TRATTATIVA STATO/MAFIA/CAMORRA … ESISTE DA 154 ANNI, E‟ UN REGALO DI CAVOUR .. E DEI SAVOIA!
Prima dell‟Unità d‟Italia la Mafia non esisteva! Lo diceva Rocco Chinnici, magistrato barbaramente trucidato dalla mafia a Palermo nel 1983! Ed anche la storia, quella negata, quella che “non” si insegna a scuola!
In Sicilia, prima di quell‟epoca esistevano, come altrove, solo criminali comuni, che si costituivano poi in “gruppi armati” che venivano assoldati da ricchi possidenti che intendevano difendersi dalle scorribande dei calabresi i quali, a seguito di una tremenda carestia attraversavano lo stretto per depredare di tutto e di più! Questi “gruppi”, costituiti da “picciotti”, in seguito si organizzavano in “cosche” alla cui reggenza vi era un “capo cosca”, meglio noto con il nome di “zio”!
Le “cosche”, oppure “organizzazioni degli zii”, che in origine operavano per lo più in aree rurali, con il passare del tempo divennero attive anche nelle aree metropolitane come Palermo, Trapani, Messina e Catania.
Gli “zii” capirono subito la bontà del “business” e, anzi che aspettare di “essere assoldati” , erano loro stessi che “offrivano la loro protezione” ai ricchi possidenti in cambio di un “prezzo”, o meglio, del “pizzo”!
E se dapprima la “protezione” rientrava in una logica di reciproco interesse tra chi la “offriva” e chi la “accettava” .. col tempo assumeva poi, da parte degli “zii”, il marchio dell’ “imposizione”.
Gli “zii” in ragione del ruolo che ricoprivano in seno all‟organizzazione, erano persone colte, e anche di genio seppur criminale, per cui cominciarono ad allargare il raggio d‟azione per favorire i loro interessi mostrandosi anche molto influenti nel tessuto politico, economico e sociale in cui interagivano. Vessati dalla polizia, e vedendola come il nemico da combattere, cominciavano ad avvicinarsi alle idee “liberali” che animavano gli “unitaristi piemontesi”, trovando consenso anche tra i ricchi possidenti che temevano la distribuzione delle loro terre ai contadini così come intendevano i Borbone.
Sicché, nel mese di gennaio del 1860, interpretando per primi lo “spirito espansionistico” dei piemontesi .. e dunque di Cavour, decidevano di anticiparne le mosse e di proporsi come loro alleati per la conquista del Regno delle Due Sicilie! Verso la fine di quel mese difatti, una delegazione degli “zii” .. che assumeva il nome di “Delegazione dei Liberali Siciliani” si recava a Torino e, nella prima settimana del febbraio successivo veniva ricevuta da Cavour! Di quella delegazione facevano parte i “capi cosca” delle principali cosche .. tra le quali quella di Trapani, Castelvetrano, Agrigento e Marsala! Non vi sono certezze, ma alcuni sostengono che a quella riunione vi prendeva parte anche Francesco Crispi .. all‟epoca esiliato a Torino. Agli “zii” non interessava chi avrebbe governato la Sicilia! A loro interessava solo la tutela e lo sviluppo dei loro interessi! Cavour non era uno sprovveduto, sapeva quello a cui andava incontro e che avrebbe dovuto pagare un prezzo accettandone le conseguenze e cioè … la presenza incondizionata di “rappresentanti degli zii” nella struttura politica e organizzativa del “nuovo Stato” che si sarebbe costituito! Dunque … in quella riunione gli ”Zii” , dopo aver discusso sui tempi e sulle modalità di sbarco di Garibaldi nel contesto di una vera e propria “trattativa” di reciproca “collaborazione e convenienza ”, di fatto consegnavano la Sicilia a Cavour!E‟ questo quindi il momento in cui comincia la trattativa tra lo Stato e quella parte della criminalità siciliana che poi .. assumerà il nome di Mafia!
Gli “zii”, con i loro “picciotti”, mantenendo fede agli impegni assunti, spianavano la strada a Garibaldi che.. senza colpo ferire .. al di la di qualche scaramuccia in barba alle “favole” che si raccontano sui testi ufficiali di storia risorgimentale, nell‟arco di pochi giorni conquistava la Sicilia! Il “come” .. è un‟altra storia!
Lo diceva anche Joe Bonanno , mafioso italo-americano, a pag 35 del suo libro autobiografico “Uomo d‟Onore” : “ Mi raccontava mio nonno che quando Garibaldi venne in Sicilia, „gli uomini della nostra tradizione‟ si schierarono con le camicie rosse perché funzionali ai nostri obiettivi e ai nostri interessi”.
Da lì a poco gli “invasori piemontesi” trattavano anche con la “camorra” costituita sino ad allora solo da piccoli criminali impegnati in “affari di quartiere”! Ci pensava Liborio Romano, salentino di Patù, che, già Ministro di polizia sotto il Regno dei Borbone, dopo l‟abbandono di Napoli di Francesco II prendeva in mano le redini della città! Liborio Romano, liberale e uomo di Cavour a Napoli, per garantire l‟ordine pubblico ormai allo sbando, e per sostituire la vecchia polizia borbonica ancora fedele al re, convocava nei suoi uffici i più noti “camorristi” cittadini, e tra essi il più famoso “Tore „e Crescienzo”, ai quali chiedeva di redimersi per far parte della “guardia cittadina” in cambio di amnistia incondizionata e stipendio governativo per tutti! La proposta veniva accettata, e la “camorra” di fatto, veniva “istituzionalizzata”!!!
E’ in questo momento che comincia la trattativa Stato Camorra! E saranno proprio Liborio Romano e “Tore „e Crescienzo”, nel frattempo nominato “Questore di Napoli”, che con la loro “guardia cittadina” il 7 settembre 1860 andranno incontro a Garibaldi che vi giungeva in pompa magna.. per spalancargli le porte della città!
E la “ndrangheta”? Non si hanno notizie storiche di “vere e proprie trattative istituzionali” come per la Mafia e la Camorra! Di origini più antiche operava esclusivamente nelle campagne calabresi dove era radicata, impenetrabile! Tuttavia.. raccogliendo consensi sull‟equazione banditismo = brigantaggio, (cose diverse in realtà) riusciva a raccogliere consensi e proseliti sino a diventare la più potente delle “organizzazioni mafiose” solcando, e laddove necessario anche “tracciandone di nuove ”, le vie già spalancate da una ormai più che consolidata connivenza tra politica e criminalità! In specie al Nord!
Leont Galliot
Fonti:- “Nemmeno i morti parlano – Storia della Mafia” Edizioni Ferni, Ginevra 1974.
Fonte assomarss.it