Posted by altaterradilavoro on Set 12, 2024
Sempre dal volume Pietro Rombulo da Messina, si fa largo un altro grandissimo messinese. Giovanni da Messina, matematico, scienziato, cosmografo fu alla corte di Alfonso il Saggio re di Castiglia nel XIII secolo, mettendosi in evidenza grazie al suo ingegno; e tra il 1276 e il 1290 scrisse cinque libri a suffragio di quella corte castigliana.
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Posted by altaterradilavoro on Set 9, 2024
Pochissimi siciliani conoscono le imprese dei loro padri navigatori, al tempo storico in cui la Sicilia era una nazione. Soprattutto le navigazioni prodotte nell’emisfero opposto al proprio alcuni equipaggi sconfissero le enormi distanze prodotte da intrepidi navigatori.
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Posted by altaterradilavoro on Ago 27, 2024
Un personaggio e la sua storia allontanata dalla mente dei suoi concittadini, da una nazione matrigna e colonizzatrice. Centinaia sono gli aneddoti che hanno contraddistinto la vita di Rombulo da caratterizzarne il percorso nella storia dei viaggi.
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Posted by altaterradilavoro on Ago 22, 2024
L’opera dei pupi siciliani è una manifestazione teatrale popolare che affonda le sue origini, su memorie più antiche di quanto si possa immaginare. In Sicilia, l’epicentro di questa cultura popolare è stata Messina già in epoche lontane (XVI secolo). Alla fine del Settecento alcuni cantastorie siciliani solevano intrattenere le folle popolari che si accalcavano intorno a loro per ascoltare quelle favolose novelle. I poemetti circolanti fra quei “oratori” però, avevano un comun denominatore, Messina. A tal proposito alcuni storici ottocenteschi, annoveravano fra i testi di questi poemi stampati a Messina l’Historia di Santo Giovanni Boccadoro del 1599; La Historia di Ippolito e Lionora attribuita a Sigifrundo di Lucca; l’Historia della vita e morte di San Paolino, scritta da Cola Cipolla nel 1598 nonchè nella fine dello stesso secolo, una ristampa del Morgante del Pulci. Così si concede un’origine a molte di quelle novelle o trasformate, o addirittura cambiate, se non semplicemente rimodulate dai cantastorie nel tempo. Molti autori hanno trovato queste tracce rimanendo sorpresi perchè le principali fonti, che disciplinano queste memorie pretendono l’origine dei testi utilizzati nelle scuole dei pupari siciliani, dipendere dalle compagnie catanesi e palermitane. In parte questa osservazione è reale, se i temi canonici dei manoscritti ritorna nei testi ottocenteschi. Però, l’arte oratoria dei cantori siciliani in oggetto alle epiche sfide dei paladini contro i saraceni, come detto prima, ritornano su quei poemi tardo cinquecenteschi stampati e circolanti a Messina. Da quei tempi negli slarghi messinesi, fra i padiglioni di ombrosi portici, nel cantonale di una strada, sotto le pergole in fiore, si ascoltavano le imprese dei paladini, i loro amori, le rispettive passioni, l’ardimento, le trovate lessicali nei dialoghi guerreschi.
Alessandro Fumia
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Posted by altaterradilavoro on Ago 1, 2024
Uomo politico, navigatore, commerciante, cartografo e matematico, tra mille peripezie ha viaggiato per terre conosciute e sconosciute del XV secolo, mettendosi al servizio di regnanti per oltre quarant’anni, in difesa della cristianità e a salvaguardia degli interessi commerciali di tre continenti. In questa biografia, il personaggio Pietro Rombulo rivive attraverso lo studio e l’analisi delle situazioni politiche del tempo, conducendo il lettore verso verità storiche sottaciute per secoli.
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Posted by altaterradilavoro on Lug 14, 2024
Un napoletano in Cina contemporaneo a Marco Polo,
ma l’Italia non lo celebra. Eppure, a differenza del veneziano la cui presenza nel paese dei mandarini non è stata ancora provata (non bastano le invenzioni trovate nel suo libro edito nel 1299, un milione … di incertezze) rispetto a Giovanni da Montecorvino, che incominciò a viaggiare in Asia nel 1288, quando giunse in Armenia la prima volta; e un anno appresso, dopo richiamato a Roma vi ritornerà per ordine del papa. Nel 1291 il missionario francescano giunse in Persia restandoci tre anni, per poi condursi nel 1294 in Cina, nella capitale. Ivi fu eletto vescovo di Pekino nel 1294 e fino al 1307 sotto quella carica soprintese la chiesa cinese. Negli anni che seguirono la sua attività si estenderà a tutta quella provincia costruendovi molte chiese, per aumentare la sua comunità, e moltiplicare le conversioni alla confessione cattolica. Mointecorvino morirà in odore di santità a Pekino nell’anno 1328. A differenza del veneziano, i viaggi, l’esplorazione del territorio cinese, e le attività di questo napoletano sono documentati e documentabili da un gran numero di lettere, e persino da qualche bolla pontificia. Se per la famiglia Polo verte una fede inviolabile verso una storia intrisa di congetture e di voli pindarici, dove nulla può essere dimostrato, comunque cavalcando una memoria che si basa sul nulla cosmico, viceversa le opere di questo altro italiano continuano a riversare novità rilanciate da studi, e studiosi che lo hanno trattato nel tempo. Da alcuni documenti che lo riguardano, in rapporto a una conoscenza rivolta a ricordare il khan di Pekino sotto un appellativo particolare, anche le memorie del navigatore messinese Pietro Rombulo, che sopraggiunse anch’egli alla corte dei mandarini, nel 1416, nel 1423 e a cavallo tra il 1444-1448 la storia limitante sul contributo di essi in materia di esplorazioni, li ha riposti in soffitta perchè ingombranti
Alessadro Fumia
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