Alta Terra di Lavoro

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Storia della spedizione dell’ eminentissimo Cardinale D. Fabrizio Ruffo di Lucia Di Rubbio

Posted by on Feb 19, 2019

Storia della spedizione dell’ eminentissimo Cardinale D. Fabrizio Ruffo di Lucia Di Rubbio

Diario di guerra.

IL succitato libro è un vivido resoconto di una guerra santa, vinta all’ insegna della Fede e della Croce. 

Laddove non poté un esercito straniero, crudele, avido e ateo, riuscì un’ insegna bianca, e un motto: “In hoc signo vinces”; a capo, un geniale, coraggioso, visionario Cardinale, comandante di un esercito raccogliticcio, ed eterogeneo; ma fervente in amore per il proprio sovrano, la propria religione, la propria terra e identità. 

L’ esercito in oggetto, aveva un nome: “Esercito Sanfedista”, e due Patroni, uno più grande dell’ altro: Gesù e Sant’Antonio di Padova. 

Con premesse così, il risultato non poteva che essere uno: la vittoria!

I fatti narrati, a cui la storiografia ufficiale, non dà i reali meriti (così da proseguire la sua mendace, secolare narrazione), riguardano l’ eroica stagione, datata 13 Giugno 1799.

Il reporter di guerra Petromasi 

Ma chi è il narratore, e a che titolo parla?

Domenico Petromasi, medico siciliano, dalle indubbie capacità umane e professionali, ampiamente riconosciute dai dotti del suo tempo. Personaggio di notevole caratura, lasciò un’ impronta nella storia della sua città. Una figura interessante, che meriterebbe più lustro di quanto ne abbia. 

Aveva 33 anni, e si trovava a Messina a motivo della sua professione di medico. Erano i primi mesi del 1799, e il destino lo sospinse a risollevare le sorti del regno, insieme al Cardinale Ruffo e la sua Armata Sanfedista; della quale ne divenne il cronicista fedele, come un inviato di guerra ante litteram.  

L’ odio che provava per gli invasori, che il 20 gennaio 1799 ad Augusta avevano compiuto un massacro, l’ amata capitale Napoli invasa dalle truppe rivoluzionarie francesi, lo determinarono a gettar via il camice di medico, e indossare i panni di Commissario di guerra per le operazioni logistiche. Il suo amor patrio, il coraggio, e l’innata intraprendenza, gli tornarono utili nell’espletamento delle attività logistiche affidate. Inoltre, le sue preziosissime capacità di medico, diventarono determinanti, nel contribuire a portare alla vittoria un’ impresa che pareva impossibile. 

“L’ itinerario” opera letteraria e geografica di Antonino Cimbalo, funse da “scheletratura” per la ricostruzione accurata dei luoghi citati nei quaderni di guerra del Petromasi. 

Alla riconquista del Regno perduto.

1799: una stagione memorabile, affollata di personaggi indimenticabili. 

Un esercito che ingrossava le file, partendo dai feudi calabresi del Cardinale Ruffo. 

Creato e comandato da quest’ultimo, lo aveva posto agli ordini del Re.

1799- 800

Nazione: Regno di Napoli 

Esercito Corpo d’ Armata

Comandanti: 1° Re Ferdinando IV

2° Fabrizio Ruffo 

Generale e Vicario del Regno: Dionigi Ruffo (fratello del Cardinale) Duca di Bagnara 

Capitano e Comandante 1° Colonna: Abate Giuseppe Pronio detto: “Gran Diavolo”

Capitano Generale e Comandante 2° Colonna: Michele Arcangelo Pezza detto: “Fra’ Diavolo”

Composto da 25.000 unità così suddivise: Fanteria, Cavalleria, Artiglieria, Amministrazione militare, Sanità militare.

Soprannome: Esercito Sanfedista 

Patroni: Gesù e Sant’Antonio 

Colore: Bianco

Marcia: Canto Sanfedista 

Motto: ” In hoc signo vinces”

Battaglie: 2° Coalizione francese

Riconquista del regno

Assedio di Modugno

Reparti: 16° Formazione a “Massa”

7° Formazione “Mista”

16° Formazione “Militare”

13 Giugno l’ attacco.

Il 13 giugno festa di Sant’ Antonio di Padova a cui Ruffo pose la sua Armata supplicandone la protezione. 

Il Prelato puntò su Portici, da cui diresse l’attacco per liberare Napoli.

Eroici Lazzari al grido di “Viva il Re” si misero a caccia di giacobini.

“Così mercé il coraggio, e valore dell’Armata Cristiana, delle savie disposizioni di Sua Eminenza, e soprattutto della virtù della Croce per parte del Cielo, superata videsi ogni forza dei Giacobini, sicché vittoriosi all’ intutto rimasero i crocesegnati”.

Un destino irriconoscente

Portata a termine la mirabile missione, due anni dopo, 1801 Petromasi redasse il suo diario di guerra. Già nel 1805 dell’ opera cronicistica si perse la memoria, e un destino irriconoscente, immerse nell’ oblio questo carismatico personaggio, insieme alla sua opera. Del Petromasi si persero le tracce.

Un cronista di parte, certamente, ma sostanzialmente onesto; perciò questo documento è di eccezionale valore 

storico.

Un sentito ringraziamento va all’ Associazione  Identitaria Alta Terra di Lavoro e al Presidente Claudio Saltarelli che investendo risorse in questo pregevole progetto di ristampa anastatica ha consentito a chi volesse leggere questo libro (che consiglio vivamente), di ripercorrere le eroiche gesta della miracolosa impresa di guerra datata 1799; come se, insieme al Petromasi e all’ Armata Crocesignata, ci fossero anche i lettori, in presa diretta. 

Lucia Di Rubbio

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