7 marzo: festa di san Tommaso d’Aquino, ITE AD THOMAM!
San Tommaso d’Aquino (1224-1274) è stato uno dei più grandi filosofi di tutti i tempi, se non il più grande, e il più grande teologo.
Definito da papa Pio XI “il più dotto fra i santi, e il più santo fra i dotti” continua a rimanere, dopo più di sette secoli, il faro di luce in grado di rischiarare la Chiesa cattolica nel suo complesso, e ogni singolo cattolico di buona volontà, nella lotta incessante che va sostenuta per difendere la verità del dogma dall’assalto sempre rinascente dell’errore e dell’eresia.
La crisi terribile aperta dal Concilio Vaticano II si è potuta produrre anche, se non essenzialmente, perché nei documenti conciliari, untuosi e prolissi, si è abbandonato il rigore stilistico, concettuale e argomentativo di san Tommaso per fare ricorso al lessico e ai temi del pensiero moderno, in sé anti-tomistici e fonte di innumerevoli errori.
Allo stesso modo nel post-Concilio si è abbandonato san Tommaso come autore centrale sul quale fondare la preparazione filosofica e teologica dei futuri sacerdoti e ciò è bastato, né poteva essere altrimenti, a degradare la loro preparazione rendendoli vulnerabili agli errori dei pensatori moderni e dei teologi modernisti e incapaci, sul piano morale, di crescere nella virtù e di resistere alle seduzioni del mondo, avviato dal 1968 a una spaventosa corruzione dei costumi.
La Summa Theologiae e la Summa contra gentiles, fra le tante opere di san Tommaso, restano le due cattedrali di una inaudita e sovrumana -si dovrebbe forse dire: miracolosa- grandezza e profondità.
Più di qualsiasi altro testo del grande canone culturale greco-cristiano esse mostrano a quale altezza può giungere l’intelligenza dell’uomo quando è sostenuta dalla Grazia e opera a partire dalla più viva carità, dalla più ardente sete di santità. Se anche ci attendessero molti altri secoli o millenni di civiltà umana sulla Terra non è temerario pensare che mai più sorgeranno opere di così eccelsa grandezza, di così accecante splendore.
La crisi atroce che oggi travolge la Chiesa di Cristo, la Chiesa cattolica, è certo che non potrà finire se non quando la Chiesa tornerà, oltre che alla Messa e alla dottrina di sempre, anche a san Tommaso come principale filosofo e teologo su cui formare le future generazioni di sacerdoti e di vescovi.
Matteo D’Amico