Vincenzo Giannone Preside saggio e vero Comandante
Sventola su Gaeta la bandiera borbonica e dice al vento: Io sono ancora qui, appartengo al mio popolo e tutti hanno il dovere si sostituirmi quando mi faccio vecchia, per essere sempre bella e sempre nuova.
Carissimi amici di ogni associazione che si identifica con il Regno delle Due Sicilie, non ho mai pensato che la bandiera innalzata dal compatriota Alessandro Romano sulla batteria Carlo V a Gaeta fosse stata bruciata per dispetto o per dispregio, perché tutti agiamo e viviamo con gli stessi ideali, e tutti onoriamo e glorifichiamo Ferdinando II di Borbone. Come scrissi in un’altra occasione, ciascuna delle nostre mani ha cinque dita e tutte concorrono ad un’unica presa, e nessun dito da solo può sostituirsi agli altri perché piccolo o grande svolge la sua funzione.
Organizziamo amici, a Gaeta o altrove, un evento con tutte le associazioni che si identificano nel Regno delle due Sicilie, una manifestazione commemorativa, un convegno o un congresso “nazionale”.
Ricordate cosa disse un soldato al gen. Lanza? «Eccellenza, non vedete quanti siamo, e ce ne andiamo così senza combattere?» E noi quanti siamo? Tanti.!
Ricordate cosa scrisse il gen. Bartolo Marra a Vial? «Io, signor maresciallo, sono per i corpi compatti, per le forze riunite, non per lo sperperamento. Noi facciamo uno studio per disseminare la gente, e renderla debole su tutti i punti. Conseguenza di tale sistema, è di trovarsi fiacchi… Ma che! Non si hanno occhi per vedere? Che son tutti ciechi? …L’indegno procedere è di chi non ha saputo e voluto disporre le cose come si dovevano; di chi provvede agli urgenti e vitali bisogni con parole, non con i fatti…» Vogliamo continuare così, amico mio?
C’è uno di voi umilmente disposto a unire le forze perché si dica: Tutti per uno e uno per tutti come le dita di una sola mano? Vogliamo continuare con il divide et impera, e dare un’immagine di inimicizia, di disunione e di sconcordia? Organizziamo, dunque, un congresso culturale del Regno delle Due Sicilie, come quello degli scienziati che fece Ferdinando nel 1845; invitiamo i rappresentanti di tutto il Regno, facciamo vedere al mondo quanti siamo e che ancora esistiamo (oggi più che mai) e che non abbiamo dimenticato il nostro passato, la nostra appartenenza. Facciamo parlare la stampa e la televisione, innalziamo le nostre bandiere per ricordare chi eravamo e chi siamo. Siamo tanti!
Che ognuno liberamente svolga la sua funzione ma stringiamo il pugno tutti insieme; apparteniamo a una sola famiglia, a una sola mano, a una sola bandiera. E se qualcuno vorrà accusarci di non essere italiani, diciamo con forza che noi lo eravamo già prima dell’unità e lo siamo sempre stati, come disse Nicolò Tommaseo all’assemblea dei Deputati di Venezia nel 1848: «Bisogna che il settentrione di Italia s’inchini al mezzogiorno laddove il mezzogiorno prevale per civiltà più antica e per italianità più profonda…» Smettiamo di farci la “guerra fredda”, io mi trovo diviso tra più gruppi d’amici, e non capisco. Io ho raccolto e innalzato la bandiera borbonica a Scafati, e oggi Ferdinando II è sulla bocca di tutti. Il popolo ha bisogno di riscoprire la sua identità vilmente distrutta, cancellata e sotterrata; ha bisogno, come gregge disperso, di essere riunito come le dita di una mano per esprimere la sua antica forza. Il buon Sansone fu ingannato, umiliato, tradito e calpestato ma riacquistò la forza perduta e atterrò la casa dei suoi nemici. Oggi che tutto si distrugge in nome dell’uniformità e della non appartenza c’è bisogno di riscoprire i valori storici, la tradizione cristiana, l’appartenenza al territorio per difendere il passato, costruire e fortificare il futuro. Le nuove generazioni non hanno il senso di appartenenza, non conoscono la propria storia, sono vittime del sistema consumistico, sono cittadini del mondo, allevati come polli per essere consumati nel più breve tempo possibile. Che ognuno persegua i propri ideali e svolga la propria funzione, mignolo, anulare, medio, indice e pollice, tutti apparteniamo alla stessa mano e serviamo un solo braccio. Viva il Regno delle Due Sicilie, onore e gloria a Ferdinando II.
Vincenzo Giannone
Preside scuola primaria Ferdinando II di Scafati
riprendiamoci ciò che è nostro: storia cultura arte ecc ecc eravamo e dobbiamo ritornare ad essere grandi :lottare per i nostri figli è un nostro dovere