Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Angelo Manna e Andrea Finocchiaro Aprile, due Padri delle due diverse Nazioni italiane (III)

Posted by on Ago 17, 2022

Angelo Manna e Andrea Finocchiaro Aprile, due Padri delle due diverse Nazioni italiane (III)

Quando il governo coloniale non tollerava la ribellione dei siciliani verso la sua condotta politica e le sue leggi cominciava a imporre una serie di restrizioni giudiziarie verso Finocchiaro Aprile e i suoi membri più noti del movimento identitario, arrivando a eseguire dei veri arresti prima nel 1944 e poi nel 1945 finendo nella prigione di Ponza, fino alla sua liberazione avvenuta nel marzo del 1946.

Da quel momento il leader siciliano era stato costretto dai partiti e dal governo coloniale di porre fine alla lotta armata evista e accettare il nuovo Statuto di autonomia speciale che non porterà nessun cambiamento positivo nell’isola a causa della sua mancata applicazione. Dopo lo scioglimento dell’EVIS, il MIS continuò a portare avanti la sua battaglia politica, perdendo negativamente i suoi consensi popolari per le pretese dei mafiosi sugli abitanti isolani di votare solamente i partiti del razzismo unitario per rafforzare la Trattativa Stato-Mafia con lo scopo di reprimere con violenza le esigenze degli isolani. Finocchiaro Aprile dovette subire le sofferenze dopo aver tentato di realizzare l’antica indipendenza isolana e, nonostante che egli avesse perso alcuni voti per l’elezione di deputato, si dedicò nel ruolo di avvocato per il resto della sua vita fino alla morte avvenuta nel 1964. Andrea Finocchiaro Aprile era una figura dominante dell’ideologia separatista non solo per aver mostrato il suo amore verso il popolo ma perché egli assieme ad altri membri elaborarono una serie di progetti di futuro per la Sicilia indipendente, i quali furono la costituzione del Plebiscito per la formazione di un nuovo governo repubblicano, la garanzia delle libertà ai siciliani e la tutela della classe contadina sottomessa dai baroni e dai mafiosi. Sarà la volontà del leader siciliano o una illusione su pressione dei mafiosi per aver inserito quest’ultima punto fondamentale del suo programma? Finocchiaro Aprile considerava l’indipendenza come unica salvezza non solo dal razzismo unitario del nuovo governo coloniale ma perché favoriva un naturale benessere al popolo isolano per non subire le precedenti condizioni di colonia che tutt’oggi ne è soggetto per colpa del governo sia coloniale sia regionale. Ovviamente Canepa fu l’unico a occuparsi al riconoscimento dei diritti del ceto contadino, mantenendo un buon rapporto con il leader del MIS con la militanza politica e con la lotta armata, senza avere però il tempo di realizzare il suo ideale vicino alle esigenze degli isolani.

Adesso vi pongo una domanda: come hanno fatto Manna e Finocchiaro Aprile a realizzare moralmente il loro ideale del popolo? Naturalmente entrambi politici si sono attenuti alle tradizioni del proprio popolo: civiltà, identità e religione. Manna imparò a conoscere i valori tradizionali della Napolitania e considerò Napoli come punto di riferimento della cultura napolitana e una sua capitale, mostrando le sue immagini durante la diretta del programma “il Tormentone” ma difendendola con numerose proteste rivolte ai politici coinvolti nella corruzione e nei rapporti con la camorra con la volontà di consigliare a tutti i cittadini napolitani a prendere parte al destino del popolo colonizzato, per poter combattere il razzismo unitario con la cultura e con la politica, dove il politico napolitano applicò l’astensionismo e la disobbedienza civica verso l’economia e i partiti nazionali per avviare una necessaria nazionalizzazione napolitana nell’intero continente. Manna avrebbe sostenuto tale progetto per dare un messaggio al popolo napolitano del diritto di liberarsi dal colonialismo unitario e avere con sé le sue forze che gli sostengono, dotandosi pure una propria classe dirigente che gli stia al fianco. Anche Finocchiaro Aprile aveva e condivideva lo stesso pensiero, elogiando l’importanza dell’indipendenza avuta dai siciliani con i Vespri del 1282 e manifestava la propria militanza nei confronti di tale ideale, tant’è che il suo MIS riusciva a mettere in atto una serie di manifestazioni identitarie degli isolani, utili per far capire ai razzisti unitari che la Sicilia non appartiene all’Italia coloniale e che non vuole più servirla dopo tanti anni di discriminazione. I metodi dei due politici difensori dei propri popoli erano realmente diversi, poiché Manna puntava sulla via pacifica e legalitaria, mentre Finocchiaro Aprile si indirizzò sulla via legalitaria e, soprattutto, radicale, per l’esistenza dell’EVIS in quanto fu il braccio armato del suo movimento separatista. Manna e Finocchiaro Aprile, sebbene fossero gli ennesimi padri dei popoli di appartenenza, tentarono di inaugurare un possibile e graduale processo della disgregazione dell’unità coloniale (che nazionale), in cui assieme ai loro due presero parte anche i sardi (Salvatore Meloni), i sudtirolesi (Südtiroler Volkspartei e le sue organizzazioni armate, in particolare il Brefreiungsausschuss Südtirol) e triestini (Blocco Triestino, Fronte dell’Indipendenza per il TLT e Partito Comunista del Territorio Libero di Trieste) ma fu inutile, come avvenne diversamente nella Jugoslavia dove, dopo la morte di Tito del 1980, la disgregazione fu eseguita con successo ma si trasformò in una brutale guerra fratricida che durò per 8 anni a causa della propaganda sciovinista dei cetnici serbi. Un popolo che vuole realmente liberarsi dal dominio di uno Stato retto da un gruppo dominante che lo tratta come schiavo e lo isola per renderlo più povero è normale che si ribella giustamente per mettere in atto una serie delle sue esigenze, non dovendo di essere obbligato a instaurare un governo della superficialità dell’unica classe, dell’unica ideologia o della sua élite professionale presente nella sua terra. Se Manna ha avuto la difficoltà di guidare il Fronte del Sud per l’ingiusta sottomissione dei napolitani dal razzismo unitario, a Finocchiaro Aprile il suo nemico non era solo il razzismo unitario ma c’era pure la Mafia, la quale, assieme ai servizi segreti americani e al complice governo coloniale, cercò di avviare una tentata scissione tra la sinistra socialista e la destra agraria del MIS fino a quando decise di mettersi in testa di realizzare il suo progetto del finto annessionismo siculo-americano per fortuna non avvenuto, perché gli “uomini di onore” avrebbero screditato i separatisti isolani. Beh certo, finché l’Italia padana e la Mafia saranno uniti all’infinto la repressione non può mancare nei momenti necessari per imporre la tirannia coloniale ai popoli preunitari che si permettono di disobbedire ad entrambi nemici citati. Però quel problema non interruppe affatto l’ideale indipendentista e identitario dei due politici che si impegnavano realmente sulla tutela del proprio popolo sotto la responsabilità di ogni atto che commettono nei suoi confronti, non come avrebbero fatto gli altri ispiratori dell’indipendenza che lasciarono i loro popoli nelle guerre civili e nelle successive e profonde crisi politiche ed economiche. Finocchiaro Aprile doveva per forza dichiarare guerra all’Italia padana per consentire al suo popolo isolano il diritto di ribellione al nascente sistema segregazionista, mentre Manna proseguiva al suo impegno di nazionalizzazione napolitana su tutte le strutture pubbliche e private dipendenti o non dallo Stato coloniale resistendo alle diffamanti critiche dei razzisti unitari da solo o con i suoi sostenitori. Manna e Finocchiaro Aprile erano vicini ai propri popoli in un fronte di opposizione all’ideologia razzista del PUN ma con le determinate conseguenze: Manna fu soggetto di numerosi attacchi dei partiti nazionali per la sua posizione meridionalista e autonomista, Finocchiaro Aprile rischiò tante volte di finire in galera. Ovviamente non solo Manna e Finocchiaro Aprile sono gli unici padri delle proprie Nazioni per il fatto che saranno discendenti dei loro antenati e avranno i propri successori che seguono il loro esempio, evitando e riconoscendo, moralmente e con la propria coscienza, i vecchi e nuovi errori commessi…..fine

Antonino Russo                  

1 Comment

  1. Troppi poteri sono concentrati a Roma, caput mundi e cloaca maxima come penso non abbia eguali nel mondo!… e noi inermi ad assistere allo spettacolo e alla frenesia delle ambizioni!.. I valori veri e la ricchezza sono nei nostri territori, da nord a sud, ma abbiamo questa zavorra romana da tirarci dietro e foraggiare… quando ce ne libereremo?… mai, perche’ e’ destino? o piuttosto maledizione… Fin che possiamo stiamo ed operiamo nei nostri territori!… che sono la vera patria da custodire e valorizzare, ancora di salvezza.. e solido, radicato e inestimabile patrimonio che ci fa orgogliosi delle nostre radici e aperti ad una reale reciproca collaborazione. caterina

Submit a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.