Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

COLPO D’OCCHIO SU LE CONDIZIONI DEL REAME DELLE DUE SICILIE NEL CORSO DELL’ANNO 1862 (VIII)

Posted by on Nov 27, 2023

COLPO D’OCCHIO SU LE CONDIZIONI DEL REAME DELLE DUE SICILIE NEL CORSO DELL’ANNO 1862 (VIII)
IV. ATROCITÀ. 

Innumerevoli, e quasi incredibili sono i fatti di atrocità consumatisi nel reame delle due Sicilie per opera degl’invasori nel corso dell’anno 1862, nella continuazione progressiva dello anteriore anno 1861.

I piemontesi non contenti di comprimere lo slancio nazionale delle popolazioni per riacquistare la loro autonomia, e la monarchia legittima, e d’imprigionare migliaia e migliaia di cittadini, dopo tanti altri esiliati, e raminghi per tutta l’Europa, hanno stabilito di consolidare il loro dominio unitario col terrore, – quindi essi, ed i loro fautori si sono dati ad esercitare il mestiere d’incendiarii e di carnefici.

Rimarranno nella storia come orribile monumento del passaggio della rivoluzione in Italia i nomi di 28 paesi incendiati, le cui rovine sono registrate dalla stampa contemporanea del biennio anzidetto. L’ultimo di essi è stato Passo d’Orta (Puglia) tra le città di Foggia e Cerignola: occupato ne’ principii di novembre ultimo da una banda di volontarii regii, è assalito da un distaccamento di truppe piemontesi, che attesa la forte resistenza, non sa vincerla altramente, che appiccando il fuoco alle due estremità del borgo: davanti all’incendio la banda si ritira, seguita da una parte della popolazione, che riesce a sottrarsi alla vendetta dei vincitori.

In quanto alle fucilazioni senza giudizio vi sono stati fatti atrocissimi, che i posteri stenteranno a credere, non per difettò di autenticità, ma per riguardo alla civiltà che vanta il nostro secolo il quale mostra ribrezzo ed orrore pei sanguinosi annali francesi del 1793, e pare che miri con indifferenza i palpitanti eccidii del napoletano nel 1862.

Dovunque i così detti reazionarii ed anche i sospetti e talvolta pure coloro che non han potuto giustificarsi con un ricapito itinerario, caduti nelle mani de’ drappelli subalpini, sono stati fucilati all’istante. 127

– In varii luoghi si son veduti sagrificii umani di trenta a quaranta prigionieri, e pare che la soldatesca, e le salariate guardie mobilizzate abbiano versato sangue, pel solo piacere di vederne scorrere e bruciate case, raccolte di cereali, provvisioni, industrie armentizie, ed ogni avere degli abitanti pel solo diletto di ammiserirli.

Riporteremo varii di questi avvenimenti, e saremo imparziali, e brevissimi: su la loro realtà non occorre dire altro, se non che i giornali, le corrispondenze, gli opuscoli nelle due Sicilie li banno pubblicati, e nel parlamento italiano sono stati sovente manifestati da varii deputati napoletani senza che fossero stati contrastati o smentiti.

Ma ad appareccbiare gli animi su le ferocie degli esecutori, bisogna far precedere la lettura delle disposizioni impartite dagli ordinatori Fantoni, Fumel de Martino, Gemelli, de Luca. La raccolta delle circolari, e de’ bandi di costoro, uniti a quelli de’ Pinelli, de’ Galateri, de’ Virgilii, e de’ Gialdini, formerà ne’ tempi avvenire «il Codice delle leggi del terrore nelle due Sicilie sotto il dominio piemontese», – ed allora sarà altresì difficilmente creduto, che non ostante codesti editti sanguinarii, vi sia stata la voce di un deputato napoletano, nel parlamento di Torino, che cosi abbia gridato…. «La legalità ci uccide! Io voglio un assoluto governo militare; io voglio misure eccezionali, acciò si reprima, quel brigantaggio, che da 18 mesi non si è potuto ancora domare» (tornata de’ 9 aprile 1862, mozione del deputato Petruccelli-Gattina).

Codeste truci proclamazioni però sono generalmente riprovate, e già quando appena taluna fra esse era nota, né ancora infierivano come nel 1862, il governo imperiale francese ingiungeva al suo rappresentante in Torino «di far notare al governo italiano la emozione cagionata dalle misure di rigore attribuite a’ comandanti militari piemontesi nelle provincia meridionali….. donde la urgenza nel governo subalpino di pensare a’ mezzi atti a svincolare la responsabilità dalle giuste accuse, di cui sarebbe oggetto» (Dispaccio del ministro Thouvenel, 22 luglio 1861 al conte de Rayneval a Torino) 128 Gioverà riportare i testi originali. 

I. BANDO DEL TENENTE COLONNELLO FANTONI 

«Comando del distaccamento dell’8 reggimento di linea in Lucera – In seguito ad ordine ricevuto dal signor prefetto di questa provincia, allo scopo di addivenire con ogni mezzo il più efficace alla pronta distruzione del brigantaggio, il sottoscritto NOTIFICA, 1. Nessuna persona d’ora innanzi potrà porre piede ne’ boschi di Dragonara, di S. Agata, di Selvanera, del Gargano, di S. Maria, di Pietra, di Molla, di Volturino, di Volturino, di Samnarco la Catola, dì Celenza, di Carlantino, nel Macchione di Biccari, nel bosco di Vetruscelle, e Caserotte (1). – 2. Ciascun proprietario, agente, o massaro, dovrà tosto dopo la pubblicazione del presente avviso far ritirare da’ detti boschi tutti i lavoratori, pastori, caprari ecc. tutto il bestiame esistentevi, abbattendo le pagliaie e le capanne, da questo, e dalle persone addette alla loro sorveglianza occupate. (1) Chi non conosce la topografia di questi boschi non potrà mai apprezzare convenevolmente le gravi conseguenze del bando militare in esame. Migliaia e migliaia dì abitanti delle concentriche Provincie delle Puglie, degli Abruzzi, e del contado di Molise (quasi la metà del regno) vivono alla lettera col frequentare ne’ boschi in parola, d’onde ritraggono lo alimento per le loro vaste industrie pastorizie, ed agricole, e pe’ quotidiani usi della vita, di legnare, e raccoglier erbe. Il divieto quindi di accedervi equivale alla privazione della esistenza materiale, e civile d’immense famiglie, alla distruzione del principale ramo di ricchezza nazionale nel reame delle due Sicilie. Per quanto siasi vituperata la inumanità dello editto, non si potrà mai abbastanza calcolarne la desolante efficacia! Tutto ciò che potrebbe dirsene è sempre poco. La paura da una parte, e lo spirito di parte dall’altra, chiudono le bocche sul proposito. 129 3. Nessuno da oggi innanzi potrà asportare dai paesi generi di commestibili ad uso delle masserie; né queste potranno possederne più dei quanto è strettamente necessario al sostentamento di una giornata pel numero delle persone addette alle masserie medesime 4. I contravventori del presente ordine (che avrà pieno effetto due giorni dopo la sua pubblicazione) verranno trattati, senza eccezione di tempo, luogo, e persona, COME BRIGANTI, E COME TALI FUCILATI. Nel pubblicare questo ordine, il sottoscritto intima a’ proprietarii di darne conoscenza in tempo utile a’ loro dipendenti, affinché, evitando il più possibile d’incorrere nelle misure di rigore prestabilite, possano queste ottenere quello scopo che il governo si prefigge, avvertendo in pari tempo, che non si transigerà menomamente nell’applicazione delle misure.

Lucera 9 febbraro 1862.

Il Tenente Colonnello

Firmato = FANTONI 

Del merito di questo documento si occupa il parlamento inglese nella camera de’ lordi, tornata de’ 27 febbraio, ritenendolo non solo come opera del comandante militare Fantoni, ma anche come emanazione governativa, perché fatto d’accordo col capo amministrativo e politico della provincia.

Il conte di Derby osserva, tra le altre cose: – «io presento a voi, ed al mondo in tutta la sua nuda atrocità questo proclama emanato da un governo, che vanta essere stato accettato alla unanimità dal suffragio universale nel paese, al quale si applicano tali provvedimenti; di essere un governo nemico delle oppressioni, e che da molti mesi è occupato a reprimere col sangue le più piccole manifestazioni d’insubordinazione, e di ribellione in quei paesi. Io non esaminerò l’indole di quelle ribellioni, se dipendano da affetto verso la dinastia esiliata… Ma proclami di questo genere sono una offesa alla umanità: non si può pensare senza raccapriccio ad un sistema, che devasta, distrugge, uccide etc.» 130 Al che risponde il ministro lord Russel, confessando essere pienamente di accordo col preopinante, e «pensare, che non vi possa essere atto più crudele e più barbaro di questo proclama, che confonde gl’innocenti con i colpevoli, sparge la desolazione sopra un vasto tratto di paese, mette impedimenti alla industria, e fa del governo un oggetto di terrore a tutti; aggiungendo, che un tal proclama non è inspirato da una sana politica, perché non pacifica il paese, né riconcilia gli abitanti al governo».

E nella stessa camera il marchese Normanby (tornata dei 17 marzo, e 7 luglio) espone i sentimenti di orrore, che destano i fatti commessi nel desolato reame delle due Sicilie per effetto del ripetuto proclama, e per altri posteriori. 

II. BANDI DEL MAGGIORE FUMEL 

1. = Avviso «Il sottoscritto incaricato della distruzione del brigantaggio diffida, che sarà immantinenti fucilato chiunque dà ricovero, o mezzo qualunque di sussistenza, o difesa a’ briganti, o vedendoli, e sapendone il luogo, ove sono rifugiati, non dia tosto avviso alla forza, o alle autorità civili, e militari. Tutte le pagliaje debbono essere abbruciate; le torri, e le case di campagna, che non sono abitate custodite dalla forza, debbono, fra lo spazio di tre giorni venire smantellate, e le aperture murate: scaduto tal termine, saranno bruciate, ed ucciso tutto il bestiame trovato senza la necessaria forza di custodia. – Resta pure proibito di recare pane, viveri fuori l’abitato de’ comuni, ed il contravventore sarà trattato come complice de’ briganti. L’esecuzione della caccia è provvisoriamente vietata, e perciò non si può sparare, se non per dar avviso a’ posti armati della presenza, o fuga de’ briganti. – Alcuni proprietarii di Longobucco hanno posto un taglione di 60 mila ducati su la comitiva di Palma. 131 Il sottoscritto non intende vedere in questa circostanza, che «, due pentiti: briganti e controbriganti; perciò tra i primi è chi voglia tenersi indifferente e contro questi si prenderanno misure energiche perché quando il bisogno lo richiede, è delitto il rifiutarvisi» = Cirò,12 febbraro 1862.

Il Maggiore

Firmato = FUMEL. 

2. = Avviso al pubblico «Il sottoscritto incaricato della distruzione del brigantaggio, promette una mancia di frange chi 100 per ogni brigante vivo, o morto, che si presenterà. Tale mancia sarà pure data a quel brigante, che ucciderà un compagno, oltre di avere salva la vita. Diffida, che sarà immediatamente fucilato chi dia ricovero, o (mezzo qualunque di sussistenza, o di difesa a’ briganti, e vedendoli, o sapendone il luogo dove sonosi rifugiati, non (ne dia avviso sollecito alla forza, ed alle autorità civili, e militari. Tutte le pagliaie debbono essere abbruciate; le torri, e le case di campagna, che sono abitate e custodite da forza, debbono essere fra 3 giorni scoperte, e le aperture venire murate. Scaduto tale termine, saranno bruciate, come saranno uccisi gli animali senza la necessaria custodia di forza pubblica. Resta proibito portare pane, e viveri qualunque fuori l’abitato del comune, e sarà tenuto come complice de’ briganti il contravventore. L’esercizio della caccia è vietato. La guardia nazionale è risponsabile nel territorio del proprio comune. Il sottoscritto non intende vedere in questa circostanza, che briganti, e controbriganti. Perciò tra i primi terrà chi voglia restare a indifferente f e contro questi prenderà misure energiche, I soldati sbandati che non si presenteranno tra quattro giorni saranno considerati come briganti,i.

Celico (Calabria) 1 Marzo 1862.

Il Maggiore

Firmato = S. FUMEL. 

132 

Nella tornata de’ 27 marzo, nella camera de’ comuni d’Inghilterra, il deputato sir Bowyer suscitando la quistione su gli eccidii, che si commettono nell’Italia meridionale, interpella il ministero su gli anzidetti proclami del Fumel, che caratterizza come capilavori d’inumanità. Ed è tanto consentanea alle mire del governo sardo codesta condotta de’ Fantoni, e de’ Fumel, che si affretta subito a punire, e rimuovere que’ comandanti militari, che non ne imitano le gesta. Gli è cosi, che nella Italia (giornale torinese) de’ 21 marzo si riferisce: «Il generale Della Chiesa comandante militare delle Provincie di Salerno, e di Basilicata è stato messo in disponibilità: il generale Doda, comandante militare di Capitanata, per maggior punizione è stato jeri sospeso dalle sue funzioni per ordine di Lamarmora. Questi due generali sono accusati di non avere mostrata tutta l’energia desiderata allo scopo di impedire le escursioni de’ briganti. Sono rimpiazzati da’ generali Avenati, e Regis. – Si estende il raggio territoriale del comando del generale Franzini». – Per la stessa ragione è punito il colonnello Brienzi, comandante nelle Puglie, che nello accomiatarsi dalle truppe, dice: «I provvedimenti da me presi per diminuire le devastazioni e gli eccidj non sono stati stimati opportuni nelle attuali contingenze dal governo del re d’Italia, che mi e ha posto in disponibilità etc.» ed altro che sarà riportato sotto l’articolo della guerra civile in seguito. III. BANDO DEL PREFETTO DI CAPITANATA. Avviso «Per affrettare la estinzione del brigantaggio, questa Prefettura intende ricorrere all’opera de’ guardiani a cavallo delle proprietà private. Disuniti, essi non gioie vano né a se stessi, né a cui servono; ed infatti costretti dal numero sempre crescente di questi predoni, essi han dovuto abbandonare il contado, e rinchiudersi nelle città,e Io mi sono persuaso a raccoglierli in squadre; così potranno rendere importanti servigii alla pubblica sicurezza, esperti come sono d’ogni più remoto sentiero. I proprietarii, ne vivo sicuro, non mancheranno agi’ inviti del governo: – ho interessato il comandante della provincia colonnello Materazzo a ricevere i nomi degli accorrenti e ad ordinarli in squadre. – I guardiani debbono aver seco armi, e cavallo. – I migliori cittadini hanno volontariamente aperta una soscrizione per le diarie di queste nuove milizie, la quale in due giorni, e nella sola città di Foggia è salita a 5 mila ducati. Le altre città imiteranno il patriottico esempio. Così le forze vive del paese aggruppate potranno renderci fra breve la perduta sicurezza interna.

Foggia 18 aprile 1862.

Il Deputato funz. da Prefetto

Firmato = GAETANO DEL GIUDICE 

(1) Da questo arrotamento dl Prefetto di Foggia si ve apertamente, che la creazione non è solamente combattuta con i centoventimila soldati piemontesi, come ha confessato nel parlamento il ministro della guerra, e co’ feroci proclami de’ comandanti militari, ma anche con armare i cittadini contro i cittadini. E mentre per godere libertà e sicurezza e per esserne difeso, si pagano i più gravosi dazii allo Stato, si deve anche esser costretto, o a caricarsi il fucile su le spalle ed azzuffarsi nella guerra civile, o a pagare (con offerte di danaro non sempre volontarie) i mercenarii, che vi si prestano, per procurarsi una difesa alla propria vita. (1) Non è un pensiero nuovo da farsene merito al ministero di Torino quello di ordinare la soscrizione volontaria contro il brigantaggio, che mena ora tanto rumore in Italia; ma una servile imitazione in maggiori proporzioni della misura presa dal prefetto di Foggia, che non ebbe ragione di compiacersene, ed altresì da quello di Lecce, come si leggerà nel costui bando riportato nelle seguenti pagine. 

134 

IV. BANDO DEL GENERALE BOYOLO. 

«Comando generale delle truppe attive nella provincia r di Capitanata (Puglia).

Manifesto «In base al Proclama dello stato di assedio, io assumo i poteri politici e militari in questa provincia; e f valendomi de’ poteri a me conferiti dal proclama anzidetto, ordino quanto appresso: 1. È vietato a chiunque la vendita di armi e munizioni da guerra di qualunque specie. – 2. Tanto la asportazione, quanto la detenzione non autore rizzata di armi e munizioni d’ogni qualità, sono vietate sotto pena d’arresto. – 3. Sarà considerato come connivente al brigantaggio, e come tale punito (con là fucilazione) chiunque sia trovato portatore di armi, munizioni, viveri, vestiario, e di qualunque altra cosa destinata come ricatto pe’ briganti. – 4. In ciascun paese, o città dalle ore pomeridiane, fino alle 4 del mattino è vietata la uscita per le strade, e dalle città, o paesi, senza un permesso speciale del comando militare, o senza gravi cagioni giustificative: ne’ paesi, dove non vi è truppa questi permessi saranno rilasciati da’ sindaci. – 5. Qualunque persona viaggi dovrà esser munita della già prescritta carta di passo, se n’è priva sarà arrestata. Le panetterie disperse perle campagne verranno chiuse dal giorno di settembre e d’allora in poi i generi che vi si troveranno verranno sequestrati; e tradotte in arresto le persone inservienti – Confido, che le guardie nazionali uniranno i loro sforzi a quelli della Truppa per ottenere nel più breve tempo possibile lo scopo da tutti tanto desiderato.

Foggia il 29 agosto 1862.

Il Maggior-Generale Comandante

Firmato = BOYOLO 135

V. BANDO DEL MAGGIORE MARTINI. 

Avvino «Tutti i proprietarii, fittaiuoli, coloni, pastori, abbandoneranno le loro proprietà, i loro bestiami, campi, e industrie, tutto infine, e si ritireranno tra 24 ore ne’ paesi, dove hanno domicilio. Coloro, che non si uniformeranno al presente ordine, saranno arrestati e condotti in prigione».

Montesantangelo (Puglia) 16 settembre 1862.

Il Maggiore Comandante

Firmato = MARTINI

continua……

fonte

https://www.eleaml.org/sud/stampa2s/02_Colpo_d_occhio_su_le_condizioni_del_reame_delle_due_Sicilie_nel_corso_del_1862.html

Submit a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.