UN FEBBRAIO DEL 1797, L’ECCIDIO DI INERMI A MUSSOLENTE DI BASSANO
Leggendo di recente la relazione del Podestà di Asolo riproposta fedelmente nel bel libro di Giorgio Zoccoletto 1797, l’invasione del trevigiano, reperibile nelle biblioteche civiche della provincia di Treviso sono incappato in una vecchia storia che si svolse a Mussolente, e che anche la gente del posto, passati i decenni prima, i secoli poi, dimenticò, in questo forse abbondantemente aiutata dal mutare dei dominii che si succedettero in questa terra dal 12 maggio 1797. Ritengo sarebbe utile a tutti conoscerla, non solo agli amici di Mussolente, paese ormai unito con Bassano dall’enorme urbanizzazione di questi ultimi decenni. Forse capiremmo anche con quale animo furono accolti i «liberatori» francesi, comandati dall’allora Generale Bonaparte
Premetto che allora Mussolente e Bassano facevano capo a Treviso, e ancor oggi la chiesa conserva questa divisione del territorio.
Siamo ai primi di febbraio del 1797, francesi ed austriaci si scontrano nella Venezia e l’armata del generale Massena in quei giorni si sta portando dalla Valsugana verso Bassano.
Bonaparte aveva già estorto alla inerme Repubblica Veneta aiuti di ogni genere, ma questo non bastava e la sua truppa non disdegnava di saccheggiare quanto poteva, infischiandosene dei patti di neutralità.
Così accade che un reparto misto di cavalleria e fanteria, arriva la mattina del 2 febbraio (all’ora terza) anche a Mussolente e incomincia a razziare nelle fattorie. Alcuni abitanti tentano di opporsi tra cui un certo Andrea Polo (di anni 48) con suo figlio Sgualdo, «gastaldi» presso la famiglia dei nobili Soderini, ma sono arrestati assieme a Francesco Guadagnin di anni 60, Giuseppe Fontana di anni 34, e Orso Baldissera [sic], di anni 33, quest’ultimo di Romano d’Ezzelino.
Come ho potuto leggere io stesso nel registro della parrocchia, ognuno di essi fu «condannato dai comandanti francesi e passò a miglior vita all’ora… [incomprensibile]», dopo che, tutti assieme, furono trascinati sul colle di Cà Soderini e lì «moschettati». Finito il massacro, i francesi tornarono a svaligiare le case di quei poveretti e se ne andarono verso Bassano, probabilmente contenti di essere riusciti nel loro intento di terrorizzare la popolazione.
Spero che a Mussolente qualche cosa si muova, per ricordare questo fatto dimenticato per tanto tempo basterebbe una piccola lapide. Ma è un compito che spetta prima di tutto ai concittadini di quei poveretti, che con ciò dimostrerebbero il loro rispetto per quei morti e di volersi riappropriare di una parte del loro passato.
- ora la lapide credo ci sia.
Segue la cronaca di quello che successe, da documenti d’epoca, impressionante.
DOCUMENTO 1
Denuncia del «meriga» di Mussolente al cancelliere-pretore Pietro Vivian 2 febbraio 1796 m. v. (1) Denuncia ed interrogatorio nella Cancelleria Pretoria di Asolo Comparso in officio Pietro Vivian q. (2) Santo[,] Meriga (3) di Mussolente, quale rassegna quanto segue: Questa mattina ora di terza (4) un grosso gruppo di Francesi capitati nella nostra Villa (5) legarono cinque dei nostri villici, li condussero nella cima del monte dell’Eccellentissimo Soderini e li moschettarono tutti cinque, lasciandoli ivi morti, indi dopo aver spogliate le case di essi poveri infelici, se ne partirono. Interrogato: per quale motivo? Rispose: per niente, ma forse al più perché non avranno voluto accettarli nelle loro case. Interrogato: se i Francesi fossero di cavalleria, o d’infanteria? Rispose: essi erano parte di cavalleria e parte d’infanteria di quelli che sono a Bassano, cioè della Divisione Massena. Interrogato: a nominare le persone di Mussolente che vennero moschettate e quindi svaligiate le loro case, come disse. Rispose: essi furono Andrea Polo q. Sguardo e Sguardo suo figlio, il primo era gastaldo dell’Eccellentissimo signor Giulio Maria Soderini, Francesco Guadagnin q. Marco, Giuseppe Fontana di Domenico, tutti di Mussolente, e Baldissera Orso q. Giuseppe di Roman Alto.-
Note (1) L’anno è indicato more veneto [1796 equivale quindi al 1797] (2) Quondam = «fu», nel senso di «figlio di persona defunta» (3) Capo-villaggio [Nell’antica Repubblica veneta il «meriga» veniva eletto da ogni villaggio; era il responsabile di tutto ciò che accadeva nella sua villa, specialmente dell’ordine pubblico, e aveva l’obbligo tassativo di riferire alla giustizia, tramite la denuncia]. (4) In prima mattinata (5) Villaggio –
DOCUMENTO 2 Lettera del cancelliere-pretore Vivian al podestà Zustinian Badoer 2 febbraio 1796 m. v. Lettera scritta al Senato dal Podestà di Asolo Zustinian M. Badoer Serenissimo Principe (1) Un grosso corpo di Francesi della Divisione Massena, ieri retrocessa in Bassano dal Canal di Brenta, si introdusse questa mattina nel villaggio di Mussolente di questo territorio, legò cinque di quei poveri villici che, condotti sulla cima di un monte di Ca’ sederini, ivi furono moschettati, indi passando allo spoglio delle case di quelli infelici, se ne partì. Dalla riferta (2) del Meriga di quel comune, che in copia rassegno a vostra Serenità ed a Vostre Eccellenze, l’umanità loro rileverà il tragico caso e comprenderà qual sia la lacrimevole situazione di questi sfortunati abitanti che dopo aver perduto la sostanza sacrificata in continue fazioni (3) , vi lasciano anco miseramente la vita. Accompagnata da me la riferta medesima al Pubblico Rappresentante (4) di Bassano per la opportuna rimostranza al Generale Massena, o a chi altro stimasse conveniente, mi acquieta la lusinga che possano essere soppressi gli eccessi di tanta rilevanza che pongono nella massima costernazione questi infelici sudditi. Io mi presto con tutto lo spirito onde possibilmente evitare sì funesta conseguenza, ma in mezzo ad una truppa indisciplinata e perversa, tutto è in cimento e tutto è esposto all’arbitrio e alla violenza. Nei due villaggi dei Casoni e Mussolente, soggetti a questo stesso territorio, esiste numerosa truppa francese che colla massima violenza e sollecitudine vuol essere approvvigionata di tutto. Un grosso corpo di essa truppa proveniente da Bassano è già in marcia alla volta di questa città dove a momenti sarà per giungere e dove rinnoverà le violenze e ruberie praticate l’ultima volta, come umiliai all’Eccellenze Vostre colle reverenti mie 28 gennaro decorso. Grazie. Note(1) Le lettere al Senato si rivolgevano formalmente al Doge che presiedeva l’assemblea. (2) Deposizione (3) Lavori forzati (4) Al Podestà e Capitano rappresentante la Repubblica –
Millo Bozzolan
fonte
blog. dalvenetoalmondo