NOSTALGICI COME IL CIENZO DI BASILE
ormai la letteratura è in piena crisi e se non fosse per i continui aiuti di stato, nel mondo intero, già sarebbe morta. la gente è stanca ma forse direi annoiata dove si parla dell’io, delle proprie ansie, delle proprie angosce, dell’astrattismo in senso puro senza che alla fine si quaglia qualcosa. a questo punto torna prepotente la narrativa, la storia, romanzi storici, che parlano di vita concreta di storie di uomini di miti, di leggende perché la gente soltanto potendo tornare a sognare o a immedesimarsi in storie riesce a distrarsi dalle ansie quotidiane e pensieri avvelenati. I radical chic di sinistra o giacobini chiamano questa novità, ma per noi che siamo figli della terra dei miti e abbiamo mangiato pane e grecia da sempre, historyselling e snobbando il fenomeno non riescono a capire perché e non comprendono perché Lu cunto de li cunti di Basile sia diventato un fenomeno planetario di grande spessore e che piace come piaceva 500 anni fa. Alcuni, incapaci di confrontarsi con il ragionamento attaccano il ragionatore, ci chiamano nostalgici ed io rispondo come rispose alla stessa accusa Ferdinando Russo a Benedetto Croce, ” se il passato è più bello del presente allora sono orgoglioso di essere un nostalgico” di seguito un bel articolo del Prof. Francesco Iodice preso da Chiaiamagazine.it.
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