Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Introduzione a Durelli, Saggio sulla questione napoletana di Gianandrea de Antonellis

Posted by on Gen 15, 2025

Introduzione a Durelli, Saggio sulla questione napoletana di Gianandrea de Antonellis

Introduzione

All’indomani dell’invasione garibaldino-sabauda, le voci di critica al regime sabaudo imposto nei territori dell’ormai ex Regno delle Due Sicilie si diffusero ampiamente. Le prime furono – come è ovvio – quelle dei legittimisti, legati alla Dinastia borbonica, che magari avevano pagato di persona il proprio attaccamento e/o il rifiuto di accettare di passare dalla parte degli usurpatori (perdendo la possibilità di fare carriera nell’esercito o nella burocrazia, oppure venendo additati come reazionari e trattati come paria).

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Civitella del Tronto la storia, la fortezza, l’epopea – II di Gianandrea de Antonellis

Posted by on Gen 11, 2025

Civitella del Tronto la storia, la fortezza, l’epopea – II di Gianandrea de Antonellis

Ai nostri giorni

Civitella continua ad essere un simbolo della resistenza del mondo della Tradizione, che non si arrende all’avanzare della modernità e del liberalismo.

Nel 1972 Paolo Caucci von Saucken, reduce dall’esperienza del raduno carlista di Montejurra, cercò un posto in Italia dove radunare annualmente i tradizionalisti italici. E nessun posto gli sembrò più significativo di Civitella del Tronto, la fortezza della eroica resistenza.

Iniziarono così gli Incontri Tradizionalisti, finora giunti alla 54° edizione, che nel marzo prossimo spegneranno el 55 candeline. Scrive Maurizio Di Giovine, l’attuale, instancabile organizzatore, nel bel libro che ha curato per il cinquantenario dell’iniziativa (Civitella del Tronto 1971-2020. Cinquant’anni di testimonianza a servizio della Tradizione, D’Amico, Nocera Superiore 2020):

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Revisionismo napoletano di Gianandrea de Antonellis

Posted by on Gen 1, 2025

Revisionismo napoletano di Gianandrea de Antonellis

Una sola cosa chiediamo ci sia riconosciuta: il principio da cui siamo partiti, e cioè che la falsità non diventa verità perché viene asserita da uno statista o da un re, e che il furto non cessa di essere disonesto e disonorevole quando il bottino è un intero regno.

Patrick K. O’Clery, La rivoluzione delle barricate (1875)

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Introduzione di Gennaro Marulli 15 maggio 1848 di Gianandrea de Antonellis

Posted by on Dic 26, 2024

Introduzione di Gennaro Marulli 15 maggio 1848 di Gianandrea de Antonellis

Demitizzazione di una giornata

Scritta a una anno dagli avvenimenti del «ferale» e «catastrofico» 15 maggio 1848, la cronaca del conte Gennaro Marulli, pur nella sua militaresca essenza (o forse proprio grazie ad essa), spoglia gli eventi di tutto il millantato romanticismo che aleggia intorno alla giornata delle barricate. E si allontana anche dall’epica di cui – loro malgrado – avevano contribuito a ricoprirla due letterati non imputabili di simpatie rivoluzionarie: il gesuita Antonio Bresciani [1798-1862] eCarlo Alianello [1901-1981]. Il primo, con il capitolo 15 maggio del notorio (perché usualmente citato senza essere stato letto) L’Ebreo di Verona[1],prima parte della sua trilogia sul Quarantotto, pubblicata “a caldo” e fornita di notizie di prima mano provenienti da testimoni diretti e dai collaboratori dell’auto­revole rivista «La civiltà cattolica»; il secondo, un secolo dopo, con i tre racconti intrecciati ambientati in quella turbolenta giornata napoletana[2].

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