Posted by altaterradilavoro on Gen 15, 2025
Introduzione
All’indomani dell’invasione garibaldino-sabauda, le voci di critica al regime sabaudo imposto nei territori dell’ormai ex Regno delle Due Sicilie si diffusero ampiamente. Le prime furono – come è ovvio – quelle dei legittimisti, legati alla Dinastia borbonica, che magari avevano pagato di persona il proprio attaccamento e/o il rifiuto di accettare di passare dalla parte degli usurpatori (perdendo la possibilità di fare carriera nell’esercito o nella burocrazia, oppure venendo additati come reazionari e trattati come paria).
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Posted by altaterradilavoro on Gen 11, 2025
Ai nostri giorni
Civitella continua ad essere un simbolo della resistenza del mondo della Tradizione, che non si arrende all’avanzare della modernità e del liberalismo.
Nel 1972 Paolo Caucci von Saucken, reduce dall’esperienza del raduno carlista di Montejurra, cercò un posto in Italia dove radunare annualmente i tradizionalisti italici. E nessun posto gli sembrò più significativo di Civitella del Tronto, la fortezza della eroica resistenza.
Iniziarono così gli Incontri Tradizionalisti, finora giunti alla 54° edizione, che nel marzo prossimo spegneranno el 55 candeline. Scrive Maurizio Di Giovine, l’attuale, instancabile organizzatore, nel bel libro che ha curato per il cinquantenario dell’iniziativa (Civitella del Tronto 1971-2020. Cinquant’anni di testimonianza a servizio della Tradizione, D’Amico, Nocera Superiore 2020):
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Posted by altaterradilavoro on Gen 7, 2025
Introduzione
Questo non è propriamente un saggio storico. Si tratta piuttosto di atto d’amore, sotto la forma di un saggio romanzato, per la terra dalla quale sono venuti i miei avi e per un’epopea che poche altre volte, nella storia d’Italia e d’Europa, è stata tanto fulgidamente espressa.
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Posted by altaterradilavoro on Gen 1, 2025
Una sola cosa chiediamo ci sia riconosciuta: il principio da cui siamo partiti, e cioè che la falsità non diventa verità perché viene asserita da uno statista o da un re, e che il furto non cessa di essere disonesto e disonorevole quando il bottino è un intero regno.
Patrick K. O’Clery, La rivoluzione delle barricate (1875)
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Posted by altaterradilavoro on Dic 31, 2024
La prima volte che incontrai Silvio Vitale egli mi parlò dell’abolizione dei “Sedili” della Città di Napoli, una antica istituzione parlamentare napoletana (che risaliva almeno all’epoca angioina, ma collegata alle fratrie di epoca ducale) sciolta da Ferdinando IV con decreto del 25 aprile 1800.
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Posted by altaterradilavoro on Dic 26, 2024
Scritta a una anno dagli avvenimenti del «ferale» e «catastrofico» 15 maggio 1848, la cronaca del conte Gennaro Marulli, pur nella sua militaresca essenza (o forse proprio grazie ad essa), spoglia gli eventi di tutto il millantato romanticismo che aleggia intorno alla giornata delle barricate. E si allontana anche dall’epica di cui – loro malgrado – avevano contribuito a ricoprirla due letterati non imputabili di simpatie rivoluzionarie: il gesuita Antonio Bresciani [1798-1862] eCarlo Alianello [1901-1981]. Il primo, con il capitolo 15 maggio del notorio (perché usualmente citato senza essere stato letto) L’Ebreo di Verona[1],prima parte della sua trilogia sul Quarantotto, pubblicata “a caldo” e fornita di notizie di prima mano provenienti da testimoni diretti e dai collaboratori dell’autorevole rivista «La civiltà cattolica»; il secondo, un secolo dopo, con i tre racconti intrecciati ambientati in quella turbolenta giornata napoletana[2].
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