THE INEXPRESSIBLES, ovvero lo sbarco di Marsala secondo La Patrie (II)
IL SOLE GIORNALE POLITICO-LETTERARIODELLA SERA
L’ARTICOLO DELLA PATRIE
Ecco l’articolo della Patrie segnalatoci dal telegrafo:
«Quanto alla situazione generale di Napoli, essa è sempre la stessa. I telegrammi annunziano costantemente che tutto è finito, e costantemente tutto ricomincia. Tuttavia c’inganniamo: vi è un nuovo fatto che non dovrà sorprendere i nostri lettori, fatto che si doveva attendere, e che senza dubbio non mancherà di esercitare una certa influenza sugli avvenimenti: vogliamo parlare della presenza della flotta inglese nella baia di Napoli.
«Una lettera che noi pubblichiamo dà alcuni particolari sull’arrivo delle navi inglesi, il loro numero, quello degli uomini, dei cannoni e l’attitudine che hanno assunta. Si vede che in seguito ad una evoluzione, per lo meno singolare, delle navi inglesi compariscono nella baia di Napoli, appunto in un momento in cui sembra che il bisogno di un soccorso qualunque si fa sentire dai piemontesi (?!): si vede pure che il comandante della squadra non potendo risolversi a lasciare un solo giorno i suoi soldati e marinari senza esercitarsi, ha domandata l’autorizzazione di far discendere a terra i suoi uomini, che son tornati a bordo, ma che potevano certamente ricominciare il loro esercizio la dimane.
«E questa la terza volta, se non c’inganniamo, che il caso o il bisogno d’esercizio fa trovare vascelli inglesi in certi paraggi molto agitati.
«La prima volta era a Marsala. Si rammenta che un ufficiale inglese, che aveva dimenticate a terra le sue mutande fu causa che i vapori napoletani non poterono cannoneggiare il piccolo bastimento di Garibaldi.
«La seconda volta, all’assedio di Gaeta, mentre l’assedio andava per le lunghe, alcuni marinari inglesi, giunti colà per caso, si dettero la distrazione di bombardare la cittadella. Finalmente oggi questi medesimi soldati e marinari vanno nelle provincie napolitane a darsi ad un esercizio divenuto loro famigliare.
«Accanto a questi concerti mascherati. a queste intervenzioni surrettizie si osserverà un altro fatto abbastanza significante.
«L’imprestito italiano che è stato, come si è visto, sottoscritto al di là della somma domandata tanto che si son dovute ridurre le domande del 40 o 45 per 100; che è negoziato a Parigi, ove ha avuto un leggiero aumento, quest’imprestito, il più solido soccorso che possa darsi al governo di Vittorio Emanuele, non è negoziato alla borsa di Londra.
«Abbiamo chieste informazioni alle fonti più competenti ed ufficiali ma nulla indica che l’imprestito italiano sia negoziato sul mercato inglese.
«Quando l’indipendenza italiana è stata minacciata, la Francia apertamente al cospetto del mondo, ha sacrificati cinquanta mila uomini e cinquanta milioni per quella grande causa.
«L’Inghilterra ha dichiarato da principio che non intendeva sacrificare un uomo né uno scellino.
«Essa ha mantenuta la parola. Soltanto, siccome prevede che fra breve potrebbe ricavare un gran vantaggio dalle relazioni che pensa di stabilire col nuovo regno, essa si adopera in maniera da darsi il merito d’un intervento mascherato, sul quale l’Europa chiuderà gli occhi, e che non le sarà costato, come essa disse, né un uomo né uno scellino.
«In tal guisa i suoi utili sarebbero netti, e si lascierebbe volontieri l’onore dell’impresa. Non è stato sempre così?»
Anno I – N° 22 — Napoli — Sabato 24 Agosto 1861
fonte