Solennità Soprannaturale “spostata” dai Cattolici Romani per le Ingerenze Massoniche Statali

“La scienza, figlio mio, è sempre una povera cosa; è meno che nulla a paragone del formidabile mistero della divinità. Altre vie devi tenere…”
San Pio da Pietrelcina (diario, CE 56)
“Dov’è il sapiente? Dov’è lo scriba? Dov’è il contestatore di questo secolo? Non ha forse Dio reso pazza la sapienza del mondo? Poiché il mondo non ha conosciuto Dio mediante la propria sapienza, è piaciuto a Dio, nella sua sapienza, di salvare i credenti con la pazzia della predicazione. I Giudei infatti chiedono segni miracolosi e i Greci cercano sapienza, ma noi predichiamo Cristo crocifisso, che per i Giudei è scandalo e per gli stranieri pazzia; ma per quelli che sono chiamati, tanto Giudei quanto Greci, predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio; poiché la pazzia di Dio è più saggia degli uomini e la debolezza di Dio è più forte degli uomini”
San Paolo (Prima Lettera ai Corinzi, 20-25)
Nell’immagine di copertina particolare dell’Ascensione di Gesù – affresco di Giotto di Bondone nella Cappella degli Scrovegni a Padova
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Oggi, primo giugno, la Chiesa Cattolica celebra la ricorrenza della Festa Liturgica dell’Ascensione al cielo di Gesù.
Lo fa avendo sminuito l’importanza di quest’ultima grandiosa teofania di Cristo spostando la ricorrenza dal 40° giorno dopo la Pasqua (un giovedì evocativo dell’Ultima Cena) alla domenica antecedente la Pentecoste con la Discesa dello Spirito Santo sulla Santissima Vergine Maria e sugli Apostoli annunciata proprio nel momento dell’ultimo saluto del Messia ai suoi Discepoli.
Lo sfregio alla memoria storica non è stato solo di natura “politica”, a causa delle ingerenze della cultura massonica nella Democrazia Cristiana che governava al tempo (questione che analizziamo su Gospa News), ma anche un palese “attentato teologico” a ogni manifestazione soprannaturale della storia cristiana che gli ultimi ed interminabili secoli bui dello Scientismo Illuminista, fomentato dalla Cultura Deista della Massoneria, hanno perpetrato contro la Chiesa Cattolica Apostolica Romana con la servile sudditanza di molti cardinali attratti dall’esoterismo eretico delle logge degli incappucciati.
L’Ascensione (nome completo: Ascensione del Signore, in latino Ascensio Domini nostri Jesu Christi) è, nell’anno liturgico, una festa cristiana del tempo pasquale celebrata quaranta giorni dopo la Pasqua, ossia il giovedì della sesta settimana del tempo pasquale.
Nel rito romano la celebrazione ha il grado di solennità e, secondo il Codice di diritto canonico, è una delle feste di precetto. La sua celebrazione, nella Chiesa cattolica, è stata poi posticipata alla domenica successiva dopo la legge Leone-Andreotti del 1977.
E’ quanto mai grave che il Clero italiano, depositario del primato petrino che riconosce nel Papa il Vicario di Cristo sulla terra ed erede della città dove fu versato copiosamente il sangue dei martiri a cominciare proprio da San Pietro e San Paolo, abbia accettato supinamente questo inverecondo compromesso fors’anche timoroso dello scarso seguito dei fedeli alle Solennità infrasettimanali di Precetto (ovvero con obbligo di Santificazione della Festa con la Santa Messa).
Una Festa Solenne per gli Ortodossi e molti Paesi Cattolici
La sua importanza è invece ben nota alla Chiesa Ortodossa in cui l’Ascensione è una delle 12 grandi feste.
Anche per gli Ortodossi è una festa mobile collocata a 40 giorni dalla Pasqua di Resurrezione, pertanto tale solennità può cadere tra il 30 aprile e il 3 giugno.
Essa è conosciuta sia con termine greco Analepsis (salire su) sia con Episozomene (“salvezza”). Quest’ultimo termine sottolinea che Gesù salendo al cielo ha completato l’opera della redenzione.
Questa solennità è celebrata con una vigilia di tutta la notte, una celebrazione in cui vengono recitati i Vespri, il Mattutino e la Prima.
Il giorno che precede l’Ascensione è l’ultimo giorno della festa di Pasqua.Il giovedì dell’Ascensione, la chiesa ortodossa commemora anche i santi martiri di Persia (XVII-XVII secolo).
Tra i paesi in cui tale giorno è considerato festività nazionale ci sono: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Islanda, Indonesia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Svezia e Svizzera. Dove non è festa di precetto, il rito romano prevede che la solennità sia spostata alla domenica seguente.
L’Ascensione di Gesù testimoniata da San Luca
Il grave oratore, avvocato, storico e presule Sant’Agostino, Vescovo di Ippona riportò che la celebrazione della Ascensio Domini in coelum è diffusa “Toto terrarum orbe” in quanto istituita dagli stessi Apostoli.
A mio personale giudizio, ogni credente Cristiano diventa eretico nell’istante stesso in cui mette in discussione la Parola di Dio riportata dalla Sacra Bibbia dopo migliaia di anni di ispirati riconoscimenti dell’autenticità delle testimonianze dei Libri dell’Antico e nuovo Testamento.
“Il crogiuolo è per l’argento e il fornello per l’oro, ma chi prova i cuori è il SIGNORE”
Proverbi, 17, 3
Ecco perchè per comprendere a fondo l’importanza dell’evento dobbiamo partire dalla duplice narrazione di San Luca nel suo omonimo Vangelo e negli Atti degli Apostoli a lui attribuiti
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio».
Vangelo di San Luca (24,46-53)
L’importanza di questo evento soprannaturale viene ribadita negli Atti degli Apostoli:
Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: “Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?”.
Ma egli rispose: “Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra“.
Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: “Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo”».Atti degli Apostoli (1,1-11)
Le Agnizioni di Gesù: dal Battesimo alla Risurrezione
In questo brano degli Atti degli Apostoli si introducono due riferimenti soteriologici di cruciale importanza nell’interpretazione escatologica della missione terrena del Messia: la Pentecoste e la Parusia, ovvero il ritorno di Cristo Re trionfatore.
Ma prima di analizzarli bisogna riconoscere che l’Ascensione di Nostro Signore è l’ultima Teofania (manifestazione di Dio) di Cristo, con Cristo e in Cristo sulla terra.
Non a caso è tra stata inserita tra le 12 festività solenni della Chiesa Ortodossa, in quanto rappresenta una delle grandi manifestazioni di Dio incarnato in Gesù Cristo.
Essa appare in perfetta sintonia con l’Annunciazione alla Vergine Maria del miracoloso concempimento ad opera dello Spirito Santo, con la Visitazione a Elisabetta in cui Gesù ancora in grembo fece susultare in una mistica agnizione (riconoscimento dal Greco) il feto del profeta San Giovanni Battista destinato a precederlo, e fino all’Epifania, ovvero l’omaggio dei Re Magi alla regalità di Cristo.
Essa fu riconfermata all’inizio della Missione di Gesù durante il Battesimo nel Giordano:
Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: «Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo! Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele».
Giovanni rese testimonianza dicendo: «Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L’uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio».
Vangelo di San Giovanni Apostolo ed Evangelista (1, 29-34)
Dal primo miracolo delle Nozze di Cana in poi, il Nazzareno figlio di un falegname e perciò inviso ai dotti e religiosi del tempo, ebbe modo di manifestarsi ai Giudei e ai suoi discepoli con altre “teofanie”.
Dopo il clamoroso prodigio della moltiplicazione dei pani e dei pesci, Gesù apparve nel suo spirituale splendore ai suoi più fedeli apostoli (San Pietro, San Giovanni e San Giacomo) durante la Trasfigurazione sul Monte Tabor…
Il racconto evangelico va letto solo dopo il suo adamantino preambolo…
Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: «La gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Voi chi dite che io sia?».
Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.
Vangelo di San Matteo Apostolo ed Evangelista (Mt. 16, 13-20)
Soltanto dopo che l’apostolo Pietro – destinato a diventare Vicario di Cristo sulla terra nella Chiesa Apostolica Romana da cui purtroppo si allontanò quella Ortodossa – riconobbe l’Autorità Spirituale e Soprannaturale del Messia egli si svelò nella sua Teofania:
“Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce.
Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: «Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: «Alzatevi e non temete». Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo.Vangelo di San Matteo Apostolo ed Evangelista (Mt, 17, 1-8)
Non solo per la Risurrezione di Lazzaro, morto da quattro giorni (San Giovanni, 11), Gesù palesò la teofania del Padre Onniptente.
Già Eliseo, discepolo del grande profeta Elia, infatti, aveva rescuscitato un uomo, come si narra nel Libro dei Re dell’Antico Testamento:
Eliseo entrò in casa. Il ragazzo era morto, steso sul letto. Egli entrò, chiuse la porta dietro a loro due e pregò il Signore. Quindi salì, si distese sul ragazzo; pose la bocca sulla bocca di lui, gli occhi sugli occhi di lui, le mani nelle mani di lui e si curvò su di lui. Il corpo del bambino riprese calore. Quindi si alzò e girò qua e là per la casa; tornò a curvarsi su di lui; il ragazzo starnutì sette volte, poi aprì gli occhi.
Eliseo chiamò Ghecazi e gli disse: «Chiama questa Sunammita!». La chiamò e, quando essa gli giunse vicino, le disse: «Prendi tuo figlio!». Quella entrò, cadde ai piedi di lui, gli si prostrò davanti, prese il figlio e uscì.
Secondo Libro dei RE (4, 32-27)
Proprio memore di questo evento soprannaturale Gesù narra la parabola del ricco condannato agli inferi per non aver aiutato il mendicante Lazzaro:
Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi. E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento.
Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno. Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi.
Vangelo di San Luca (16, 25-31)
Ecco perché il Messia stesso accettò la morte in croce per poter risorgere al terzo giorno come predetto dalle Sacre Scritture e testimoniare così la sua Potenza soprannaturale in comunione con quella del Padre Onnipotente e dell Santissimo Spirito Paraclito.
L’Ultima Teofania di Cristo sulla Terra
Ecco perché l’Ascensione rappresenta il coronamento della missione di Cristo sulla terra che non può essere ridotta a “evento simbolico o teologico“ ma va compresa nella sua solenne manifestazione in quanto elemento di congiunzione tra l’Era del Figlio e quella dello Spirito Santo come confermato da Gesù stesso nelle parole riportate da San Luca:
“Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra“.
Proprio nel momento dell’Ascensione Cristo proclama palesemente quanto già annunciato nell’Ultima Cena solo come impetrazione:
“Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre” (GV, 14,16-17)
Ma nello stesso evento gli Angeli gli rendono testimonianza sempre nel Vangelo di San Luca:
“Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo”.
In un solo passo biblico avvengono pertanto tre eventi soprannaturali di cruciale importanza nella storia della Salvezza dei Cristiani:
- l’ultima teofania di Gesù asceso al Cielo
- l’imminente Pentecoste
- l‘annuncio della Parusia
Senza comprendere appieno la Solennità teofanica dell’Ascensione di Nostro Signore diventa arduo comprendere le profezie di San Matteo e San Giovanni apostoli ed evangelisti:
“Come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo (…). Quanto a quel giorno e a quell’ora, però, nessuno lo sa, neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre”VANGELO DI SAN MATTEO (Mt. 24, 27 e 36).
Il termine “parusia” appare 24 volte negli scritti del Nuovo Testamento e, letteralmente, significa l’ingresso dei re nelle città.
E’ l’evento conclusivo della storia che diventa l’inizio di una nuova fase, quella della Gerusalemme Celeste. Giovanni scrive nell’Apocalisse:
“Colui che attesta queste cose dice: “Sì, verrò presto!”. Amen. Vieni, Signore Gesù. La grazia del Signore Gesù sia con tutti voi. Amen! La grazia del Signore Gesù sia con tutti.” (Ap, 22, 20-21).
Purtroppo la cultura ecclesiastica contemporanea si è così focalizzata sulla ricerca di prove scientifiche anche di eventi soprannaturali da giungere a sminuirne il significato nella sua accezione profetica…
Anche perché proprio molti porporati seguaci dello Scientismo massonico hanno davvero paura delle profezie apocalittiche del Vangelo di San Matteo:
Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e inghiottì tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio dell’uomo (Mt. 24, 37-39)
Mentre gli autentici credenti in un vero Rinascimento Cristiano, unica risposta alle tremende piaghe dell’umanità contemporanea, sanno che proprio attraverso quelle grandi tribolazioni si potrà giungere alla Nuova Gerusalemme sulla terra.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
fonte