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Stralci della lettera di Charles Forbes René, conte de Montalembert a Cavour

Posted by on Giu 9, 2019

Stralci della lettera di Charles Forbes René, conte de Montalembert a Cavour

“” La Roche en Breny, 22 ottobre 1860 “”

Signor Conte,
Leggo nella relazione della tornata del Parlamento di Torino, del 12 di ottobre, queste parole dette da voi:

«lo credo che la soluzione della questione romana debba essere prodotta dalla convinzione che andrà sempre più crescendo nella società moderna, ed anche nella grande società cattolica, essere la libertà altamente favorevole allo sviluppo del vero sentimento religioso. Io porto ferma opinione che questa verità trionferà fra poco. Noi l’abbiamo già vista riconoscere anche dai più appassionati sostenitori delle idee cattoliche; noi abbiamo veduto un illustre scrittore, in un lucido intervallo, dimostrare all’Europa, con un libro che ha menato gran rumore, che la libertà era stata molto utile al ridestamento dello spirito religioso».

Sono assicurato che voi avete inteso di alludere a me, Se le vostre parole non contenessero che un elogio, non oserei considerarle come delle di me; ma siccome racchiudono eziandio un’ingiuria, così la mia modestia vi si può acconciare.

Voi m’interpellate davanti il pubblico, epperò mi date il diritto di rispondervi davanti a lui.

Nel farlo provo una ripugnanza che duro fatica a sormontare.

Il sangue francese venne sparso per ordine vostro; l’onore cattolico fu insultato dai vostri luogotenenti, il secolare asilo, l’ultimo rifugio del Padre comune dei fedeli fu minacciato dalle vostre parole.

Non v’ha uno degli atti vostri che non m’offenda e rivolti.

Ed ora voi recate un nuovo colpo a tutto ciò che io amo, ravvolgendo i vostri perversi disegni sotto il velo di un accordo bugiardo tra la religione e la libertà, e in appoggio do’ vostri detti invocate la mia testimonianza!

Debbo a me stesso il protestare che non sono d’accordo con voi, signor Conte, in nessun punto.

Grazie a Dio la vostra politica non la mia.

Voi siete pei grandi Stati incentrali, io sono pei piccoli Stati indipendenti.

Voi disprezzate in Italia ]e tradizioni locali, ed io le amo dappertutto.

Voi siete per l’Italia unitaria, ed io per l’Italia confederata.

Voi violate i trattati e il diritto delle genti, io li rispetto, perché sono tra gli Stati ciò che sono tra gli uomini i contratti e la probità.

Voi date agli eroi di Garibaldi gli elogi ch’io riservo ai mercenarii dell’immortale Pimodan.

Voi siete con Cialdini, io sono con Lamoricière.

Voi siete col P. Gavazzi, io sono con i Vescovi d’Orléans, di Poitiers, di Tours, di Nantes, con tutte quelle voci cattoliche, che nei due mondi protestarono e protesteranno contro di voi.

Io sono sopratutto con Pio IX, che fu il primo amico dell’indipendenza italiana fino al giorno, in cui questa gran causa passò nelle mani dell’ingratitudine, della violenza e dell’impostura.

Che figura faranno le vostre piccole Maestà Piemontesi nel centro della cattolicità divenuto l’albergo degli uffizi de’ vostri ministri?

Pensate che l’umanità sia per continuare il suo pellegrinaggio a’ piedi del trono de’ vostri Sovrani?

Avete la gloria incomparabile di possedere la Capitale di ducento milioni d’anime, e ogni vostra ambizione è di ridurla ad essere il capoluogo dell’ultimo venuto dei Re della terra!

No, no, non siete la libertà, non siete altro che la violenza!

Non condannateci ad aggiungere che siete la menzogna!

Noi siamo le vostre vittime, sia pure, ma non saremo il vostro zimbello.

Potete annettere al Piemonte regni ed imperi, ma vi sfido di annettere ai vostri atti una sola coscienza onesta.

Il fortunato e necessario accordo della religione colla libertà verrà a suo tempo; ma se per isventura fosse per lungo tempo ritardato, sarà vostra colpa e vostro eterno disonore.

Charles Forbes René, conte de Montalembert

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Londra, 15 aprile 1810 – Parigi, 13 marzo 1870
è stato un politico, giornalista, storico e filosofo francese.

Pari di Francia dal 1831, parlamentare della Seconda Repubblica nata dalla Rivoluzione del 1848, membro del Corpo legislativo del Secondo Impero, fu liberale e monarchico costituzionale. Teorico del cattolicesimo liberale, difese la libertà di stampa e d’associazione e il diritto dei popoli all’autodeterminazione e all’indipendenza.

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