olio vergine; Antonio Cassia produttore di olio comune; Francesco Cassola produttore di olio bianco; Luciano Midolo produttore olio verde; Giovan Battista Rizza produttore di olio bianco. Rimanendo sul campo delle produzioni alimentari, è doveroso ricordare altre attività commerciali. Nel 1859, si costituirà il caseificio di Marchese Casale, per produzione olive salate da spedire in Francia. Sempre nel 1859, fu costituito un altro caseificio di Francesco Cassola, per la produzione olive salate in aceto. Ancora nel 1859, sarà realizzato il caseificio del Comitato piccoli imprenditori di Siracusa, per la produzione pomodoro secchi in vetro, e conserve di pomodoro. Nel 1859, altro caseificio di Giovan Battista Rizza, produzione olive salate in salamoia. Nel 1860 fu costituito lo stabilimento di Giovan Battista Bagni, per produrre grano duro detto gigante. Nel 1860 fu costituito lo stabilimento di Francesco Bucceri per produrre cereali e legumi. Sempre nel 1860 fu costituito lo stabilimento di Eustachio Carpaci, produttore di grano duro. Ancora, nel 1860 fu costituito lo stabilimento di Luciano Midolo, produttore grano duro e gran turco. Cambiando il settore merceologico di produzione, la messe di personaggi applicati all’industria enologica sembra inesauribile. Nel 1858 fu fondato uno stabilimento Giuseppe Giannetto per produrre soda estratta dalle mandorle. Sempre nel 1858 nasceva un altro stabilimento industriale di Giustiniano Li Greci producendo salnitro di prima e seconda qualità. Ancora nel 1858, il siracusano Luciano Troja fondava uno stabilimento per produrre soda grezza di salsola. Nello Stesso anno Giustino Li Greci fondava nella zona del porto un nuovo stabilimento per produrre acido tartarico. Nel 1859 fu fondato lo stabilimento di Salvatore Mauceri per produrre sale marino di prima e seconda qualità. E più nel 1859 fu realizzato il monumentale Faro presso il porto di Siracusa, edificato dalla parte della costa meridionale. Nello stesso anno fu costituita una eccellente fabbrica per la produzione di sapone del signor Kossito Nunzio. Un altro comitato di piccoli produttori siracusani nel 1859 aveva costruito una fabbrica per la produzione di canditi (scorza di arance amare). E sul finire dello stesso anno, fu fondato l’ennesimo stabilimento per produrre solfato di magnesio e sale iodio. Nonché, fu impiantato un altro stabilimento per la produzione di sapone, del signor Giannetto Giuseppe. Sempre nel 1860 su iniziativa di un Comitato d’affari di Siracusa nasceva un ulteriore fabbrica per estrarre amido dai cereali. In aggiunta nel 1860 Concetto di Natale fonderà la sua fabbrica per produrre: paste, maccheroni, vermicelli, schiuma, occhio e lingua di passero, occhio di pernice. Ancora nel 1860 fu costituito l’impianto dello stabilimento di Vincenzo Rossitto per produrre soda artificiale. Mentre per iniziativa di un comitato di piccole imprese siracusane, sempre nel 1860 nasceva uno stabilimento per fabbricare cappelli di palma. Nella piccola città di Siracusa, su una popolazione di ventimila abitanti, quello che era capitato aveva del prodigioso. Dopo che il governo costruì quelle infrastrutture necessarie allo sviluppo del commercio, dell’industria e di tutte quelle attività necessarie alla valorizzazione dei prodotti della terra, furono impiantati circa 70 attività industriali. 

1 Comment

  1. La Sicilia è un piccolo antico continente, tant’è che poi il Regno si chiamò “delle Due Sicilie”… il che avrà pure un significato!…centrale nel mediterraneo, ambita da tutti sempre…soprattutto poi dagli inglesi quando si stava aprendo il canale di Suez… oggi difficile forse da…governare?…anche se da’ i natali al Presidente della repubblica, ma può eliminare con un incidente chi la controlla… e da’ rifugio a Riina… il che vuol dire che la Sicilia è un concentrato di vitalità, checche’ se ne dica! caterina

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