AGENTI MESSINESI IN INGHILTERRA DURANTE LA GUERRA CONTRO LA SPAGNA 1674 – 1678
Ci hanno abituato ad osservare la storia con l’occhio del vincitore, prevaricatore dei diritti di cronaca necessari al perdente. Non come alibi, ne come giustificazione, ma come atto necessario alla verità e alla storia. Eppure, se tanto conosciamo dalle vessazioni, ottemperate dagli Spagnoli in Sicilia e a Messina, poco conosciamo della forza militare, in questo frangente storico, della piccola Messina.
I commentatori successivi, hanno sempre creduto che alla prima pugna di rivoltosi Messinesi, succedesse l’aiuto dei Francesi.
Facendo apparire la causa dei Siciliani, uno spreco di vite umane, un errore strategico. In realtà, l’organizzazione dei Messinesi che si erano contrapposti all’impero di Carlo II, era molto più articolata di quanto si possa immaginare.
Non solo Messina possedeva una guardia militare detta, dei Cavalieri della Stella, che sotto mentite spoglie, si esercitava a fare la guerra. Ma addirittura, aveva creato sotto l’opificio di un commercio continentale, veicolando da secoli i suoi prodotti serici, una complessa rete di spionaggio e di appoggi finanziari. Infatti, oltre alla forza della diplomazia, messa su dalla nobiltà messinese alleandosi con patto di ferro con la Francia, Messina, rastrellava denaro che serviva a pagare, una complessa macchina bellica, niente affatto improvvisata. Capita perciò, di leggere fra le righe dei dispacci di Spegna rivolti all’Olanda e all’Inghilterra, sotto le insegne di Don Pietro Ronquillo, delegato straordinario del re di Spagna nei paesi anglosassoni, di ricevere, incredibili rivelazioni.
L’alto funzionario eccepiva, rintuzzando, per bocca del suo signore e sovrano agli Inglesi, agli Olandesi e ad altri soggetti politici, la scorrettezza con la quale, questi governi, prestassero non solo appoggi politici ai Messinesi, ma addirittura grosse quantità di denaro, di titoli e di credito; minacciando di rivedere i trattati di Breda del 1667 con possibili ritorsioni diplomatiche e commerciali. In poche parole, piano piano, anche contro la volontà di annientare la verità, si scoprono nuove ed affascinanti retroscena che fanno immaginare, l’azione di Messina, come una sfida niente affatto avventata di un piccolo regno nascente, ma economicamente valido ed intraprendente.
Alessandro Fumia
Non mi meraviglia che i messinesi, gente di mare in una posizione strategica al centro del mediterraneo, fossero allenati ai rapporti i più eterogenei e perciò preziosa la loro competenza e la loro amicizia… e quando videro distrutta dal terremoto la loro città la ricostruirono senza indugio…Messina, ricca e aperta, ma troppo facile approdo per chi vorace e senza rispetto se ne approfitto’… caterina