SUL COMMERCIO DELL’OLIO DI OLIVE DELLE DUE SICILIE
L’esportazione dell’olio d’oliva, se si esclude la crisi degli anni venti, è destinata a durare e ad espandersi ulteriormente nel corso di tutto l’Ottocento. Anche se, come vedremo, lungo i decenni del secolo esso verrà affiancato sempre più decisamente da altri prodotti agrari, vino e agrumi in primo l’esportazione dell’olio d’oliva, se si esclude la crisi degli anni venti, è destinata a durare e ad espandersi ulteriormente nel corso di tutto l’Ottocento. Anche se, come vedremo, lungo i decenni del secolo esso verrà affiancato sempre più decisamente da altri prodotti agrari, vino e agrumi in primo luogo, che insieme al «vecchio» grano correranno con alterna fortuna l’avventura dei mercati. E infatti le 19 119 tonnellate di olio esportate nel 1832 attraverso un trend quasi ininterrotto di crescita toccavano ormai, nel 1855, le 34 899 tonnellate.
Tale espansione si andava peraltro svolgendo anche a dispetto della sempre più decisa concorrenza che ormai erano in grado di sostenere tanto i produttori delle campagne del Levante che i paesi dell’Europa mediterranea. E ciò in ragione non solo e non tanto della superiorità de gli oli meridionali, ma grazie fondamentalmente a un fenomeno di più ampia e generale portata: la continua dilatazione dell’area dei mercati.
Il Mezzogiorno nel mercato internazionale (secoli XVIII-XX)
di Piero Bevilacqua
NOTA BENE – Vi consigliamo di consultare il testo del Bursotti – si tratta di una lettura molto interessante sul commercio di alcuni stati tra cui Due Sicilie, Inghilterra, Francia.
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Buona lettura
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