Uomini sempre e…….comunque
Un mesetto fa arrivai a definirci, noi ragazzi dell’Associazione di Promozione Babbaceglie, briganti perché innamorati di un territorio che era sempre stato all’avanguardia e che, via via, ci hanno fatto desiderare di lasciare, facendoci pensare che fosse giusto strappare la nostra storia personale dai luoghi che per natura dovrebbero colorarla, per trapiantarla altrove, dove storia, magari, non ne hanno e se ne devono creare una.
Oggi come allora prendo spunto da un fatto storico, o meglio, da un racconto storico in prima persona, quello trascritto da Zimmermann nei panni di brigante “legittimista” al fianco di Chiavone e provo a ragionare a voce alta sullo spunto di riflessione che la nota vicenda, dell’ascesa e caduta di Luigi Alonzi, suscita.
Parlo della deriva moderna legata ad un certo processo di brandizzazione delle persone e cioè rinchiudere in una etichetta, in un marchio, in un brand, le sfaccettature di un essere umano.
L’azione che i Piemontesi eseguirono, con ancor più perizia rispetto all’unione dello stato, è stata quella di creare una comunicazione diretta, denigratoria e “moderna” sui loro nemici.
Quelli che chiamarono Briganti e che Zimmermann descrive dal punto di vista della quotidianità, potremmo riscoprirli, proprio attraverso queste pagine, come persone.
Vittime delle proprie emozioni e degli eventi, capaci di gesti indicibili ed altri di grande pietà.
Erano Esseri Umani a cui una campagna pianificata ed implacabile negò qualsiasi comprensione, scusa, solidarietà, diritto ed attenuante.
L’importanza delle testimonianze dirette risiede proprio nella possibilità di conoscere una storia soggettiva, una storia non ancora resa asettica ma ancora intrisa di sentimenti umani, di quei brandelli e bagliori di autenticità che la cronaca riconosciuta tende a semplificare in due grandi blocchi: miseria agli sconfitti e gloria ai vincitori.
La mia generazione è, probabilmente l’ultima a poter contare su testimoni diretti della seconda guerra mondiale ed è angosciante pensare che un patrimonio di esperienze, di vissuto legato ad un evento tanto traumatico venga dimenticato nel tempo, relegato a qualche pagina di libro, così come è accaduto per le lotte pre unitarie ed immediatamente post unitarie.
L’importanza di opere come quella delle Associazioni che si spendono per la ricerca storica, come quella degli studiosi che cercano l’animo oltre agli avvenimenti, sta proprio nella restituzione di una umanità storica ai suoi protagonisti.
Vi riporto le parole di qualcuno di cui non si condivideranno le idee, ma l’importanza di queste poche righe è innegabile.
Fino all’avvento della Sinistra al potere, Lo stato italiano ha dato il suffragio solo alla classe proprietaria, è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e a fuoco l’Italia meridionale e le isole, crocifiggendo, squartando, seppellendo vivi i contadini poveri che gli scrittori salariati tentarono infamare col marchio di «briganti»
Antonio Gramsci