I L T E M P O N E L L A S T O R I A (III)
Anche per la tanto decantata efficienza e i principi morali che l’invasore era venuto ad imporci il Saint Jorioz ci fa sapere: << … bisognava spregiare e calunniare le intelligenze virtuose ed allontanarle da qualunque ingerenza governativa;(principio applicato alla lettera in tutti i settori della società) occorreva scegliere esuli rinnegati, ambiziosi, inetti, servili e schiavi (Spaventa[1], De Sanctis[2], Poerio, Pica, Massari, Liborio Romano & Co), e concentrare nelle loro mani gli interessi dei due padroni, l’uno vero e l’altro figurato; l’uno maestro compositore e l’altro cieco esecutore; l’uno prepotente e minaccioso, l’altro osservante e fedele … in pochi anni le proprietà si concentrarono a pieno nelle mani dei ricchi, degli speculatori, degli usurai e dei manipolatori … Tu vedi uomini di merito languire. Spopolati gli studi di tanta gioventù». [3]
Per la cronaca, il Saint Jorioz pagò a caro prezzo questo “sputtanamento”. Fu lasciato morire in miseria, del tutto dimenticato, come un anonimo “maggiore a riposo” il 25 febbraio 1863 senza che un qualunque giornale piemontese gli dedicasse un rigo di necrologio.
Si dirà: << Sì, va bene! Ma per accertare l’influenza del passato sul presente dov’è il collegamento tra il 1860 e le condizioni attuali del meridione d’Italia?>>
Eccolo! Prego solo di accettare per vere, anche se con riserva,le affermazioni che farò, giusto per dare al discorso la possibilità di esporre i fatti secondo una sequenza logica. Poi fornirò le fonti ed ognuno sarà libero di dubitare, di contestare o di confutare. Prima, però, dobbiamo fissare dei valori che siano uguali per tutti.
Se ammettiamo che un napolitano ammazza un piemontese, non in battaglia, é stato commesso un delitto e il colpevole è un omicida. Se nelle stesse condizioni un piemontese ammazza un napolitano , deve essere un omicida anche lui e non può essere definito un eroe.
Se l’esercito piemontese invade il Regno delle Due Sicilie e si abbandona alle violenze di un De Sonnaz, di un Cialdini, di un Fumel, di un Crema, di un De Witt, di un Bracci, di un Bixio, di un Govone, di un Milon, di un Della Rocca e il popolo reagisce impugnando le armi, i primi non possono essere tramandati come eroi e i secondi come briganti. Se è giustificata un’azione armata, bisogna giustificare anche un’eguale reazione. O sono eroi entrambi o entrambi briganti.
Dunque, unificata con la violenza l’Italia, i vincitori imposero subito le loro leggi e, giusto quanto segnalato dal Sain Jorioz nel suo trattato,senza alcun esame di merito,misero i propri amici ai posti di comando in tutte le sfere in cui si articolava la società: istruzione, interno, industria, economia, agricoltura, ecc.[4] Tutti questi amici , collaboratori o simpatizzanti furono premiati per il loro impegno o per la loro fedeltà ed andarono ad occupare posizioni di rilievo nei vari gangli dell’ amministrazione pubblica: archivi di stato, biblioteche, università, ecc. Contemporaneamente continuava, e si diffondeva a livello mondiale, il martellamento relativo alle menzogne inventate sul conto di tutti gli ex napolitani, ormai meridionali, e sulla loro terra d’origine, gli uni e l’altra divenuti poi gli offensivi e odiosi luoghi comuni di cui sono ricchi sia i vocabolari che i sentimenti di buona parte di connazionali dell’ altra Italia.
Un esempio per tutti.
Quando si nota una inefficienza in un qualunque settore della pubblica amministrazione, subito si definisce l’anomalia borbonica. Orbene è il caso di precisare che tutto quello che si riferiva ai Borbone fu totalmente cancellato nell’ormai lontano 1861. Allora, citando quello che ebbe modo di dire il Sacchi sulla burocrazia borbonica [5] , dobbiamo ammettere che inefficienza e disfunzione sono difetti imputabili completamente a quelli che si erano presentati (e così sono rimasti anche nella convinzione dei contemporanei) come l’incarnazione della perfezione e della correttezza. Ma, ammettendo anche per assurdo che inefficienza e disfunzione fossero difetti della burocrazia borbonica, ebbene, il Piemonte dal 1861 al 2022, non essendo riuscito ad eliminare questo residuo borbonico, avrebbe dimostrato di non essere quella parte efficiente della nazione come vuole far credere.
Ma torniamo ai premi concessi ai vari amici, collaboratori o simpatizzanti.
Anche qui un esempio per tutti.
Alla morte nel 1823 di Matteo Promis, tesoriere della Zecca di Torino, gli subentrò il figlio Domenico Casimiro, poi direttore della Biblioteca reale e del Gabinetto numismatico, dal 1837 fino alla morte (1874), quando gli successe il figlio Vincenzo, che tenne l’incarico per circa mezzo secolo. Alla sua morte la carica fu assunta da Domenico Carutti, fedele alla dinastia quanto i Promis,il quale fu a capo di una tra le più importanti biblioteche italiane fino alla morte avvenuta nel 1900 (Umberto Levra, ordinario di storia risorgimentale all’Università di Torino – “Politica e cultura nel Risorgimento italiano, in Carnefici di Pino Aprile – ed. Pickwick, 2021)
Questo sistema di assegnazione degli incarichi trasmissibili di padre in figlio come cariche dinastiche e quasi come se si trattasse di un affare privato fece sì che il modo di scrivere e “raccontare” la storia fosse affidato nelle mani di pochi fedeli i quali- oltre alla facoltà di negare l’accesso alle fonti ai non allineati – avendo anche la possibilità di far subentrare figli, nipoti, pronipoti e quant’altri finirono per formare il “sistema” che garantendo posto sicuro, potere ed entrate è arrivato fino ai nostri giorni.
Come visto, però, non solo l’informazione e la divulgazione della storia furono affidate acriticamente ad amici fedeli, ma l’industria, il commercio, l’agricoltura, ecc. Così, arrivati al giorno d’oggi,le persone non informate e non impegnate conoscono solo la storia “raccontata” dai vincitori, mentre movimenti di revisionisti, identitari, insorgenti combattono quotidianamente per smentire la vulgata ufficiale ed avere la possibilità di esaminare anche l’altra faccia della medaglia. Di pari passo continuava inalterata la campagna diffamatoria contro il meridione e i meridionali, conseguendo come risultato che gli italiani del nord si convincessero di appartenere ad una razza superiore ed essere la parte sana e produttiva della nazione, mentre la razza inferiore, malata e parassitaria era rappresentata dal nostro meridione. Questo ininterrotto e monotono martellamento ha fatto sì che i nostri vecchi “liberatori”, i loro eredi e i loro simpatizzanti potessero impunemente esporre cartelli come “Non si fitta ai napoletani”, “Vietato l’ingresso ai cani e ai napoletani” e simili senza che si registrasse alcun intervento da parte delle istituzioni, oppure che durante le partite di calcio si ripetesse sempre lo stesso copione di odiosa matrice razzista formato da slogan e frasi offensive indirizzati da sedicenti “civili” alla volta di supposti incivili.
La libertà di decidere cosa e in che modo insegnare o pubblicare, senza che alcun politico meridionale facesse e faccia sentire la propria voce contraria, ha accentuato il divario esistente fra le due Italie, e mentre studi di economia hanno dimostrato che la parte che approfitta in tutti i sensi delle risorse nazionali ed europee già dal Piano Marshall è proprio quella che accusa il Sud, la stampa nordista può uscire con titoli come questo “ SOLDI AL SUD, RAPINATO IL NORD – Tolgono soldi al Nord per darli al Sud”[6]. Però di 4.860 miliardi di euro stanziati per le ferrovie, 4.800 sono stati impiegati da Firenze in su per finanziare linee ferroviarie economicamente insostenibili [dovrebbero passare 300 treni al giorno, cioè 13 treni all’ora,( fonte Politecnico di Milano)]. Anche per il capitolo di spesa relativo all’edilizia scolastica il Nord ha fagocitato il 97% dei fondi disponibili e solo il 3% ha preso la via del Sud, dove la percentuale degli istituti disastrati era superiore al 50%. Eppure la marchiatura di approfittatori e di parassiti è impressa indelebilmente sulla pelle dei meridionali e la condizione di colonia viene continuamente ribadita nell’indifferenza di tutti[7], quando si arriva a sostenere che, affinché l’Italia progredisca, bisogna investire nella sua parte più produttiva, anche se ciò fa aumentare il divario fra questa e il meridione[8]; chiedere, in piena pandemia, che il vaccino antiCOVID19 venga distribuito in funzione del PIL, quindi prima al Nord e dopo al Sud[9] ; escludere tutti i poeti e gli scrittori meridionali dai libri di letteratura[10]; pubblicare una guida turistica raccomandando ai turisti:<< Non fermatevi tra Napoli e Caserta. E’ tutto dominato dalla camorra>>; di pubblicare sulla copertina di un testo scolastico immagini di alcune città italiane, dove per Napoli viene scelta l’immagine dei panni sciorinati dei Quartieri Spagnoli, come se non ci fossero altri scorci da proporre; di leggere sui vocabolari italiani che “borbonico” è sinonimo di arretrato, retrogrado[11] o anche reazionario[12]; di leggere sulla Treccani per i ragazzi che Torino è la”città della FIAT”, Firenze è “antica patria di artisti, di banchieri e di umanisti”, Venezia è “la città sull’acqua”, Roma è “Patrimonio universale”,mentre Napoli (metafora di tutto il Meridione), la città che vanta la più antica tradizione culturale,è una “città piena di problemi, ma anche di storia e di cultura”. [13]. Oh! Giustamente! Se sulla Treccani per ragazzi Napoli, in apertura, viene presentata come una città piena di problemi , anche se poi – bontà sua – la Treccani aggiunge che è anche altro, quale scuola del Nord si sognerà di organizzare una gita scolastica a Napoli che nell’ immaginario collettivo è una città che come panorama può offrire solo panni sciorinati da un lato all’altro delle sue strade; se è dominata dalla camorra; se le baby gang esistono solo li?
Domandate se invece che dell’accezione negativa di borbonico quelli che offendono il Meridione conoscono il significato del termine sibarita, se hanno mai sentito parlare di Zenone, Archita , Ecfanto, Senofane, Parmenide, Empedocle, Gorgia e se sanno in quale parte di quella che diverrà Italia hanno operato; se sanno in quale città è stato scritto il primo documento in volgare; se sanno alla corte di quale imperatore di quale parte d’Italia si sono formati poeti come Arrigo Testa, Jacopo Mostacci. Percivalle Doria, che fonderanno poi in Toscana la scuola del dolce stilnovo.
In considerazione di ciò, si invitano tutti i meridionali ad andar fieri delle loro origini, perché non hanno nulla di cui vergognarsi o da farsi perdonare.
Per essere ancora più convinti tutti i meridionali che si sentono “inferiori” e tutti coloro che sono convinti che la storia raccontata fino ad oggi sia quella vera, sono invitati a seguire l’evento “Meridione d’Italia, la ultracentenaria questione italiana”, proposto,udite, udite, il 4 luglio 2022 dal Movimento Associativo per la Revisione Storica del Sud Italia(M.A.R.S.S.) e discusso a Montecitorio nell’aula del Palazzo dei Gruppi parlamentari, che vale più di cento convegni e di un’intera biblioteca sull’argomento. Una sola raccomandazione: chi decidesse di seguire l’evento sappia in partenza che esso ha una durata di 4-5 ore. Ma, essendo stata presentata un’interpellanza a fine lavori, chi ha la possibilità può procurarsi anche il testo.
il link è il seguente http://webtv.camera.it/evento/21007)
Castrese Lucio Schiano
05.07.2022
fine
[1] Uno dei più crudeli ideatori ed esecutori della repressione in ogni forma, compreso il domicilio coatto e la deportazione, adottata nei confronti di quanti non condividevano la politica del nuovo regno.
[2] De Sanctis Francesco – Ministro della Pubblica Istruzione nel neonato Regno d’Italia, operò una profonda epurazione nelle scuole e nelle università, per immettervi docenti il cui unico pregio era costituito dalla fedeltà a Casa Savoia. Abolì inoltre le borse di studio previste nel sistema scolastico borbonico per chi non aveva mezzi adeguati .
[3] Vd. Nota 4
[4] << … Il Piemonte si è avvalso di esuli ambiziosi, inetti, servili, incuranti delle sorti del proprio paese e preoccupati soltanto di rendersi graditi, con i loro atti di acquiescente servilismo, a chi, a Torino, decide ora sulle sorti delle province napoletane … negli uffici sono ora soggetti diffamati e ovunque personale eterogeneo e marcio che ha il solo merito di essersi affrettato ad accettare il programma Italia e Vittorio Emanuele ed una sola qualità, quella di saper servire chi detiene il potere>> (op. cit.)
[5] << … nei diversi rami dell’amministrazione delle finanze napoletane si trovano tali capacità di cui si sarebbe onorato ogni qualunque più illuminato governo>>; (Vittorio Sacchi Direttore delle Finanze del Piemonte)
[6] Quotidiano LIBERO, 24 novembre 2017
[7] Basti pensare che, nel Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, proprio come al tempo delle colonie dell’epoca imperiale, ove a rappresentare la “madrepatria” c’era il governatore o il viceré, esiste la figura del “Ministro per il Sud”, mentre Nord e Centro non ne hanno bisogno. Più colonia di così!
[8] Affermazione del professor Guido Enrico Tabellini docente di economia all’Università Bocconi
[9] Richiesta avanzata da Letizia Moratti appena nominata Assessora alla Sanitù della Lombardia
[10] Decreto Interministeriale 211 del 7 ottobre 2010 Regolamento recante indicazioni nazionali riguardanti gli obiettivi specifici di apprendimento concernenti le attività e gli insegnamenti compresi nei piani degli studi previsti per i percorsi liceali di cui all’articolo 10, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 89, in relazione all’articolo 2, commi 1 e 3, del medesimo regolamento. Pubblicato nella Gazz. Uff. 14 dicembre 2010, n. 291, S.O. << …. Dentro il secolo XX e fino alle soglie dell’attuale, il percorso della poesia, che esordirà con le esperienze decisive di Ungaretti, Saba e Montale, contemplerà un’adeguata conoscenza di testi scelti tra quelli di autori della lirica coeva e successiva (per esempio Rebora, Campana, Luzi, Sereni, Caproni, Zanzotto, …). Il percorso della narrativa, dalla stagione neorealistica ad oggi, comprenderà letture da autori significativi come Gadda, Fenoglio, Calvino, P. Levi e potrà essere integrato da altri autori (per esempio Pavese, Pasolini, Morante, Meneghello … >>
[11] Garzanti – Vocabolario della lingua italiana
[12] Devoto – Oli Vocabolario Illustrato della lingua italiana
[13] Enciclopedia per ragazzi Treccani. (Per la cronaca, su rimostranze del Movimento Neoborbonico, la Treccani ha corretto la pagina e ha chiesto scusa)
Mi aspetto e auguro che gli articoli che qui leggiamo dell’esimio Lucio Castrese Schiano vadano a comporre un’unica pubblicazione di cui gia’ prenoterei alcune copie… Sarei grata, se possibile, di esserne informata. caterina ossi