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STORIA DE’ NOSTRI TEMPI DAL CONGRESSO DI PARIGI NEL 1856 AI GIORNI NOSTRI DI GIACOMO MARGOTTI (XIV)

Posted by on Set 18, 2024

STORIA DE’ NOSTRI TEMPI DAL CONGRESSO DI PARIGI NEL 1856 AI GIORNI NOSTRI DI GIACOMO MARGOTTI (XIV)

RITORNO DI PADRE GIACOMO

Oggi padre Giacomo sarà di ritorno a Torino.

La città intiera gli dirà con effusioni. di cuore: ?Padre, siate il benvenuto! La vostra condotta è il più eloquente elogio della vera religione. Alla vera religione voi avete fatto un gran bene coll’esempio della incrollabile vostra e fermezza, colla vostra rassegnazione a qualsiasi maltrattamento piuttostochè tradire il vostro dovere.

Ma con quali termini fu chiamato a Roma il padre Giacomo, e in quale scopo

Con quali termini

Eccovi la lettera che gli scriveva da Roma il ministro generale dell’Ordine per invitarlo a nome del Papa:

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Lettera del Ministro Generale dell’Ordine al R. P. Giacomo.

Molto Rev. Padre stim. mo,

II Santo Padre mi incarica di invitarla a venire a questa Metropoli, perché brama abboccarsi con lei, e mi promette da quel che è di assicurarla da qualunque ombra di timore, lo poi son persuasissimo che lungi dal riportarne né pur un solo rimprovero, ne ritornerà pel contrario consolata, tranquilla e contenta, e sarà ciò di gloria per l’Ordine, e soprammodo per cotesta custodia. Mi dia ascolto e venga, che se per circostanze che da qui non possiamo tutte prevedere, non potesse venire di persona, basta anco che venga in vece di lei un qualche padre esperto e di valore. Ella conosce poi di quanta importanza sia questo comando. La benedico con paterno affetto intanto, e mi raffermo di V. P. Molto Rev. Roma, Araceli 13 luglio 1861.

?Aff. mo servo nel Signore

?Fra Bernardino, ministro generale?.

?A. P. Giacomo amministratore della parrocchia

degli Angeli in Torino?.

Il prelodato generale in un’altra sua in data 13 luglio al P. Provinciale, così si esprimeva: ?Le accludo una lettera per consegnarla al P. Giacomo da Poirìno. Esorto lei a far sì che venga, o mandi persona di fiducia ed esperta, e senza neppure ombra di timore, perché il Santo Padre promette la sua parola di non bramar altro che udire col vivo della voce l’affare. Porto opinione che ciò sarà di molto onore per cotesta custodia e decoro dell’Ordine?.

In un’altra, in data del 23 luglio, soggiungeva allo stesso provinciale: ?Attendo con piacere il noto Padre, e giunto che sarà io stesso lo accompagnerò, lo assisterò in ciò che potrà occorrergli, e potrà star certo che verrà accolto con vero affetto ed amore paterno?.

Malgrado queste melliflue e paterne assicurazioni, l’Europa intiera conosce come sia’ stato trattato il povero Padre dalla Corte di Roma!

Ed Ecco il P. Giacomo divenuto un nuovo Galileo! Povera vittima! La Gazzetta ha detto che oggi sarà di ritorno in Torino. E noi vedremo le traccie dei suoi patimenti, vedremo i segni delle torture, delle tanaglie, delle corde, dei cavalletti, dei flagelli, dei cilici!… Se il P. Giacomo è un galantuomo, al dire della Gazzetta del Popolo, se è un peccato che tra parrochi ce ne sia qualcuno ancora di galantuomo, come essa diceva l’11 di luglio di quest’anno, dovrebb’essere contentissima che gli sia stata tolta l’amministrazione della parrocchia della Madonna degli Angioli.

Imperocchè sembra che tutte le torture inflitte al P. Giacomo si riducono a questa. Il Papa non gli ha torto un capello, ed ha lasciato che le cose procedessero gerarchicamente. L’Opinione del 7 di agosto ci disse che ?il Padre Provinciale dell’Ordine dei Minori Riformati sospese P. Giacomo dall’ufficio di amministratore della parrocchia della Beata Vergine degli Angioli?. Oggi, 8 di agosto, corregge la notizia e soggiunge: ?II Provinciale non c’entra per nulla, ed il provvedimento non potrebbe essere stato preso che dal Generale dell’Ordine?.

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Comunque sia, è sempre una provvidenza interna dell’Ordine istesso, e, cosa singolare! gli apologisti del P. Giacomo combattono l’Ordine a cui appartiene!

Ma perché sospenderlo dalla parrocchia? Qui la menzogna e l’impudenza rivoluzionaria oltrepassano ogni confine. La Gazzetta del Popolo e la Gazzetta di Torino osano stampare che si voleva costringere P. Giacomo a rivelare la confessione di Cavour! Chi scrisse queste parole sa d’aver mentito, e se il Padre Giacomo vorrà fare il suo preciso dovere, egli stesso protesterà contro tanta calunnia. La Chiesa ha un così grande rispetto pel sigillo sacramentale che tutto tollera, tutto permette, innanzi che offenderlo menomamente, ed ha posto sugli altari Giovanni di Nepomuceno, vittima della sua fedeltà al segreto della Confessione.

Non è come confessore che il P. Giacomo fu interrogato, ma come amministratore della parrocchia. Egli non aveva nulla da dire quanto al Sacramento della Penitenza, bensì quanto al Viatico. Questo era un fatto pubblico, che non poteva avvenire se non sotto certe condizioni che sono gli elementi della morale cattolica. Il Generale dell’Ordine, a cui appartiene il P. Giacomo, l’ha stretto con questa argomentazione: O voi non avete studiato de Re Sacramentaria, o non avete voluto mettere in pratica ciò che la Chiesa prescrive. In un caso o nell’altro non siete atto all’amministrazione della parrocchia, e vi sospendo. — Che cosa hanno a ridire i fautori della Chiesa libera in libero Stato? Lo stesso conte di Cavour, se fosse vivo, non riconoscerebbe i diritti della Chiesa e dell’Ordine?

Ma la rivoluzione si affretta a cogliere questa circostanza per rendere odiosa la Confessione. Si è per ciò che i signori della Gazzetta del Popolo, i quali protestarono di non confessarsi mai, gridano al sacrilegio, ed esclamano: Oh rendiamo onore al P. Giacomo! Egli ha separata e salvata la religione da questo immenso scandalo, che sarà eternamente l’obbrobrio del governo papale!?.

Ma nessuno invidierà questi onori venuti da chi scrisse un mese fa: ?Coi preti noi non crediamo che sia punto bisogno di bazzicar mai, né nascendo né vivendo, e tanto meno morendo?. Ed eccoti onorato il P. Giacomo come a/vatore della religione da chi negò perfino la necessità del Battesimo!

I RAPPRESENTANTI ITALIANI

RAPPRESENTANO L’ITALIA?

(Pubblicato il 3 agosto 1861)

La Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia, che noi possiamo chiamare benissimo e chiameremo d’ora innanzi Giovane Italia, il 29 di luglio pubblicava due supplementi al suo n. 183, i quali contenevano una statistica del Senato e della Camera elettiva. Del Senato abbiamo detto ieri una parola, ma siccome nessun pretende che rappresenti l’Italia, essendo i Senatori nominati dal Ministero, così non vale la spesa di fermarvisi più in là. Faremo qualche osservazione sulla statistica della Camera elettiva, il cui voto si vuole che sia il voto di tutti gli Italiani.

La Giovane Italia come è composta presentemente novera, secondo gli ultimi censimenti, 21, 915, 242, e in cifra rotonda possiamo ben dire 22 milioni di abitanti, e si divide in sei spartimenti: 1° Provincia antiche e lombarde; 2° Provincie napoletane; 3° Provincia siciliane; 4° Provincie dell’Emilia: 5° Provincie della Toscana; 6° Provincie delle Marche e dell’Umbria. In tutto la Giovane Italia elegge 443 deputati.

Le provincie antiche e lombarde dovevano eleggere 144 Deputati, cioè un deputato ogni 49, 332 abitanti. Erano iscritti 154, 928 elettori, e si presentarono a dare il voto soli 81, 535. Di questi votanti quanti votarono in favore de’ deputati che siedono in Parlamento? Ecco una cifra che manca nella statistica pubblicata dalla Gazzetta Ufficiale. Eppure questa cifra è importantissima, imperocchè nessuno vorrà pretendere che. il deputato eletto rappresenti coloro che gli diedero il voto contrario!

Ora noi domandiamo: 1° Si può egli dire in buona coscienza che 81, 535 votanti racchiudano in sé i desiderii, l’avvenire, la fede, e la politica di sette milioni? 2° Si può egli dire che i 172 che elessero il deputato di Rho, i 144 che elessero il deputato del secondo Collegio di Como, i 193 che elessero il deputato di Vimercate, si può dire che rappresentino tre volte 49, 000 abitanti?

Le provincie napoletane contengono una popolazione di 7, 167, 952 abitanti, ?furono chiamate ad eleggere 144 Deputati. Erano iscritti sulle liste 130, 612 elettori. Presentaronsi a votare 85, 157. Quanti votarono in favore degli eletti la Gazzetta Ufficiale non dice. Tuttavia anche dalle sue cifre risulta che 85, 000 individui rappresenterebbero la volontà di sette milioni. è egli possibile?

Nelle provincie napoletane si calcola un Deputato ogni 49, 777 abitanti: ed eccovi perciò i 154 di Avezzano che votano per cinquantamila! Che rappresentanza è mai questa? Dove trovasi la maggioranza? Non abbiamo invece una minorità, che dispone delle sorti e delle fortune dei più?

E parlando delle elezioni napoletane non si vuol pretermettere di considerare come Liborio Romano, il cui nome dice tutto, fosse eletto in ben otto Collegi, cioè in quelli di Tricase, Campobasso, nell’8° di Napoli, Atripalda, Sala, Bitonto, Altamura e Palata. Liborio Bomano venne in Torino rappresentante di 400, 000 persone!

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Rappresentava cioè due volte più degli elettori che si presentarono a votare in tutto quanto il giovane Regno d’Italia, Liborio Romano poteva dire con molta ragione: La Giovane Italia sono io.

Le provincie siciliane contano 48 collegi elettorali: hanno iscritti 46, 176 elettori, e votarono 36, 718. La Gazzella Ufficiale osserva: ?Per affluenza alle urne elettorali la Sicilia va innanzi a tutte le altre provincie, ed alcune si lascia indietro d’assai?. Benissimo: ma tuttavia le provincie siciliane contengono una popolazione di 2, 309, 172 abitanti, i quali verrebbero rappresentati da soli 36, 718 cittadini che diedero il voto. Vi pare questa una vera rappresentanza?

Passiamo alle provincie dell’Emilia, che contano 42 collegi, rappresentanti ciascuno 50, 645 abitanti. Qui s’erano iscritti 34, 742 elettori, ma nemmeno la metà si presentirono a votare. Soli 15, 498 accorsero alle urne; e così abbiamo una popolazione di 2, 127, 105 posta alla mercé dei Deputati da soli quindicimila elettori. 199 di Bettola disposero di 50, 645 abitanti. 165 di Montecchio disposero di 50, 645 abitanti. 188 di Pontremoli disposero di 50, 645 abitanti. 178 di Vergato disposero di 50, 645 abitanti. 165 di Modena disposero di 50, 645 abitanti, e così via discorrendo!

Nelle provincie toscane sono 37 Collegi elettorali, e iscritti 37, 713 elettori, de’ quali votarono solamente 16, 714! Di guisa che 16, 714 cittadini disposero delle sorti, degli averi, della religione di 1, 813, 856 abitanti. E siccome in Toscana si calcola un Deputato ogni 49, 023 cittadini, così I46di Capannori votarono per 49, 000; 118 di Vicopisano per 49, 000; 197 di San Casolano per 40, 000! Oh che bella rappresentanza!

Finalmente nelle Marche e nell’Umbria trovansi 28 collegi elettorali, e iscritti 15, 767 elettori, de’ quali non si presentarono a votare che 6, 745; e così questi 6, 745 disposero delle sorti di 1, 393, 326 cittadini. Ogni Collegio nelle Marche e nell’Umbria contiene 49, 761 abitanti; epperò 145 di Sinigallia votarono per 49, 761: 110 d’Jesi per 49, 761; 159^’Ascoli per 49, 761; 194 di Fabriano per 49, 761; 184 di Fermo per 49, 761, e via via.

Le Marche e l’Umbria, all’udire i nostri italianissimi, erano avverse al Papa, e sospiravano con grande impazienza il nostro governo costituzionale. Eppure? venuto il giorno della votazione, si presentano all’urna 157 di Cagli; 148 di Fano; 125 di Montegiorgio; 108 di Poggio Mirteto; 152 di S. Benedetto; 158 di S. Severino, e non uno di più, E ognuna di queste centinaia di persone ha votato per 49, 000 cittadini!

Insomma il nuovo regno della Giovane Italia contiene 21, 915, 243 abitanti, ed elessero la Camera dei Deputati soli 242, 367 votanti. Dunque egli resta matematicamente provato che i rappresentanti del regno d’Italia non rappresentano tra 22 milioni che i 242 mila, i quali presero parte alla votazione. Se il voto di 242 mila possa spacciarsi pel voto di 22 milioni, lasciamo decidere al discreto lettore.

Ma abbiamo già avvertito, che la Gazzetta Ufficiale dà bensì il numero dei votanti, non il numero dei voti conseguiti dall’eletto. Questo lavoro l’abbiamo fatto noi. I 443 Deputati eletti ottennero soli 170, 567 voti.

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Cosicché vedete come le cifre rimpiccioliscono:

Popolazione totale21, 915, 243
Elettori iscritti419,938
Elettori votanti242, 367
Voti ottenuti170, 567

Dunque l’ultima cifra rappresenta la prima: 170, 567 rappresentano 21, 915, 2431

E ciò è detto in generale, perché se pigliamo le elezioni parziali, 57 Deputati non ottennero 200 voti, 161 non ne ottennero 300, 159 non ne ottennero 500, e 2 soli ne ottennero più di 1000, mentre abbiamo 166 Collegi che contano più di 1000 elettori!

Ma dalla cifra dei 170, 567, che votarono in favore dei Deputati eletti, debbono farsi le sottrazioni di tutti gli elettori impiegati, che furono costretti od ebbero interesse a votare. Tutti questi impiegati si possono calcolare un 70, 000 in tutta la Giovane Italia; laonde ci restano soli 100, 000 elettori indipendenti su 22 milioni; e questi 100, 000 elessero il primo Parlamento Italiano!

fonte

https://www.eleaml.org/sud/stampa/vol_01_01_margotti_memorie_per_la_storia_dei_nostri_tempi_1865.html#nuova

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