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FERDINANDO II RE BOMBA?

Posted by on Feb 12, 2023

FERDINANDO II RE BOMBA?

Le menzogne risorgimentali sul Re Bomba e il relativo bombardamento di Messina nel 1848.

La cronaca del tempo ripetuta sulle pagine dei giornali, nelle ricostruzioni storiche, sui banchi di scuola in questo secolo e mezzo, celebra il bombardamento a tappeto ininterrottamente per 9 mesi da parte dell’esercito napoletano su Messina. Avremmo dovuto trovare macerie su macerie, case su case, e invece…

Purtroppo o per fortuna, dipende dai punti di vista, mi son venute sotto le mani, note contrastanti l’antico registro risorgimentale, capaci di mettere in risalto una verità svilita da blocchi enormi di menzogne. Per capirci qualche cosa, mi sono messo a cercare documenti catastali, capaci di dimostrare quanto fosse consistente il patrimonio immobiliare di Messina, in rapporto al corpo dei fabbricati prima del

1847, e attraverso la relativa rendita, cercare di metterlo a confronto con i fondi più prossimi al conflitto del 1848. Non osavo immaginare neppure nelle più recondite fantasie, di raggiungere la rendita catastale di Messina del 1849. In essa si svela uno dei maggiori arcani. Incredibile solo immaginarlo, ma sono riuscito a trovare un ago in un pagliaio. All’interno di questo ripostiglio, quello che ne viene ha del clamoroso, in parte segnalato già nella nota, dove si calcolano i danni complessivi ai fabbricati messinesi per un quattordicesimo. Riassunto tratto dallo stato dei reclami presentati per danni sofferti negli edifici di Messina a causa del bombardamento del 1848. – Numero dei reclami presentati per case incendiate 889. Rapporto del Direttore barone Farruggia:

Rendita che era iscritta sul Catasto (duc.) 691,790, (grana) 77
Rendita alienata pei corpi incendiati (duc.) 50,203, (grana) 26
Rendita alienata pei corpi bombardati (duc.) 2,280, (grana) 96
Rendita rimanente iscritta sul Catasto (duc.) 639,305, (grana) 55

Da queste notizie si osserva, che la perdita patrimoniale netta degli immobili calcolati secondo il Real Catasto di Messina, complessivamente corrispondeva al 7,58% del totale. Un valore veramente irrisorio per un vasto campione immobiliare, che subiva non danni ingenti ma irrisori, se pur drammatici rispetto ai fabbricati veri e non immaginati. Un documento ufficiale che getta una luce scintillante sulla verità provata. Non fu scempio delle case, così come non ci fu uno sterminio della popolazione.

Tracce e documenti provengono dall’opera, Messina la capitale dimenticata, pp. 304, 305, e relative note 286, e 287.

In blu le fortezze controllate dai napoletani. In rosso e in giallo quelle controllate dalla Guardia Nazionale del colonnello La Masa, e quelle controllate dai rivoluzionari di Messina. Mentre la linea continua posta presso la marina di Messina in blu, è la Palazzata, il muraglione che sigillava le case dei messinesi: Alta 19,60 metri, profonda sessanta metri, e lunga sul profilo costiero 2.500 metri.

I cannoni di ferro lisci posti alla Real Cittadella, secondo il manuale delle artiglierie dell’Accademia di Francia, non avrebbero potuto in alcun modo per tiro diretto massimo 500 yarde (756 metri), ne a bombardamento, massimo (1400 metri) raggiungere le case dei Messinesi. Così la balla del secolo, e il suo bombardatore sono entrati nella storia per non uscirne più. Meditate gente, meditate. 

Alessandro Fumia

1 Comment

  1. Dall’articolo non si deduce quale sarebbe stato il motivo della distruzione di Messina da parte del Re Bomba… se ribellione, se invece adattamento a nuove esigenze per una particolare destinazione data la sua posizione… mi rimane la curiosità’… E certo che la sua posizione rispetto alla penisola italica e’ strategica… caterina

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