Alta Terra di Lavoro

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IL 1799 NEL CICOLANO

Posted by on Nov 2, 2022

IL 1799 NEL CICOLANO

Navigando con la mia scialuppa malmessa nel mare magnum di Google libri mi sono imbattuto in un libro stampato a Roma nel 1799 (Stamperia Salvioni, con licenza dei superiori) che parla di quanto accaduto in Provincia de L’Aquila da dicembre 1798 a settembre 1799.

Il libro, mancante di alcune pagine iniziali, non riporta il nome dell’autore e ha tutte le caratteristiche di una pubblicazione affrettata, messa su in fretta e furia a ridosso degli avvenimenti, senza troppa cura dei particolari. La punteggiatura, ad esempio, è sconcertante, almeno per chi è nato più di un secolo e mezzo dopo la pubblicazione. Proprio la ruvidità del testo, però, ne esalta la freschezza, rendendolo cronaca fedele di quanto accaduto in Provincia de L’Aquila nell’anno funesto ed eroico che fu il 1799. Gli avvenimenti di quell’anno, che avrebbero dovuto costituire epopea a fondamento dell’identità di un popolo, sono stati purtroppo cancellati o deformati da una perniciosa “damnatio memoriae” che ancora persiste.

Duole ricordare che molta della responsabilità di quella damnatio memoriae” ricade sulle spalle dell’allora Ferdinando IV che, in uno dei suoi tanti acclarati “errorissimi”, attuò, con eccesso di zelo, le clausole segrete e vessatorie del trattato di Firenze del 1801.

Quel trattato riproponeva alla lettera il testo del precedente trattato di Parigi del 1796 che, dal punto di vista francese, era stato violato da Ferdinando IV nel novembre del 1798 con la velleitaria e disorganizzata invasione della “Repubblica Romana”. Quell’invasione, che io annovero fra gli “errorissimi” di Ferdinando IV per la fretta sconclusionata con la quale fu attuata, con un esercito improvvisato e nel periodo più sfavorevole dell’anno, aveva poi costituito il pretesto per la successiva sanguinosa invasione francese del Regno di Napoli.

I Francesi napoleonici di allora, che amavano dipingersi sempre dalla parte della ragione, loro massima divinità, avevano perciò imposto, nel 1801, l’integrale riproposizione del testo del 1796, con l’aggiunta, fra l’altro, di alcune clausole segrete riguardanti la cancellazione della loro sconfitta del 1799. Tutti i processi ancora in corso contro i loro collaborazionisti, resisi spesso responsabili di crimini di guerra, dovevano essere annullati, con l’immediata scarcerazione degli imputati e la distruzione di tutte le carte processuali. Doveva, inoltre, essere vietata la pubblicazione di qualsiasi scritto sui fatti del 1799.

Ferdinando IV aveva poi applicato quelle clausole alla lettera, con uno zelo degno di miglior causa, volendo forse cancellare anche parte dell’inefficienza e degli “errorissimi” suoi e di alcuni vertici del Regno, nonché l’indigesta compensazione costituita dalla straordinaria efficienza delle “truppe a massa” popolari, guidate dai loro leggendari capi.

Tanto malriposto zelo non avrebbe poi impedito la “riperdita” del Regno nel 1806 e l’abbandono di esso alle mire predatorie e alle carneficine che ne sarebbero seguite. Questa, però, è un’altra storia.

Quello che ci interessa adesso è il libro casualmente trovato che è, per quanto sopra, una delle poche pubblicazioni originali superstiti sul 1799.

Ho ritenuto doveroso trascriverlo integralmente conservando la grafia originale, per quanto permesso dal “correttore” elettronico, sperando di contribuire così a sottrarlo dall’inopportuno oblio.

Raimondo Rotondi

continua….

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